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2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey) è un film del 1968 prodotto e diretto da Stanley Kubrick, scritto assieme ad Arthur C. Clarke, che produsse il soggetto e, sulla medesima traccia, scrisse il romanzo omonimo pubblicato nello stesso anno.

Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo romanzo di Arthur C. Clarke, vedi 2001: Odissea nello spazio (romanzo).
Disambiguazione – "Odissea nello spazio" rimanda qui. Se stai cercando il media franchise, vedi Odissea nello spazio (serie).
2001: Odissea nello spazio
Una scena del film
Titolo originale2001: A Space Odyssey
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America, Regno Unito
Anno1968
Durata141 min[1]
160 min (première cut)[1]
Rapporto2,20:1[2]
2,35:1[2]
Generefantascienza
RegiaStanley Kubrick
SoggettoArthur C. Clarke
SceneggiaturaStanley Kubrick, Arthur C. Clarke
ProduttoreStanley Kubrick
Casa di produzioneMetro-Goldwyn-Mayer, Stanley Kubrick Productions
Distribuzione in italianoCIC
FotografiaGeoffrey Unsworth
MontaggioRay Lovejoy
Effetti specialiStanley Kubrick, Douglas Trumbull, Wally Veevers, Tom Howard, Con Pederson
MusicheAA. VV.
ScenografiaAnthony Masters, Harry Lange, Ernest Archer
CostumiHardy Amies
TruccoStuart Freeborn
Interpreti e personaggi
  • Keir Dullea: David Bowman
  • Gary Lockwood: Frank Poole
  • William Sylvester: Heywood R. Floyd
  • Daniel Richter: Guarda-la-Luna
  • Leonard Rossiter: Andrei Smyslov
  • Margaret Tyzack: Elena
  • Robert Beatty: Ralph Halvorsen
  • Sean Sullivan: Bill Michaels
  • Judy Keirn: ragazza del video sulla Stazione Spaziale V
Doppiatori originali
Doppiatori italiani
  • Gianni Marzocchi: David Bowman
  • Cesare Barbetti: Frank Poole
  • Mario Feliciani: Heywood R. Floyd
  • Aldo Giuffré: dottor Andrei Smylsov
  • Benita Martini: Elena
  • Manlio Busoni: Ralph Halvorsen
  • Stefano Sibaldi: Bill Michael
  • Gianfranco Bellini: HAL 9000[3]
  • Corrado Gaipa: padre di Frank Poole
  • Romano Malaspina: Annunciatore BBC-12
  • Pino Colizzi: Signor Miller
  • Melina Martello: ragazza del video sulla Stazione Spaziale V
Logo ufficiale del film

Colossal di fantascienza ambientato in un futuro prossimo, tocca temi come l'identità ed il destino della razza umana ed il ruolo della conoscenza. Ispiratosi al breve racconto del 1948 La sentinella di Clarke, lo stesso scrittore ha riconosciuto come i due racconti siano "come una ghianda assomiglia a una quercia adulta".[4]

Considerato uno dei massimi della Storia del Cinema, ne costituisce una svolta epocale, anche al di fuori del genere fantascientifico.[5][6] Nel 1991 la pellicola è stata giudicata di rilevante significato estetico, culturale e storico, e inserita nella lista di film preservati nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.[7] Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al ventiduesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi,[8] mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al quindicesimo posto.[9] Lo stesso istituto lo ha inserito al primo posto nella categoria fantascienza. Inoltre, il magazine Rolling Stone, ha collocato la pellicola al 4º posto nella sua speciale classifica dei cento migliori film del XX secolo.[10]


Trama


Il film si compone di quattro episodi che vanno dalla preistoria al 2001 d.C.: L'alba dell'uomo, Clavius, Missione Giove, Giove e oltre l'infinito[11]. Il primo ed il quarto episodio sono totalmente privi di dialoghi e anche gli altri due non presentano molte parti parlate, lasciando lunghe sequenze dominate dalla musica e dagli effetti sonori.


L'alba dell'uomo


Una tribù di ominidi sopravvive ai margini della savana africana, tra scarsità di cibo, aggressioni da fiere e la lotta con altri gruppi per una pozza d'acqua. Un giorno compare il misterioso Monolito ricorrente nella trama e che darà stimolo ai personaggi per sviluppare rudimentali utensili, per la caccia e sopraffare violentemente i gruppi rivali. Il lancio di un'arma rudimentale, un osso animale, lanciata verso il cielo si trasforma in un astronave.


Clavius


Anno 2001. Sono trascorsi 4 milioni di anni. La Luna è una colonia terrestre, abitata dagli uomini, che scoprono un parallelepipedo uguale a quello trovato sulla Terra. Il monolito emette segnali magnetici in direzione del pianeta Giove, questo dà l'avvio ad una spedizione scientifica.


Missione Giove


L'astronave Discovery parte alla volta di Giove. A bordo ci sono 5 uomini di cui tre ibernati e un computer di nome HAL 9000, con funzioni di responsabilità operativa della missione. Il capitano David e l'astronauta Frank si fidano del computer e ricorrono a lui in ogni circostanza. Accade però che Hal dia un informazione a Frank, circa un'avaria dell'astronave. Frank esce nello spazio ma non trova alcun guasto. Allora i due astronauti decidono di escludere Hal dal governo della nave spaziale. Ma il calcolatore legge sulle loro labbra la loro decisione: quindi fa precipitare Frank. uscito dalla capsula per un controllo, lontano dall'astronave. David corre in soccorso del compagno, mentre nella navicella gli ibernati muoiono. Nel rientrare con in braccio il corpo del collega, il computer blocca la porta. Il capitano riesce ad aprire una delle porte di emergenza e prende il sopravvento su Hal, annullandogli gradualmente la memoria[12].


Giove e oltre l'infinito


Il viaggio prosegue nella densa atmosfera di Giove: David si trova di fronte al monolito ed entra in una nuova dimensione di spaziotempo. David, molto invecchiato, si trova in una stanza stile Luigi XVI. Per l'ultima volta a confronto con il monolito, torna nella dimensione fetale e si vede in trasparenza, nel ventre della madre. L'odissea si è conclusa[13].


Descrizione



Apertura


Il film si apre con una breve panoramica del sistema Terra Luna e i titoli di testa, accompagnata dalla celeberrima introduzione del poema sinfonico di Richard Strauss Così parlò Zarathustra.


"L'alba dell'uomo" ("The Dawn of Man")


La scena in cui gli uomini-scimmia incontrano il monolito, sopra il quale il Sole e la Luna si incontrano
La scena in cui gli uomini-scimmia incontrano il monolito, sopra il quale il Sole e la Luna si incontrano

Nell'Africa di quattro milioni di anni fa un gruppo di ominidi (che il romanzo e la sceneggiatura chiamano "uomini-scimmia", nell'originale inglese "apemen"), guidati da un capo, sopravvive a fatica in un ambiente arido e ostile. Un giorno, una tribù rivale conquista la pozza d'acqua da cui si abbeveravano, spaventandoli con urla e strilli e lasciandoli senza risorse. Quella notte, davanti alla loro grotta, appare misteriosamente un grande monolito nero a forma di parallelepipedo; gli ominidi, dapprima intimiditi, vi vengono a contatto, e allo spettatore pare che il Sole e la Luna si fermino sopra l'oggetto misterioso. Tutto ciò ha un qualche effetto sugli uomini-scimmia, che imparano istintivamente a maneggiare oggetti e a usarli come utensili e armi, inizialmente solo per distruggere delle ossa animali vicine, poi per procacciarsi il cibo ed infine come strumenti bellici per difendere il proprio territorio eliminando i nemici. L'ominide capo ("Guarda-la-Luna", in lingua originale "Moonwatcher"), dopo aver ucciso un nemico percuotendolo con un osso, gioisce gridando e lanciando l'arnese per aria.


Clavius


Nel 1999 (un anno futuribile all'epoca della realizzazione del film) il dottor Heywood Floyd, presidente del Comitato Nazionale Americano per l'Astronautica, viene chiamato a prendere parte ad una missione in una base lunare nel cratere Clavius, il cui scopo è estremamente riservato. Dopo un primo viaggio a bordo di uno spazioplano Orion III appartenente alle linee aeree Pan Am, Floyd tiene un breve incontro con alcuni scienziati sovietici sulla Stazione Spaziale IV (una ruota di von Braun che funge da scalo spaziale), per poi compiere un altro volo spaziale per raggiungere la superficie del satellite. I sovietici si dimostrano molto preoccupati per ciò che potrebbe essere accaduto presso Clavius, in quanto la base ha tagliato ogni comunicazione da dieci giorni, ha rifiutato il proprio aiuto ad un veicolo spaziale in difficoltà e si dice (il dialogo originale parla esplicitamente di rapporti di intelligence) sia colpita da una grave epidemia. Floyd afferma solo di non essere autorizzato a dichiarare nulla.

Floyd arriva sulla Luna a bordo di un lander, l'Aries Ib, e tiene una conferenza dove spiega che le voci sull'epidemia non sono reali e sono state diffuse allo scopo di non rivelare ciò che è accaduto davvero, che è anche il motivo della sua missione: nel cratere Tycho è stato scoperto, sepolto nel suolo lunare, un misterioso monolito nero, di chiara origine extraterrestre, che risulta risalire a circa tre milioni di anni prima. Giunti allo scavo, nel buio della notte lunare quindicinale, gli astronauti posano davanti all'artefatto per delle fotografie; all'improvviso esso viene colpito dai primi raggi dell'alba lunare, ed una ripresa analoga a quella della scena degli ominidi rivela che il Sole e la Terra si sono fermati sopra al manufatto, il quale emette un forte segnale radio nel cosmo (dopo essere stato inerte per tre milioni di anni), percepito come un forte fischio dagli astronauti, che in seguito si scoprirà essere diretto verso il pianeta Giove.[N 1]


"Missione Giove - 18 mesi dopo" ("Jupiter Mission - 18 months later")


Diciotto mesi dopo, nel 2001, la scena si sposta a bordo dell'astronave Discovery Uno, che viaggia sotto la totale supervisione del supercomputer HAL 9000, dotato di una valida intelligenza artificiale, in grado di interloquire con gli esseri umani e di riprodurre tutte le attività cognitive umane con velocità e sicurezza molto maggiori. Le macchine della serie 9000 sono note per non aver mai commesso errori di alcun tipo e/o alterato informazioni. L'equipaggio dell'astronave è composto da due astronauti e da tre scienziati, questi ultimi imbarcati in stato di ibernazione e pronti per essere risvegliati al termine del viaggio.

L'obiettivo della missione è inizialmente sconosciuto; in seguito si scopre che HAL ne è al corrente e gli è stato imposto di non rivelarlo ai due uomini svegli, il comandante David Bowman e il suo vice Frank Poole. Questa direttiva genera un conflitto nel calcolatore, progettato per collaborare con gli esseri umani senza omissioni o alterazioni di dati o informazioni, che inizia a manifestarsi tragicamente durante il viaggio. Una notte HAL, mentre colloquia con Bowman, segnala improvvisamente un'avaria a un componente per l'orientamento dell'antenna per il collegamento con la Terra. Il giorno dopo l'elemento viene ispezionato e il guasto risulta inesistente. Viene contattato il controllo della missione sulla Terra, il quale comunica che probabilmente HAL sta sbagliando nel prevedere tale avaria, sulla base dei risultati ricavati dal loro calcolatore gemello (e l'HAL sulla Discovery Uno dichiara di essere certo che si tratti di un errore umano, come già accaduto altre volte). Bowman e Poole, preoccupati, si rinchiudono dentro una capsula per discutere della situazione facendo in modo che HAL non possa udirli, ma il computer li osserva attraverso l'oblò della capsula e legge le parole sulle loro labbra: avendo HAL commesso per la prima volta un errore, i due astronauti ritengono che sia diventato inaffidabile e, siccome tutte le attività a bordo sono sotto il suo controllo, ritengono che l'unica soluzione sicura sia quella di disattivarlo.

A questo punto è presente un breve intervallo ("Intermission") con schermo nero, accompagnato dalla musica di György Ligeti.

Essendo impaurito dalla prospettiva di essere disattivato e potendo comunque gestire la missione senza l'aiuto umano, HAL decide di eliminare l'intero equipaggio, quindi fa in modo che Frank resti ucciso durante un'escursione extraveicolare finalizzata a riposizionare l'elemento prelevato dall'antenna, tagliando il tubo che gli fornisce l'ossigeno con le tenaglie della capsula.[N 2] Quando Bowman esce per recuperarne il corpo, HAL uccide anche i tre scienziati in ibernazione, disattivando i sistemi che mantengono attive le loro funzioni vitali, e impedisce poi a Bowman di rientrare a bordo, rifiutandosi di aprirgli la saracinesca esterna.

L'astronauta riesce comunque a entrare dal portello di emergenza aprendolo con le braccia meccaniche della capsula e facendosi lanciare dentro con un'esplosione senza indossare il proprio casco, manovra estremamente pericolosa, poi pressurizza la camera stagna e percorre la nave per accedere al comparto della memoria logica di HAL e disconnetterlo disinserendo le unità di memoria. Mentre David esegue ciò, HAL dapprima lo implora di calmarsi e riflettere, ammettendo i suoi errori, poi lo prega di fermarsi dicendo di sentirsi di nuovo molto sicuro di sé ed infine dice di avere paura e di sentirsi morire, mentre la sua intelligenza regredisce allo stadio infantile e riesuma il suo primo ricordo, un programma con cui l'elaboratore si presenta amichevolmente e canta la filastrocca "Giro giro tondo" (nella versione originale si tratta, invece, della canzone "Daisy Bell"), che gli era stata insegnata dal suo primo istruttore. Appena prima della totale disattivazione del computer, si avvia un filmato destinato all'equipaggio della nave (che avrebbe dovuto essere visualizzato all'arrivo nella zona di Giove se tutto fosse andato bene), in cui il dottor Floyd svela il vero obiettivo della missione, inizialmente noto solo al calcolatore e ai membri ibernati, citando il monolito trovato sulla Luna diciotto mesi prima della partenza. Il segnale radio emesso in direzione di Giove avrebbe quindi spinto a trasformare la missione da una semplice esplorazione scientifica a un'operazione di indagine di fenomeni extraterrestri.


"Giove e oltre l'infinito" ("Jupiter and Beyond the Infinite")


Bowman arriva quindi in orbita intorno al pianeta gigante, dove è presente un nuovo, gigantesco monolito nero, identico a quello trovato sulla Luna ma molto più grande, che fluttua nello spazio. L'astronauta esce con l'ultima capsula per indagare su cosa stia accadendo; all'improvviso il monolito si allinea con Giove e le sue lune e la visuale si avvicina con uno zoom al nero dell'oggetto. Una scia luminosa multicolore cancella lo spazio conosciuto. Bowman e la capsula sono accelerati a velocità sconosciute. Scorci di stelle, nebulose, sette ottaedri e panorami di mondi ignoti si alternano con immagini colorate e ferme del volto e di un occhio di Bowman nella capsula, finché quest'ultima si materializza in una stanza chiusa, arredata in stile Impero, con adiacente stanza da bagno, dove si trovano una tavola apparecchiata ed un letto.

Potendo soddisfare i suoi bisogni primari, l'astronauta sopravvive per un giorno in questa nuova dimora, in totale tranquillità e solitudine. Incomprensibili da un'intelligenza umana sono i ruoli dello spazio e del tempo, in quanto Bowman si trova ad esistere contemporaneamente in posizioni diverse e a diverse età, con ognuna di queste versioni che appare e scompare poco dopo la comparsa della successiva: dapprima si vede il Bowman originario chiuso nella capsula, poi fuori dall'oblò si vede un altro Bowman, di mezza età, che, nella sua tuta spaziale, esplora la stanza. Questo secondo Bowman, addentrandosi nel bagno, sente dei rumori provenire dalla sala da pranzo e, voltandosi, nota che la capsula è scomparsa e vede un terzo Bowman, più anziano, che sta cenando seduto al tavolo in vestaglia. Questo Bowman pare udire il pesante respiro del precedente ed entra nel bagno per controllare, ma non trova niente e torna a cenare, quando fa cadere erroneamente un calice di cristallo, che attira la sua attenzione verso il letto, dove giace un quarto Bowman, molto anziano e morente. Alla fine, l'ultimo Bowman rimasto vede davanti a sé il monolito nero e cerca di toccarlo tendendo il braccio, per poi scomparire e rinascere in forma di feto cosmico, il "Bambino-delle-Stelle" ("Star-Child", in lingua originale),[N 3] poggiato sul letto. Un secondo zoom verso il monolito conduce ad un'inquadratura dello spazio, dove un gigantesco Bambino-delle-Stelle fluttua e scruta la Terra. Si può comprendere che David Bowman non è morto ma si è "evoluto", trasformandosi da essere umano in una forma di vita superiore.

Diverse sono le interpretazioni date all'epilogo; alcune intravedono una rinascita (per volere divino o di un qualcosa di superiore) di Bowman per un nuovo percorso di vita, in un ritorno (da nascituro) sul pianeta Terra. La musica che accompagna questa estrema metamorfosi è ancora una volta l'inizio di Così parlò Zarathustra; il film, con questo richiamo musicale, si chiude in modo circolare.


Produzione



Pre-produzione


Kubrick aveva contattato Clarke perché necessitava di un buon soggetto di fantascienza per un film di genere. In questo modo il romanzo e il film nacquero e crebbero insieme, realizzando una collaborazione tra media differenti assolutamente unica e originale, almeno per l'epoca in cui fu attuata.

Sotto questo e altri aspetti, 2001 è rimasto uno dei più celebri film di fantascienza che, grazie alla sceneggiatura, alla recitazione e alla tecnica di ripresa, riproduce con fedeltà l'ambiente spaziale: tutti gli avvenimenti in ambienti senz'aria si svolgono in silenzio o con un valzer di Strauss come puro riempimento sonoro, l'astronave ha una gravità artificiale per rotazione che è correttamente rappresentata, i movimenti in assenza di gravità sono lenti come dovrebbero essere. Anche la scena in cui un astronauta rientra nell'astronave passando alcuni secondi in un ambiente di vuoto è stata approvata dagli esperti come verosimile,[14] dimostrando che è possibile fare un film di fantascienza rispettando la realtà e senza introdurre elementi artificiosi.

Tale film intende suscitare nello spettatore un forte impatto emotivo; lo stesso Kubrick affermò: «Ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico e allegorico del film. Io ho cercato di rappresentare un'esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell'inconscio».[15]

Il film cerca di spiegare l'indissolubile legame che unisce l'uomo al tempo e allo spazio, l'intelligenza artificiale, l'utilizzo della scienza. A questo proposito è di notevole effetto il raccordo tra le due scene iniziali: l'utilizzo di un oggetto, un osso, come strumento di offesa e di dominio (e comunque di conquista) da parte di un ominide e le astronavi orbitanti attorno alla Terra. In questa maniera il regista compie un salto logico di millenni conservando la trama narrativa, con un'operazione mirabile che trova pochi riscontri nella storia del cinema. Le riprese iniziarono il 29 dicembre 1965 e si conclusero il 7 luglio 1966. Iniziò quindi una lunga post-produzione, durata 2 anni.

Kubrick rimase per due mesi chiuso nella sua villa nelle campagne inglesi a rivedere e tagliare il suo lavoro; questa operazione è considerata il momento più decisivo nella produzione del cinema kubrickiano.


Regia


Le inquadrature all'inizio del film non sono altro che diapositive ad alta risoluzione proiettate con il sistema rivoluzionario (per l'epoca) del "front projection",[16] inventato dallo scrittore di fantascienza Murray Leinster.[17] Questa tecnica innovativa, dopo essere stata brevettata il 20 dicembre 1955 da Leinster, venne impiegata per la prima volta proprio in 2001: Odissea nello spazio.[17] Unico effetto collaterale degno di nota sono gli occhi del ghepardo, che brillano in maniera inquietante a causa della luce del proiettore, anche se a Kubrick l'effetto non dispiacque, tant'è vero che lo definì "un lieto incidente".[18]

Alla fine della prima scena in cui Guarda-la-Luna lancia un osso in aria, è presente una svista: l'ominide tiene in mano un femore, ma a roteare in aria è invece una tibia. In realtà l'errore non fu di Kubrick ma di un operatore al quale il regista, al termine di una giornata di riprese, aveva chiesto di riprendere un osso lanciato in aria nel cortile dei teatri di posa. Non prevista dal copione, quest'inquadratura farà parte di quel brillante salto temporale, divenuto una delle scene più note del film, che collega due epoche estremamente distanti.

Gli ominidi nella parte iniziale sono dei mimi e dei ballerini, accompagnati da vere scimmie nel ruolo dei cuccioli. La specie in questione doveva essere glabra e priva di indumenti, cosa impensabile per la moralità dell'epoca, sicché si preferì optare per una forma anteriore di australopitecine, totalmente irsuta. Gli animali cacciati sono dei tapiri, specie sudamericana assente nel Pleistocene, scelti in alternativa ai selvaggi e aggressivi facoceri riportati nel romanzo.

I satelliti, le colonie orbitanti, la nave spaziale e la grande stazione spaziale rotante che appaiono all'inizio della seconda parte sono riproduzioni di progetti della NASA mai realizzati[le stazioni orbitanti recano contrassegni di nazionalità delle maggiori potenze militari]. L'elaborazione dei vari modelli di astronavi è stata affidata a ingegneri aerospaziali e non ad artisti.


Sceneggiatura


Secondo il soggetto originale, l'astronave Discovery, superato Giove, doveva concludere il suo viaggio nel sistema di Saturno, con preferenza del satellite Giapeto, già noto per la variazione sensibile dell'albedo all'osservazione telescopica[19]. La complessità della riproduzione degli anelli di Saturno, i forti ritardi nella lavorazione e la pressione dei produttori spinsero il regista ad abbreviare il viaggio presso il sistema di Giove.[20]

Nel romanzo di Clarke il Monolito ha dimensioni proporzionali a uno per quattro per nove, il quadrato dei primi tre numeri naturali. Il "Bambino delle Stelle" intravede naturalmente i successivi rapporti dimensionali.


Effetti speciali


Kubrick decise di utilizzare una proiezione frontale per produrre fondali nelle scene dei paesaggi africani degli ominidi, in quanto le tecniche tradizionali non producevano l'aspetto realistico che Kubrick desiderava. La tecnica consisteva nell'utilizzare un proiettore per impostare precisamente lo scenario ad angolo retto alla telecamera, e in uno specchio semi-riflettente posto ad un angolo di fronte alla telecamera che rifletteva l'immagine proiettata in avanti, direttamente con l'obiettivo della telecamera, su un fondale appositamente progettato. Così lo schermo era in grado di riflettere in modo più efficiente la luce dell'immagine proiettata rispetto al soggetto realizzato in primo piano. La tecnica è stata utilizzata ampiamente nel settore cinematografico, nonostante nel 1990 venga in gran parte sostituita dal green screen. Per gli scatti all'interno della navicella, Kubrick usava un cilindro rotante da 27 t costruito dalla Vickers-Armstrong Engineering Group ad un costo di 750000 $. Il diametro del set era di 12 metri circa ed era largo 3 metri.

Varie scene nella centrifuga del Discovery venivano girate con la telecamera fissa nella parte interna della ruota rotante per mostrare l'attore camminare completando il giro, oppure venivano montate in modo tale che la ruota ruotasse indipendentemente dalla telecamera fissa. La famosa sequenza finale dei fasci di luce (in inglese chiamata "Stargate") è stata realizzata con una tecnica chiamata slit-scan, che consiste nel posizionare una fessura di scorrimento tra cinepresa e piano.[21]


Accoglienza


Il film fu presentato in anteprima mondiale il 2 aprile 1968 a Washington, USA, mentre in Italia uscì il 12 dicembre dello stesso anno. Fu riproposto nei cinema il 4 e il 5 giugno 2018, a cinquant'anni dall'anteprima.

Nonostante avesse ricevuto inizialmente reazioni contrastanti da parte della critica e del pubblico, Odissea nello spazio ottenne un seguito da film di culto e divenne il maggiore incasso cinematografico nordamericano del 1968.


Incassi


A fronte di un costo di produzione di circa 12 milioni di dollari,[22] il film alla sua uscita nel 1968 incassò 15 milioni di dollari nei soli Stati Uniti[23][24] (oltre 56 milioni di dollari includendo le riedizioni negli anni successivi)[22] e oltre 190 milioni di dollari nel resto del mondo.[25]


Critica


Secondo il parere pressoché unanime della critica, il film rappresenta una svolta epocale per il cinema di fantascienza e una pietra miliare per il cinema in generale.[5][6] Fantafilm scrive:

«Mai prima era stato tanto potentemente evocato l'ignoto che attende l'uomo oltre gli ormai più o meno disvelati "vicini" planetari del sistema interno [...]. Mai prima l'uomo era stato così esplicitamente riconosciuto vero protagonista, e posto con decisione al centro della scena, soggetto ed oggetto al tempo stesso di una filosofica e quasi metafisica ricerca del significato della vita, e del suo posto e del suo ruolo in un universo largamente incomprensibile nella sua infinità. [...] Kubrick realizza un'opera unica ed irripetibile, che si colloca subito e per sempre tra i capolavori immortali del cinema. [...] Originalissimo nella scelta delle musiche, il film è anzitutto geniale ed innovativo nelle tematiche, tra le quali già individua, con moderna visione anticipatoria, il problematico rapporto con l'intelligenza artificiale. Scientificamente corretto, minuzioso e plausibile sino al più piccolo particolare di vita quotidiana nello spazio, visivamente elegante in ogni momento e con alcune sequenze davvero indimenticabili, 2001 rimane uno spettacolo affascinante e suggestivo, ed uno dei più grandi film di tutti i tempi.»

(Fantafilm[6])

Il film racconta una favola apocalittica sul destino dell'umanità e dello sviluppo della tecnologia, raccontato come se fosse un documentario.[5] Inclassificabile, una «scommessa folle» ma vinta del regista,[26] un'avventura spaziale che «diventa scoperta di sé stessi»,[27] con una grande quantità di spunti e di possibili letture.

Il film ha avuto una riconosciuta influenza in tutta la cinematografia successiva. George Lucas, regista di Guerre stellari, ha dichiarato:

«Negli anni '50 la scienza ha prevalso sulla fantasia e il romanzesco è stato più o meno abbandonato, man mano che i viaggi nello spazio e la tecnica venivano in primo piano. In questo filone, il capolavoro è 2001: Odissea nello spazio, uno dei miei film preferiti, in cui tutto è scientificamente esatto e immaginato partendo dal possibile. È veramente l'apice della fantascienza.[28]»

Il Dizionario dei film Il Mereghetti assegna al film quattro stellette su quattro, cioè il massimo.


Colonna sonora



Musica nella versione definitiva


La colonna sonora, rimasta una delle più famose nella storia del cinema, è composta da celebri brani di musica classica di autori classici e contemporanei, tra cui:

Il tema principale, Così parlò Zarathustra, sottolinea i punti di svolta della storia, come il momento in cui Guarda-la-Luna inizia a mettere a frutto gli insegnamenti del monolito, impugnando un osso e comprendendo di avere tra le mani un'arma per procurarsi da mangiare e per sopraffare i nemici, oppure quando David Bowman, sempre per mezzo del monolito, si trasfigura in un essere nuovo, il Bambino delle Stelle. La scelta di questo brano probabilmente non è casuale, in quanto il poema sinfonico di Richard Strauss è ispirato all'omonima opera di Friedrich Nietzsche, nella quale si narra la discesa del profeta Zarathustra tra gli uomini per insegnare loro a divenire esseri liberi dai propri limiti (il concetto nietzschano di Oltreuomo). È quindi probabile che Kubrick e Clarke abbiano voluto evocare un'analogia tra Zarathustra e il monolito, e tra l'Oltreuomo e il Bambino delle Stelle.

Ligeti fu entusiasta dell'impiego delle sue opere, come il Requiem e l'alieno Atmospheres, ma altrettanto duro verso il regista.

«Meraviglioso è il modo in cui la mia musica è utilizzata nel film, lo è meno che nessuno mi abbia mai consultato e che non sia stato pagato. Ammiro l'arte di Kubrick ma non il suo egoismo e il suo disprezzo per la gente.[29]»


Partitura respinta di Alex North


La colonna sonora avrebbe dovuto essere, in origine, completamente diversa. Per realizzare le musiche, la casa di produzione aveva preteso che fosse scritturato lo stimato compositore avanguardistico Alex North, con cui Kubrick aveva già lavorato per il suo precedente film Spartacus. Fin dai primi contatti con il musicista, Kubrick aveva però lasciato intendere di voler impiegare (anche) brani di musica classica. In particolare aveva insistito per mantenere, nell'inizio della pellicola, il noto brano di Strauss, che aveva scelto come brano provvisorio, ma del quale si era definitivamente innamorato. Il compositore North provò, tuttavia, a proporre al regista un brano di produzione propria, scritto in modo da mantenere un'atmosfera musicale analoga a quella del brano di Strauss. North, inoltre, compose musica anche per alcune scene successive, ma sempre collocate nella prima parte del film: in particolare, scrisse brani relativi al volo della stazione orbitale e al viaggio verso la Luna dello Shuttle del Dr. Floyd. In seguito, durante le fasi successive della lavorazione del film, North ebbe solo contatti sporadici con Kubrick. Dopo un po' di tempo a North venne chiesto di sospendere la produzione di ulteriori nuovi brani, per la seconda metà della pellicola. In seguito gli fu detto che la seconda parte del film sarebbe stata realizzata senza usare alcun commento musicale. Fu solo durante la proiezione della prima del film a Londra che il musicista, invitato a presenziare e convinto di essere parte dello staff produttivo, scoprì invece che tutto il materiale da lui composto e registrato, era stato infine scartato da Kubrick, che aveva seguito il suo proposito iniziale e aveva quindi utilizzato, oltre a quello di Strauss, anche altri brani di musica sinfonica già esistenti.

La partitura originale scritta da North, per quanto incompleta, è rimasta per molti anni un lavoro leggendario e molto chiacchierato nell'ambiente dei critici e degli estimatori di musica per cinema. All'inizio degli anni novanta, dietro interessamento del compositore Jerry Goldsmith, allievo e amico personale di North, l'opera è stata recuperata dall'oblio e nuovamente incisa (tuttavia dopo la scomparsa dell'autore), a cura dell'etichetta specializzata americana Varèse Sarabande, sotto la direzione musicale dello stesso Goldsmith.[30]

Nella seconda metà degli anni 2000 è stata pubblicata su CD anche una seconda edizione della composizione inedita: in questo caso l'editrice Intrada ha prodotto, a tiratura limitata, i brani di North nella loro versione originale, così come erano stati registrati a Londra nel 1968, in ottimo stato di preservazione.

Nel 1980 un fenomeno analogo si è ripetuto per la produzione del film di Kubrick Shining. Il compositore inizialmente contattato, John Williams, fu fermato subito e quindi non iniziò nemmeno a scrivere la partitura. Kubrick, nella versione finale del film, volle utilizzare solo pochi brani originali elettronici (scritti da Wendy Carlos), e impiegò per il resto una vasta scelta di musica sinfonica contemporanea.


Interpretazioni


Lo stesso argomento in dettaglio: Interpretazioni di 2001: Odissea nello spazio.

Sin dalla sua prima edizione, 2001: Odissea nello spazio è stata analizzata e interpretata da critici e teorici professionisti, scrittori dilettanti e fan della fantascienza. Peter Krämer, nella sua monografia che analizza il film, ha riassunto le diverse interpretazioni che vanno da coloro che lo hanno visto in tono oscuro e apocalittico a quelli che lo hanno visto come una rivalutazione ottimistica delle speranze dell'umanità.[31] Le domande sul 2001 vanno dall'incertezza sulle sue implicazioni per le origini e il destino dell'umanità nell'universo[32] all'interpretazione di elementi delle scene più enigmatiche del film, come il significato del monolito o il destino dell'astronauta David Bowman. Ci sono anche domande più semplici e più banali sulla trama, in particolare le cause della rottura di Hal (spiegate in precedenti bozze ma mantenute misteriose nel film).[33][34][35][36]


Il computer HAL 9000


Lo stesso argomento in dettaglio: HAL 9000.
L'occhio di HAL 9000
L'"occhio" di HAL 9000

Taluni hanno ipotizzato che l'acronimo "HAL" (in inglese, diminutivo del nome Henry) derivasse dal marchio "IBM" prendendo le lettere precedenti (nell'ordine alfabetico) di quest'ultimo: I → H, B → A, M → L. Arthur C. Clarke, coautore della sceneggiatura, ha seccamente smentito anni dopo tale idea, ribadendo quanto spiegato nel libro, ossia l'abbreviazione di Heuristically ALgoritmic (programmed computer).

La voce italiana di HAL è dell'attore palermitano Gianfranco Bellini, la cui interpretazione fredda e asettica fu particolarmente apprezzata dal regista.[37]


Il tema dell'intelligenza artificiale


«A me piace lavorare con la gente. Ho rapporti diretti e interessanti con il dottor Poole e con il dottor Bowman. Le mie responsabilità coprono tutte le operazioni dell'astronave, quindi sono perennemente occupato. Utilizzo le mie capacità nel modo più completo; il che, io credo, è il massimo che qualsiasi entità cosciente possa mai sperare di fare.»

(Il computer HAL 9000)

Uno dei temi fantascientifici che maggiormente colpirono pubblico e critica è quello del supercomputer HAL 9000 e della sua ribellione.

Nel film HAL appare dotato di una vera intelligenza artificiale: ha un occhio che gli permette di vedere come un umano e addirittura di leggere il labiale degli umani, parla con una voce del tutto naturale e sembra in grado di provare sentimenti umani. Naturalmente sa giocare benissimo a scacchi e sconfiggere gli esseri umani in questo gioco, come dimostrato nella partita contro Frank Poole, e sa anche fare del male e uccidere, quando si rende conto della possibilità di essere "disattivato".

Su questo tema Clarke e Kubrick erano stati troppo ottimisti: oggi sappiamo che i computer del 2001 sono ben lontani dal traguardo dell'intelligenza artificiale. L'unica previsione realizzatasi alla lettera è quella che i computer sono capaci di battere gli uomini nel gioco degli scacchi, anche quando si trovano a giocare contro dei campioni del mondo, come nel caso di Deep Blue. È curioso tuttavia considerare che nel film non era stata prevista l'evoluzione dei sistemi di salvataggio dei dati: HAL, difatti, dietro richiesta degli astronauti, salva il resoconto di alcune operazioni su scheda perforata. Tuttavia, se si intende la "supremazia" del computer come una oscura prevalenza della tecnologia ovunque diffusa (imprevedibile nelle sue conseguenze e nei suoi condizionamenti sulla cultura umana), è indubitabile l'attualità della visione del regista. Su ciò Kubrick avrebbe degli illustri e molto dibattuti antesignani: il filosofo Martin Heidegger, con la sua "questione della tecnica",[38] e il sociologo Günther Anders, con la sua definizione di "uomo antiquato"[39] (ovvero: l'uomo che, dopo la bomba atomica, produce tecnologia ben oltre le sue capacità di valutarne appieno le conseguenze; per millenni abbiamo immaginato più di quanto non potessimo realizzare, mentre oggi realizziamo più di quanto non siamo poi in grado di controllare, nemmeno con l'immaginazione). Andando ancora a ritroso, lo possiamo trovare negli antichi testi sacri ebraici, dove si parla di un gigante costruito per la difesa del popolo ebraico, chiamato Golem,[40] fatto di argilla, incapace di sentimenti, ma che poi sfugge al controllo del suo creatore, distruggendo ogni cosa sul suo cammino, e guarda caso proprio quando gli viene scritto "morte" sulla testa per renderlo inoperativo.

Kubrick voleva realizzare un altro film sull'intelligenza artificiale, ma la morte lo colse prima di aver completato questo progetto. Il film fu realizzato con il titolo di A.I. - Intelligenza artificiale da Steven Spielberg che sostiene di aver seguito in buona parte le indicazioni di Kubrick.[41]


Influenza culturale



Nella musica



Televisione



Nei fumetti



Giochi


La TSR pubblicò su licenza il modulo di gioco di ruolo 2001: A Space Odyssey (Frank Mentzer, 1984), basato sul suo regolamento Star Frontiers che permetteva di interpretare la storia del film.[47]


Tecnologia e diritto


Una scena in cui gli astronauti utilizzano dei dispositivi hardware costituiti da uno schermo rettangolare circondato da una cornice è stata citata dalla Samsung nell'ambito della causa contro Apple, nel tentativo di invalidare un brevetto di quest'ultima sull'aspetto esteriore dell'iPad, sostenendo che tali caratteristiche erano già presenti in opere precedenti.[48]


Visione futuribile del film



Riconoscimenti


  • 1969 – Premio Oscar
    • Migliori effetti speciali a Stanley Kubrick
    • Candidatura alla migliore regia a Stanley Kubrick
    • Candidatura alla migliore sceneggiatura originale a Stanley Kubrick e Arthur C. Clarke
    • Candidatura alla migliore scenografia a Anthony Masters, Henry Lange e Ernest Archer
  • 1969 – Premio BAFTA
    • Migliore fotografia a Geoffrey Unsworth
    • Migliore scenografia a Anthony Masters, Henry Lange e Ernest Archer
    • Miglior colonna sonora a Wynston Rider
    • Candidatura come miglior film a Stanley Kubrick
    • Candidatura al Un Award a Stanley Kubrick
  • 1969 – Kansas City Film Critics Circle Award
    • Miglior film
    • Migliore regia a Stanley Kubrick
* 1969 – David di Donatello
    • Miglior produttore straniero a Stanley Kubrick
  • 1969 – National Board of Review Award
    • Migliori dieci film
  • 1969 – Cinema Writers Circle Award
    • Miglior film straniero
  • 1969 – Directors Guild of America
    • Candidatura al DGA Award a Stanley Kubrick
  • 1969 – Premio Hugo
    • Migliore rappresentazione drammatica
  • 1968 – Laurel Award
    • Road Show

Note



Annotazioni


  1. Queste sequenze ricalcano maggiormente il racconto originale di Clarke, con l'unica variante del monolito nero al posto della piramide di cristallo. Questa fu una delle prime scene girate, ed inizialmente si tentò di utilizzare la piramide del racconto, ma pare che creasse problemi di ripresa, quindi si sviluppò l'idea del monolito nero. Il romanzo di Clarke, scritto in parallelo con il film, non tenne conto di questa decisione, e presenta ancora un oggetto di cristallo.
  2. Di particolare interesse in questa scena è che, in realtà, non è mai reso esplicito che sia stato HAL ad uccidere Frank, si vede solo la capsula ruotare su sé stessa in direzione del tubo, e poi un drammatico zoom di inquadrature su uno degli occhi di HAL, seguito da una ripresa di Frank che si divincola istericamente nello spazio, con il tubo tranciato.
  3. Entrambi i termini sono menzionati-ovviamente, il primo nell'edizione italiana, il secondo in quella originale-esclusivamente nel romanzo 2001: Odissea nello spazio di Clarke.
  4. Contenuti speciali dell'edizione DVD. In essi è incluso un filmato illustrativo del direttore della rivista d'attualità Look - dove Kubrick esordì come fotografo - indirizzato a dei potenziali clienti, dove si indica l'allora corsa allo spazio quale ottima opportunità per un investimento pubblicitario.

Fonti


  1. 2001: Odissea nello spazio – Info principali, su imdb.com, Internet Movie Database. URL consultato il 7 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2012).
  2. 2001: Odissea nello spazio – Specifiche tecniche, su imdb.com, Internet Movie Database. URL consultato il 7 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2012).
  3. La pagina di GIANFRANCO BELLINI, su antoniogenna.net. URL consultato il 7 novembre 2019.
  4. In una nota introduttiva al racconto stesso pubblicato nell'antologia La sentinella (Edd. Visual Publications)
  5. Morando Morandini, Laura Morandini, Mauro Tassi, Il Morandini 2010, pag 458, Zanichelli, 2010, ISBN 978-88-08-30176-5.
  6. Bruno Lattanzi e Fabio De Angelis (a cura di), 2001: Odissea nello spazio, in Fantafilm. URL consultato il 21 maggio 2015.
  7. (EN) National Film Registry, su loc.gov, National Film Preservation Board. URL consultato il 4 gennaio 2012.
  8. (EN) AFI's 100 Years... 100 Movies, su afi.com, American Film Institute. URL consultato il 12 ottobre 2014.
  9. (EN) AFI's 100 Years... 100 Movies - 10th Anniversary Edition, su afi.com, American Film Institute. URL consultato il 12 ottobre 2014.
  10. 100 Years, 100 Maverick Movies, su rollingstone.com.
  11. Alfonso Moscato, B. Giacomelli, 2001: Odissea nello spazio, Racconto, Scheda filmografica spf, Edizioni Paoline, 1987 p.9
  12. Alfonso Moscato, B. Giacomelli, 2001: Odissea nello spazio, Racconto, Scheda filmografica spf, Edizioni Paoline, 1987 p.10
  13. B. Giacomelli, 2001: Odissea nello spazio, Scheda filmografica spf, Ed. Paoline, 1987 pp.9-10
  14. Spiegazione su vialattea.net, su vialattea.net. URL consultato il 2 agosto 2012.
  15. Paolo Mereghetti, Il Mereghetti: dizionario dei film 2004, Baldini Castoldi Dalai, 2003, pp. 749-750, ISBN 88-8490-419-6.
  16. (EN) Front Projection for "2001: A Space Odyssey", su visual-memory.co.uk. URL consultato il 23 febbraio 2010.
  17. (EN) Murray Leinster Site, su sfsite.com. URL consultato il 24 febbraio 2010.
  18. Herb A. Lightman, Front Projection for '2001: A Space Odyssey', in American Cinematographer. URL consultato il 20 settembre 2012 (archiviato il 2 gennaio 2013).
  19. Confermato quindici anni più tardi con la missione della sonda automatica Voyager 2 con tanto di apprezzamento all'autore Arthr C. Clarke dal Controllo Missione del JPL
  20. La sequenza del sorvolo degli Anelli di Saturno fu utilizzata dal direttore degli effetti speciali Douglas Trumbull, per 2002: la seconda odissea (1972), spacciato per la distribuzione italiana quale il seguito del film di Kubrick.
  21. (EN) SLIT SCAN: RECREATING THE STAR GATE FROM STANLEY KUBRICK'S “2001″ USING LEGOS, su filmmakeriq.com. URL consultato il 30 novembre 2014 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2014).
  22. (EN) 2001: Odissea nello spazio, su boxofficemojo.com, Mojo Box Office. URL consultato il 21 ottobre 2011.
  23. Sheldon Hall, Introduction to 2001: A Space Odyssey, su In70mm.com, 9 aprile 2011. URL consultato il 20 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2011).
  24. "Big Rental Films of 1968", Variety, January 8, 1969 p 15. This figure is a rental accruing to distributors.
  25. Frank Miller, The Critics' Corner on 2001: A Space Odyssey, su Turner Classic Movies. URL consultato il 24 dicembre 2014.
  26. Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 7 marzo 2001.
  27. Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 9 marzo 2001.
  28. Sergio Arecco, George Lucas, Castoro 1995, p. 11.
  29. Stanley, carissimo dittatore - Repubblica.it » Ricerca..
  30. note all'edizione discografica. cfr. CD 2001: the Lost Original Score, Varèse Sarabande, 1993 - libretto di Robert Townsend, con intervista ad Alex North, alla moglie Anna North, e dichiarazioni dei compositori Jerry Goldsmith, Henry Mancini, Elmer Bernstein e John Williams.
  31. Krämer, Peter (2010). 2001: A Space Odyssey. BFI Film Classics. London: British Film Institute, p.8
  32. James Gilbert, Auteur with a Capital A, in Kolker, Robert, ed. (2006). Stanley Kubrick's 2001: A Space Odyssey: New Essays. New York: Oxford University Press. ISBN 0-19-517453-4..
  33. Stephanie Schwam (a cura di), The Making of 2001: A Space Odyssey, Introduzione di Jay Cocks, New York City, Random House, 2010 [2000], p.  86., ISBN 978-0-307-75760-9.
  34. Ben Pearson, Stanley Kubrick Explains The '2001: A Space Odyssey' Ending in Rediscovered Interview, in Slashfilm, 6 luglio 2018. URL consultato il 7 luglio 2018 (archiviato il 6 luglio 2018).
  35. Nicholas Slayton, In Lost Interview, Stanley Kubrick Explains The Ending of 2001: A Space odyssey, in SyfyWire, 5 luglio 2018. URL consultato il 7 luglio 2018 (archiviato il 6 luglio 2018).
  36. Bruce Handy, Sometimes a Broken Glass Is Just a Broken Glass, in The New York Times, 5 aprile 2018. URL consultato il 7 luglio 2018 (archiviato il 7 aprile 2018).
  37. La voce palermitana di 'Odissea nello spazio', in La Repubblica, 9 maggio 2009.
  38. Paolo D'Alessandro, Andrea Potestio, Filosofia della tecnica, LED Edizioni Universitarie, 2006 p.112.
  39. Günther Anders, L'uomo è antiquato, Bollati Boringhieri, 2007.
  40. Moshe Idel, Il Golem, Einaudi, 2006.
  41. Roberto Chiavini, Gian Filippo Pizzo, Michele Tetro, Il grande cinema di fantascienza: da "2001" al 2001, Gremese Editore, 2001 p.194.
  42. Solaris - Lugano Eventi, su luganoeventi.ch. URL consultato il 29 maggio 2020.
  43. Introduction to 2001:A Space Odyssey (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2011)..
  44. The Quote Page (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2012)..
  45. AA.VV., Enciclopedia mondiale del fumetto, a cura di Maurice Horn e Luciano Secchi, Editoriale Corno, 1978, p. 306, 307.
  46. 2001: A Space Odyssey Treasury Edition:: ComicsBox.
  47. (EN) Lawrence Schick, Heroic Worlds: A History and Guide to Role-Playing Games, New York, Prometheus Books, 1991, p.  316., ISBN 978-0-87975-653-6.
  48. Samsung vs Apple: Samsung cita una scena di 2001: Odissea nello spazio, in tuttoandroid.net, 24 agosto 2011. URL consultato il 30 dicembre 2012.
  49. Intervista di Oriana Fallaci riportata nel suo libro Se il sole muore.
  50. (EN) American Film Institute, AFI's 100 YEARS...100 MOVIE QUOTES, su afi.com. URL consultato il 4 gennaio 2020.

Bibliografia



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[de] 2001: Odyssee im Weltraum

2001: Odyssee im Weltraum (Originaltitel: 2001: A Space Odyssey) ist ein Science-Fiction-Film aus dem Jahr 1968 von Stanley Kubrick. Das Drehbuch wurde von Kubrick und Arthur C. Clarke geschrieben und basiert teilweise auf mehreren Kurzgeschichten Clarkes, darunter The Sentinel aus dem Jahr 1948 und Begegnung im Morgengrauen von 1950. Aus der Zusammenarbeit entstand außerdem Clarkes Roman 2001: Odyssee im Weltraum, der kurz nach dem Film veröffentlicht wurde. Der Roman weicht in Details vom Film ab und ist deutlich ausführlicher. In den Fortsetzungen seiner Romanreihe folgte Clarke bei Abweichungen dann jeweils der Filmfassung.

[en] 2001: A Space Odyssey (film)

2001: A Space Odyssey is a 1968 epic science fiction film produced and directed by Stanley Kubrick. The screenplay was written by Kubrick and science fiction author Arthur C. Clarke, and was inspired by Clarke's 1951 short story "The Sentinel" and other short stories by Clarke. Clarke also published a novelisation of the film, in part written concurrently with the screenplay, after the film's release. The film stars Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, and Douglas Rain, and follows a voyage by astronauts, scientists and the sentient supercomputer HAL to Jupiter to investigate an alien monolith.

[es] 2001: A Space Odyssey (película)

2001: A Space Odyssey (conocida como 2001: Odisea del espacio en Hispanoamérica y 2001: Una odisea del espacio en España) es una película de culto británico-estadounidense del género ciencia ficción y épica dirigida por Stanley Kubrick y estrenada el 3 de abril de 1968. Marcó un hito por su estilo de comunicación visual, sus revolucionarios efectos especiales, su realismo científico y sus proyecciones vanguardistas.
- [it] 2001: Odissea nello spazio

[ru] Космическая одиссея 2001 года

«Космическая одиссея 2001 года» (англ. 2001: A Space Odyssey; вариант перевода — «2001 год: Космическая одиссея») — культовый[2][3] научно-фантастический фильм Стэнли Кубрика 1968 года, ставший вехой в развитии кинофантастики и мирового кинематографа в целом. В основу фильма лёг рассказ Артура Кларка «Часовой», который был опубликован в 1951 году. Кларк разработал сценарий вместе с Кубриком ещё до написания романа «2001: Космическая одиссея», вышедшего в свет сразу после фильма.



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