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Il professor Garth Hellingen è un personaggio della serie a fumetti d'avventura Zagor, pubblicata da Sergio Bonelli Editore, ideato da Guido Nolitta e Gallieno Ferri. Acerrimo nemico del protagonista, è un geniale e malvagio scienziato che ha l'obiettivo di piegare il mondo al suo volere.

Garth Hellingen
UniversoZagor
AutoreGuido Nolitta
DisegniGallieno Ferri
EditoreSergio Bonelli Editore
1ª app. inL'isola della paura, 17° albo della Collana Lampo, seconda serie.
SpecieUmana
SessoMaschio
Luogo di nascitaStati Uniti
Professione
  • Scienziato
  • Ex scienziato dell'agenzia di Altrove
Poteri
  • Mente dotata di una intelligenza incredibilmente alta, visionaria
  • Grandi capacità tecniche e conoscenze arcane
AffiliazioneIndipendente

Comparso per la prima volta il 21 luglio 1963 nell'albo a striscia L'isola della paura, è l'avversario di Zagor con il maggior numero di apparizioni all'interno della serie.


Storia editoriale


Il personaggio di Hellingen viene introdotto nella serie di Zagor nell'estate del 1963 in una storia in cinque parti pubblicata nella seconda serie di albi a striscia della Collana Lampo (ripubblicata poi nella Collana Zenith Gigante nel 1966). Il suo ideatore Guido Nolitta afferma di essersi ispirato a Virus, protagonista dell'omonima serie di fine anni '30 ideata da Walter Molino, e a molti altri "scienziati pazzi" come il Rotwang del film Metropolis di Fritz Lang, al quale molti personaggi similari del primo novecento si richiamano esteticamente[1][2].

Con l'introduzione del personaggio viene anche inaugurata una caratteristica che poi diventerà una delle componenti principali della serie dello Spirito con la Scureː la contaminazione tra generi narrativi. Una caratteristica di Hellingen è che ad ogni suo ritorno aumenta la sua pericolosità e il potere delle sue risorse. Nelle storie di Nolitta il personaggio passa dall'automa Titan ai razzi teleguidati alla tecnologia aliena degli Akkroniani, partendo dal minacciare una tribù di nativi arrivando a minacciare il mondo intero. Componente del personaggio voluto da Nolitta è il suo essere astuto e intelligente in grado di mettere in difficoltà il suo avversario, l'eroico Zagor, facendolo soffrire e disperare, per permettergli poi di conseguire una vittoria più esaltante[2].

Nel periodo post-Nolitta, Hellingen viene recuperato da Tiziano Sclavi all'interno di una complessa trama datata 1988, in cui il personaggio subisce un ulteriore aumento di potere e capacità, con cui i tormenti che infligge a Zagor sono a loro volta incrementati, al fianco di un approfondimento caratteriale e psicologico che lo allontana dallo stereotipo del suo modello originale[3].

Il secondo autore che ha modo di utilizzarlo è Mauro Boselli che a metà anni '90 scrive una nuova storia su di lui a partire da un suggerimento ricevuto dallo stesso Sergio Bonelli, che richiama ancora una volta la serie di Virus, il mago della foresta morta. Hellingen ritorna così allo status caratteriale antecedente la gestione sclaviana del personaggio, uomo malvagio e superbo senza alcuna morale, venendo "salvato" dagli eventi dell'ultima storia nolittiana da un altro nemico di Zagor, il Wendigo, che sarà anche la causa della sua nuova temporanea uscita di scena[4].

Negli anni 2000 è Moreno Burattini a riprenderlo, in una lunga storia suddivisa in due parti pubblicate rispettivamente negli anni 2015 e 2019. Burattini, oltre a presentare in maniera approfondita le origini del personaggio nel periodo antecedente la sua prima apparizione ufficiale, si pone l'obiettivo di riportare Hellingen al solo status di scienziato pazzo delle sue prime apparizione, privandolo degli elementi sovrannaturali e alieni, dando una fine agli eventi narrati in precedenza[5]


Biografia


È uno scienziato pazzo di origine olandese[6] dotato di enorme intelligenza ma molto superbo e con la smania di conquistare il mondo, deriso e incompreso da parte dei suoi colleghi. Vive negli Stati Uniti della prima metà dell'Ottocento e ha inventato una quantità indefinita di macchine immaginifiche. Ha il volto deturpato da ustioni e cicatrici, conseguenza dei molteplici scontri con Zagor, oltre a due evidenti occhiaie. Indossa sempre un camice viola da laboratorio. Ha un alter ego in forma di spirito che appare a Zagor per metterlo in guardia contro la sua versione cattiva.[7] Wendigo, spirito del male, fa capire che nella personalità di Hellingen esiste ancora una certa dose di umanità.[8]

Si scontra con il protagonista varie volte; la prima su un'isola del lago Erie abitata dai pacifici indiani che vivono rintanati in un fortino per proteggersi da alcuni uomini bianchi e da un robot gigante, Titan, costruito da Hellingen per rivalsa per l'incomprensione dei suoi colleghi universitari. L'intervento di Zagor e Cico costringe il professore a far inabissare Titan nel lago. L'intervento degli uomini agli ordini di Hellingen complica le cose e, nello scontro che segue, il laboratorio esplode causando apparentemente la morte di Hellingen.[9]

Alcuni anni dopo, a Cleveland, Zagor e Cico sono vittime di misteriosi attentati e si rifugiano presso una tribù indiana per curarsi le ferite e si sdebitano evitando un conflitto tra le tribù causato da un mostro marino. Zagor decide di indagare e scopre che il mostro è in realtà un sommergibile; finiscono prigionieri di Hellingen che, sopravvissuto alle fiamme, a causa del volto deturpato indossa una la maschera per avere un aspetto normale. Lo scienziato ha bisogno di Zagor per sostituire alcuni pezzi del robot Titan che giace ancora sul fondo del lago e lo costringe iniettandogli un siero di sua invenzione. Grazie a Cico, Zagor si riprende in tempo per far scontrare il sottomarino contro Titan, riducendo entrambi a pezzi. Hellingen e Zagor si scontrano nuovamente e Hellingen viene trafitto al cuore da un arpione e Cico causa l'esplosione del laboratorio.[10]

Successivamente Zagor e Cico tornando a Darkwood la trovano deserta a causa del colonnello Kraizer che ha ordinato a tutti i trapper di allontanarsi per evitare il rischio di conflitti con le tribù indiane. Nello stesso periodo alcuni accampamenti delle tribù di Darkwood vengono bersagliati da misteriosi fulmini che inducono gli indiani a scappare. In seguito Zagor viene rapito e condotto all'interno di un vulcano spento illuminato da lampadine creazione di Hellingen che si trova per la terza volta di fronte a lui. Non era morto ucciso dalla fiocina ma solo ferito. Hellingen si è alleato con il traditore Kraizer per diventare padrone degli Stati Uniti, e per far questo adesso si serve di missili comandati a distanza. Di fronte a una simile potenza distruttiva il presidente è costretto ad arrendersi. Zagor, servendosi di alcune foglie che provocano una morte apparente, riesce a farsi liberare e, una volta tornato in vita, si scaglia contro Hellingen, obbligandolo a lanciare i missili sulle truppe di Kraizer, annientandole.[11]

Anni dopo Hellingen riappare in una memorabile storia di Nolitta (l'ultima scritta per la serie del creatore del personaggio[12]), alleato degli Akkroniani, extraterrestri da lui chiamati tramite un computer di sua creazione, invulnerabili alle armi da fuoco ma vengono uccisi da alcune frecce speciali create da Rakum, stregone indiano, che già cento anni prima li aveva sconfitti. Hellingen, distrutto dalla delusione, si lascia smaterializzare in una cabina misteriosa abbandonata dagli Akkroniani.[13]


Incubi


Lo scienziato si assenta dalla serie per otto anni. Hellingen, morto davvero nella cabina akkroniana, ha usato Kiki Manito come tramite per tornare sulla Terra, e saranno il colonnello Norman Perry e i suoi uomini a ucciderlo. Ma il tutto è avvenuto in una realtà parallela, dove trovano la morte anche Zagor e Tonka.[14]


Il ritorno


La sesta apparizione del personaggio si ha anni dopo insieme allo scrittore Edgar Allan Poe, inquadrato come agente segreto della base di Altrove. Hellingen è ora un cyborg grazie a un meccanismo in grado di ricomporre corpi disgregati; con l'aiuto di Wendigo, spirito del male, recupera le parti organiche del suo corpo. Hellingen cerca poi di liberarsi di lui, ma Wendigo lo punisce portandoselo nel mondo del caos, dove tuttora risulta relegato.[15]

La settima apparizione[16] si ha nella base di Altrove, dove una vasca akkroniana si riattiva, si collega ai resti della cabina dove Hellingen è svanito anni prima (quarta apparizione) e clona Hellingen. Questa versione di Hellingen non ha memorie degli anni intermedi (quinta e sesta apparizione). Contemporaneamente dal monte Naatani escono degli automi con sembianze da indiano che arrivano fino a Darkwood per cacciare Zagor. Insieme a Cico, Tonka, Yapeha (un giovane Seneca a cui un automa ha ucciso i genitori) e un gruppo di soldati guidato dal tenente Shooter e due professori di Altrove, Hubbard e Kant, si dirigono verso il monte Naatani. Il gruppo scopre che le macchine all'interno della montagna hanno ricominciato a funzionare, come quelle trasportate nella base di Altrove. Zagor lascia il gruppo dirigendosi a Philadelphia arrivato scopre che Hellingen era stato uno scienziato di Altrove, che aveva già mostrato la sua follia compiendo sadici esperimenti elaborando teorie razziste e progettando automi con cui massacra i soldati mandati ad arrestarlo e distrugge la base. Hellingen finge di aiutare gli uomini di Altrove ma grazie all'aiuto di un giovane scienziato, Quaritch, si libera uccidendo tutti i soldati tranne il generale Nolan dirigendosi nel suo vecchio laboratorio. Nel frattempo gli automi massacrano gli uomini rimasti sulla montagna tranne il prof. Hubbard. Zagor insieme a Cico, Roberts, Tonka e alcuni guerrieri Mohawk torna sul monte Naatani per dare la caccia allo scienziato, qui incontrano il prof. Hubbard che li guida a un'entrata segreta dove però vengono catturati mentre i guerrieri e Hubbard (che era sotto il controllo di Hellingen) vengono uccisi. Il folle scienziato libera Zagor cosicché venga cacciato e ucciso dai suoi automi ma lo spirito con la scure si dirige nelle caverne dove si trova la mummia di Rakum e ferendosi con il suo pugnale evoca il Wendigo che porta con sé il clone di Hellingen nella sua dimensione infernale, Quaritch disattiva gli automi e la base viene fatta esplodere dall'interno per distruggere tutti i macchinari Akkroniani presenti.

Nella storia dell'estate 2019 si ha una ottava apparizione dello scienziato nella serie regolare[17], in cui Zagor e Tonka si recano sul monte Naatani alla ricerca di Yapeha, un ragazzo della tribù dei Mohawk che ogni sera controllava che dal monte Naatani non fossero usciti degli automi di Hellingen, ma che alcuni giorni prima non era tornato al villaggio. Lì Zagor e Tonka trovano un covo sotterraneo, con delle armature che deducono essere del professor Hellingen, e Yapeha, che narra loro di aver visto degli uomini uscire dal covo con addosso delle strane armature e di essere entrato incuriosito senza poi essere riuscito ad uscire. Dopo il racconto arrivano Cico e il professor Verybad che spiega loro di aver scoperto che una banda segreta dal nome: "I Discepoli" sta cercando di creare un clone del professor Hellingen. Mentre stanno parlando, vedono una macchina volante e la seguono arrivando al castello del Wendigo. Lì, i Discepoli riescono a far tornare l'Hellingen originale e la sua copia, che Hellingen uccide per far tornare il Wendigo sulla terra, causandone l'annientamento. A causa della morte del Wendigo, però, il castello crolla, e Zagor, Cico, Tonka, Hellingen e alcuni dei Discepoli, tra cui Quaritch e Tumblay, riescono a uscirne; così, i Discepoli salgono sulla navicella spaziale per fuggire, e Zagor, a loro insaputa, li segue. All'improvviso, lo Spirito con la scure va allo scoperto e lotta con Hellingen che, cercando di colpire Zagor, lancia un sedile che urta i comandi del mezzo, danneggiandoli. La navicella si schianta sulla base di Altrove e tutti quelli che erano a bordo della macchina volante sembrano morti tranne Zagor che indossava un esoscheletro protettivo. Tuttavia, alla fine dell'avventura si scopre che Hellingen è vivo e a saperlo sono in pochi tra cui il professor "Heisenberg" che sostiene che uno scienziato come lui non può "marcire in una cella".


L'abisso del male


Una nuova apparizione si ha nell'albo speciale Dylan Dog & Martin Mystère L'abisso del male, del dicembre 2018,[18] in cui viene evocato attraverso un misterioso congegno atlantideo.


Bibliografia


Zagor

Collana Apparizione DataTitoliSoggetto e sceneggiaturaDisegniCopertina
Collana Lampo

(seconda serie) (Storia successivamente ristampata nella collana Zenith Gigante sui nn.62-63)

I 7 luglio 1963 L'uragano Guido NolittaGallieno FerriGallieno Ferri
21 luglio 1963 L'isola della paura
4 agosto 1963 Il mostro di acciaio
18 agosto 1963 Sulle orme di "Titan"
Collana Zenith Gigante II settembre 1968 Odioǃ Guido NolittaFranco Donatelli
ottobre 1968 Lo spettro del passato
novembre 1968 Vittoriaǃ
III giugno 1974 Ritorno a Darkwood Guido Nolitta
luglio 1974 Ora zero!
agosto 1974 Minaccia dallo spazio
IV maggio 1980 L'orchidea rossa Guido NolittaGallieno Ferri
giugno 1980 Hellingen!
luglio 1980 Il raggio della morte Gallieno Ferri con Franco Bignotti
agosto 1980 Terrore dal sesto pianeta
settembre 1980 Magia senza tempo
V giugno 1988 Incubi Tiziano SclaviGallieno Ferri
luglio 1988 Il Demone della Follia
agosto 1988 Titan risorge!
settembre 1988 Il ritorno di Hellingen
ottobre 1988 Ai confini della realtà
novembre 1988 La fine del mondo
VI novembre 1996 Ombre su Darkwood Mauro Boselli
dicembre 1996 Agente speciale
gennaio 1997 Hellingen è vivo!
febbraio 1997 Duello nello spazio
VII agosto 2015 L'eredità di Hellingen Moreno BurattiniGallieno Ferri
settembre 2015 Resurrezione! Gallieno Ferri, Gianni Sedioli e Marco Verni
ottobre 2015 Nei sotterranei di Altrove Gianni Sedioli e Marco Verni
novembre 2015 Mad doctor
dicembre 2015 Finale di partita
VIII luglio 2019 Mistero sul Monte Naatani Moreno BurattiniGianni Sedioli e Marco VerniAlessandro Piccinelli
agosto 2019 I discepoli
settembre 2019 Il destino di Hellingen

Altro

SerieTitoloDataSoggettoSceneggiaturaDisegniCopertina
Maxi Martin Mystère 10L'abisso del male28/11/2018Carlo RecagnoCarlo Recagno - Alfredo CastelliGiovanni Freghieri, con la partecipazione di Giulio Camagni e Sergio Giardo, e con i contributi di Giancarlo Alessandrini, Luca Enoch, Lucio Filippucci, Nicola Genzianella, Giuseppe Matteoni e Giuseppe Palumbo.Angelo Stano

Note


  1. Hellingenː io, il nemico
  2. Approfondimentiː Hellingen, nemico mioǃ - Il più grande avversario di Zagor secondo Guido Nolitta
  3. Approfondimentiː Hellingen, nemico mioǃ - Il più grande avversario di Zagor secondo Tiziano Sclavi
  4. Approfondimentiː Hellingen, nemico mioǃ - Il più grande avversario di Zagor secondo Mauro Boselli
  5. Il destino di Hellingen
  6. Vedi albo n. 655 della collana Zenith
  7. Ombre su Darkwood (pubblicata dal novembre del 1996 fino al febbraio del 1997)
  8. Albo Zenith n. 430.
  9. Vedi albi Zenith nn. 62-63.
  10. Vedi albi nn. 89-92.
  11. Albi nn. 158-160.
  12. Hellingen, nemico mio!, su lospaziobianco.it. URL consultato il 15 agosto 2019.
  13. Estate 1980, albi nn. 229-233.
  14. Albi nn. 326-331.
  15. Albi nn. 427-430.
  16. Albi nn. 651-656, del 2015
  17. Albi nn. 699-701.
  18. L'Abisso del Male, su shop.sergiobonelli.it. URL consultato il 4 febbraio 2019.


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