Efesto (in greco antico: Ἥφαιστος, Hḕphaistos) nella mitologia greca è il dio del fuoco, delle fucine, dell'ingegneria, della scultura e della metallurgia.
Efesto | |
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Efesto forgia i fulmini di Zeus | |
Nome orig. | Ἥφαιστος (Hḗphaistos) |
Lingua orig. | greco antico |
Sesso | Maschio |
Luogo di nascita | Olimpo |
Professione | Dio del fuoco, delle fucine, dell'ingegneria e dei fabbri |
Affiliazione | Dei olimpici |
Era adorato in tutte le città dell'antica Grecia in cui si trovassero attività artigianali, specialmente ad Atene (dove aveva sede il tempio omonimo). Nell'Iliade, Omero racconta di come Efesto fosse piuttosto brutto e di carattere volubile, ma con una grande forza nei muscoli delle braccia e delle spalle, e di avere una tale abilità artigiana per cui tutto ciò che faceva era di un'impareggiabile perfezione. La sua grande fucina si trovava nelle viscere dell'Etna e di altri vulcani, dove lavorava insieme ai suoi ciclopi, i cui colpi delle loro incudini e il loro ansimare faceva brontolare i vulcani e il fuoco ne arrossava, straripando, le cime. I suoi simboli sono il martello da fabbro, l'incudine e le tenaglie. In qualche rappresentazione è ritratto con una scure accanto. Nella mitologia romana, vi era una figura divina simile ad Efesto ed era il dio Vulcano.
Efesto è probabilmente associato all'iscrizione in lineare B (lingua micenea) A-pa-i-ti-jo trovata a Cnosso. L'iscrizione attesta indirettamente il suo culto in quel periodo, in quanto si pensa che rappresenti il nome teoforico di Haphaistios oppure Haphaistion.[1][2][3] Il nome della divinità in greco antico (Hēphaistos) ha una radice che si presenta nei toponimi di origine pre-greca, come ad esempio Phaistos[4][5] (Pa-i-to in lineare B).[6]
Figlio di Zeus[7] ed Hera[7] o di Talos[8], oppure autoconcepito dalla sola Hera[9].
Sposò Afrodite, dalla quale non ebbe figli. Dei suoi figli immortali ebbe da Cabeiro[10][11] i Cabiri[10][11], Cadmilo[11] e le Cabiridi[11], mentre dalla seconda moglie Aglaia ebbe Eucleia, Eufemia, Eutenea e Filofrosine[12]. Dalla ninfa Etna ebbe i Palici. ed infine fu anche il padre della ninfa Talia[13].
Tra i suoi infiniti figli mortali si contano Perifete, Ardalo, Oleno, Erittonio, Cercione, Radamanto e Filammone[13]. Anche Pandora può essere considerata una figlia di Efesto, anche se fu da lui creata e non concepita[14].
Urano | Gea | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Genitali di Urano | Crono | Rea | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Zeus | Era | Poseidone | Ade | Demetra | Estia | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
a[15] | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
b[16] | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ares | Efesto | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Meti | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Atena[17] | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Latona | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Apollo | Artemide | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Maia | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ermes | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Semele | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dioniso | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Dione | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
a[18] | b[19] | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Afrodite | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Efesto fu concepito da sua madre Era solo per vendetta nei confronti del marito Zeus per tutte le sue amanti avute nel corso dei millenni. Appena lo vide Era lo lanciò dall'Olimpo, facendolo cadere giù. Efesto era piuttosto brutto ed era zoppo e deforme dalla nascita (sebbene alcune leggende dicono che questo fosse il risultato della sua caduta dall'Olimpo) e riusciva a camminare solo grazie all'aiuto di un bastone, infatti le opere d'arte che lo ritraggono lo presentano spesso mentre fatica a reggersi e si appoggia sulla sua incudine. Nell'Iliade Efesto stesso racconta come continuò a cadere per molti giorni e molte notti per poi finire nell'oceano, dove venne allevato dalle Nereidi, in particolare da Teti ed Eurinome e che gli diedero una grotta come fucina.
Efesto si prese la sua vendetta su Era costruendo e donandole un magico trono d'oro che, non appena ella vi si sedette, la tenne imprigionata, non permettendole più di alzarsi. Gli altri dei pregarono Efesto di tornare sull'Olimpo e liberarla, ma egli si rifiutò più volte di farlo. Allora Dioniso fece in modo di ubriacarlo e lo riportò indietro legato sul dorso di un mulo. Efesto acconsentì a liberare Era, solo se lo avessero riconosciuto come dio e se gli avessero dato Afrodite come sposa. Il matrimonio fu combinato, ma alla dea della bellezza l'idea di essere sposata con il bruttissimo Efesto non piaceva affatto, quindi la dea, segretamente innamorata di Ares, dio della guerra, più volte tradì il marito che, stanco di essere deriso dalla dea della bellezza, se ne tornò nella Terra, nelle viscere del monte Etna, e decise di lasciare l'Olimpo per sempre.
Efesto realizzò la maggior parte dei magnifici oggetti di cui si servivano gli dei, nonché quasi tutte le splendide armi dotate di poteri magici che nei miti greci compaiono in mano agli eroi. Tra le sue realizzazioni ci sono:
I suoi assistenti all'interno della fucina erano i Ciclopi.
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