Dieci incredibili giorni (La décade prodigieuse) è un film del 1971 diretto da Claude Chabrol.
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Dieci incredibili giorni | |
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Una scena del film | |
Titolo originale | La décade prodigieuse |
Lingua originale | inglese |
Paese di produzione | Francia, Italia |
Anno | 1971 |
Durata | 110 min |
Rapporto | 1,85:1 |
Genere | drammatico, giallo |
Regia | Claude Chabrol |
Soggetto | Ellery Queen (romanzo) |
Sceneggiatura | Eugène Archer, Paul Gégauff e Paul Gardner |
Produttore | André Génovès |
Casa di produzione | Les Films de la Boétie, Euro International Films |
Fotografia | Jean Rabier |
Montaggio | Jacques Gaillard |
Musiche | Pierre Jansen |
Scenografia | Guy Littaye |
Costumi | Karl Lagerfeld |
Trucco | Jacky Bouban, François-Xavier Leclerc, Jacky Reynal |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Il soggetto è tratto dall'omonimo romanzo poliziesco di Ellery Queen del 1948.
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«Un po' come in Psyco di Hitchcock, il senso del morboso prevale sugli accadimenti, sebbene non manchino neppure questi con la relativa suspense. In un giallo così di testa e votato ai tempi lenti il regista di Le beau Serge e I cugini ha ritrovato a tratti l'antica souplesse corroborata di letteratura, dirigendo in modo perfetto i grossi calibri di cui disponeva, dal greve Welles alla sensibile Jobert, da un arcisofferto Perkins al finissimo Piccoli.» |
(Leo Pestelli su La Stampa del 2 giugno 1972[1]) |
«Mandato avanti da un meccanismo spettacolare a effetto, diviso in dieci capitoli legati ad altrettanti giorni, il film appare realizzato con una bravura che si sforza di attenuare gli artefici del racconto, e di non far considerare superflue le frange intellettualistiche giammai latitanti in un «giallo» psicanalitico. Chabrol ha lavorato con intelligenza non priva di studiati indugi su di una storia di Ellery Queen, dandole abbastanza sovente uno smalto e una tensione seducenti. Interpretazione eccellente, per merito soprattutto di Michel Piccoli (Paul) e dell'attenta e duttile Marlène Jobert, nonché d'un massiccio Orson Welles. Gli isterismi nuocciono invece a Tony Perkins.» |
(Achille Valdata su Stampa Sera del 2 giugno 1972[2]) |
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