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Django è un film del 1966 diretto da Sergio Corbucci.

Django
Titoli di testa del film
Paese di produzioneItalia, Spagna
Anno1966
Durata88 min
Rapporto1,66:1
Generewestern
RegiaSergio Corbucci
SoggettoSergio Corbucci, Bruno Corbucci
SceneggiaturaSergio Corbucci, Franco Rossetti, Piero Vivarelli, José Gutiérrez Maesso, Bruno Corbucci, Fernando Di Leo (non accreditato)[1]
ProduttoreManolo Bolognini
Casa di produzioneB.R.C. Produzione Film (Roma), Tecisa Film (Madrid)
Distribuzione in italianoEuro International Film
FotografiaEnzo Barboni
MontaggioNino Baragli, Sergio Montanari
MusicheLuis Bacalov (tema omonimo diretto da Bruno Nicolai [non accreditato])
ScenografiaGiancarlo Simi
CostumiGiancarlo Simi
TruccoMario Van Riel, Giulio Natalucci
Interpreti e personaggi
  • Franco Nero: Django
  • Loredana Nusciak: Maria
  • Eduardo Fajardo: il maggiore Jackson
  • José Bódalo: il generale Hugo Rodríguez
  • Angel Alvarez: Nataniele
  • Gino Pernice[2]: Jonathan
  • Simón Arriaga: Miguel
  • Silvana Bacci: ragazza nel saloon
  • Ivan Scratuglia: uno sgherro di Jackson
  • José Canalejas: uno sgherro di Hugo
  • Rafael Albaicín: uno sgherro di Hugo
  • Remo De Angelis[3]: Ricardo
Doppiatori italiani
  • Nando Gazzolo: Django
  • Rita Savagnone: Maria
  • Bruno Persa: il maggiore Jackson
  • Mario Feliciani: il generale Hugo Rodríguez
  • Carlo Romano: Nataniele
  • Gianfranco Bellini: Jonathan
  • Ferruccio Amendola: Miguel
  • Arturo Dominici: uno sgherro di Jackson
  • Manlio De Angelis: uno sgherro di Jackson
  • Luciano De Ambrosis: Ricardo

All'uscita nelle sale fu visto come uno dei film più violenti mai prodotti fino ad allora. Proprio la violenza, la crudeltà e il cinismo messi in mostra contribuirono al suo grande successo e a renderlo una pietra miliare del western all'italiana.[1]

Django fu l'affermazione di Sergio Corbucci come regista di successo e rese Franco Nero uno degli interpreti più noti a livello internazionale del genere spaghetti western.[1] La scena iniziale, in cui Django cammina trascinandosi dietro una cassa da morto, è diventata l'etichetta del film e del personaggio.


Trama


Django in cammino, trascinando la bara.
Django in cammino, trascinando la bara.

Sud degli Stati Uniti, al confine col Messico, finita la guerra di secessione: Django è un reduce nordista che cammina con una sella in spalla e trascinando una cassa da morto.

Arrivato nei pressi di un ponte che permette di superare le sabbie mobili, da lontano osserva quattro messicani che frustano una donna, Maria, incolpandola di aver cercato di fuggire. Altri cinque uomini, con dei fazzoletti rossi al collo, intervengono uccidendo i messicani. Ma anche loro sono intenzionati a uccidere la donna, che odiano in quanto messicano-statunitense. Sul punto di essere bruciata viva, Maria viene salvata da Django che elimina i cinque, dimostrando grande rapidità e precisione nell'uso della pistola.

Django e Maria raggiungono il saloon del paese più vicino, una città quasi fantasma le cui strade sono ricoperte di fango. Nel locale uniche ospiti sono un gruppo di prostitute, di cui anche Maria tempo addietro faceva parte. L'albergatore, di nome Nataniele, accoglie i due controvoglia; ha paura che la loro presenza venga presto scoperta dal maggiore Jackson, il capo di una setta razzista, i cui membri indossano fazzoletti o cappucci rossi, che è solito sfogare il suo sadismo sparando a messicani inermi dopo averli spinti a scappare.

Django nel saloon
Django nel saloon

Infatti al saloon si presentano prima fratello Jonathan, un predicatore razzista venuto a estorcere denaro per conto di Jackson, poi lo stesso maggiore con quattro pistoleri, fra cui il temuto e sfregiato Ringo. Django uccide i quattro e risparmia Jackson. Django è tornato in questa città per vendicarsi della morte della moglie, assassinata in sua assenza dagli uomini di Jackson, ma lo lascia andare perché vuole ucciderlo solo dopo aver sterminato tutti i suoi seguaci.

Dopo aver passato la notte con Maria, grata di avere qualcuno che finalmente la protegga, Django attende in strada, solo con la cassa da morto accanto, il ritorno di Jackson e dei suoi quaranta banditi. Al loro arrivo li sorprende tirando fuori dalla bara una mitragliatrice, sotto i cui colpi cadono quasi tutti i nemici, tranne Jackson e pochi altri che riescono a fuggire.

Jonathan col suo orecchio tagliato
Jonathan col suo orecchio tagliato

Mentre Nataniele e Django sono al cimitero di Tombstone,[4] il primo a seppellire i cadaveri, il secondo a visitare la tomba di una donna di nome "Mercedes Zaro", in città Jonathan, anch'egli sopravvissuto, dà la colpa di quanto accaduto a Maria e sobilla alcune delle prostitute. Viene interrotto dall'arrivo dei rivoluzionari comandati dal generale Hugo, gli unici messicani che si opponevano agli uomini di Jackson. Il generale, incolpato Jonathan di essere una spia, gli taglia l'orecchio destro e glielo mette in bocca, per poi ucciderlo sparandogli due volte alla schiena.

Hugo accoglie entusiasta Django, che in passato gli aveva già salvato la vita, ringraziandolo per aver falcidiato il gruppo avverso. Django gli restituisce Maria, che dice di aver salvato per lui, e poi, grazie alla fiducia guadagnata, convince i rivoluzionari a organizzare un attacco al forte dove Jackson deposita le sue ricchezze. Con l'oro del maggiore i messicani potrebbero comprare altre mitragliatrici con cui poter vincere la rivoluzione.

L'assalto al forte riesce, ma al momento della spartizione del bottino il generale si rifiuta di consegnare subito a Django quanto pattuito. La sera, durante i festeggiamenti al saloon, il messicano Ricardo mette le mani su Maria e, scatenata l'ira del generale, tenta di uccidere quest'ultimo. Django gli salva nuovamente la vita e inizia una dura rissa con Ricardo, che rimane ucciso. Hugo come ringraziamento gli offre Maria, ma Django rifiuta, scegliendo un'altra prostituta.
Django non ha intenzione di passare la notte con lei, ma le ordina di spogliarsi in modo da distrarre le sentinelle che la scorgono dalla strada attraverso la finestra. Coperto dal frastuono dei festeggiamenti, Django riesce a raggiungere il capanno dove è custodito il bottino. Riempita con l'oro la bara che si è portato dietro, lascia la mitragliatrice a fare automaticamente fuoco sui messicani che accorrono e fugge su un carro con Maria.

Django sulla tomba di Mercedes Zaro, sua moglie, dopo aver ucciso Jackson e i suoi uomini
Django sulla tomba di Mercedes Zaro, sua moglie, dopo aver ucciso Jackson e i suoi uomini

Arrivato al ponte, la donna gli confessa il suo amore, ma Django è intenzionato comunque a separarsi da lei. Caduta la bara accidentalmente nelle sabbie mobili, Django tenta di recuperarla e finisce anche lui nel fango. Maria cerca di salvarlo ma viene colpita apparentemente a morte dai messicani, che tirano poi fuori Django dalle sabbie mobili. Hugo gli risparmia la vita, memore di essere in debito con lui, ma con la consueta punizione per i ladri, la menomazione delle mani: gli vengono prima fracassate dal messicano Miguel col calcio del fucile, poi calpestate dagli zoccoli dei cavalli.

Pur se gravemente menomato, Django è ancora intenzionato a vendicarsi di Jackson, che nel frattempo, con l'aiuto dell'esercito governativo, ha sterminato Hugo e i rivoluzionari in un'imboscata. Il maggiore uccide poi Nataniele, che dimostra per la prima volta il suo coraggio nascondendo Maria, affidata alle sue cure da Django.

La resa dei conti avviene al cimitero di Tombstone dove Django gravemente ferito alle mani si è portato e aspetta l'arrivo di Jackson e dei suoi; ma Django ha le mani fracassate e non può impugnare la pistola né tanto meno premere il grilletto per sparare. Allora freneticamente e con difficoltà strappa con i denti l'anello inferiore coprigrilletto e appoggia la pistola su una croce del cimitero in modo da tenere premuto il grilletto e sparare portando indietro rapidamente il cane con il palmo della mano. Agendo in questo modo rapidamente riesce ad uccidere Jackson e i suoi ultimi uomini rimasti che erano corsi al cimitero per ucciderlo[5]. Alla fine se ne va, lasciando la pistola presso la tomba da cui aveva sparato, quella di Mercedes Zaro, presumibilmente sua moglie.


Produzione


L'aiuto regista del film è Ruggero Deodato, in seguito famoso per i suoi crudi cannibal movie mentre il direttore della fotografia, Enzo Barboni, in seguito diventerà noto come regista con il nome di E.B. Clucher. L'idea della soggettiva nella scazzottata al saloon si deve al maestro d'armi Gilberto Galimberti.[6]


Colonna sonora


La colonna sonora del film fu scritta da Luis Bacalov, che aveva cominciato l'attività di compositore per il cinema alcuni anni prima, nel 1960. Django fu il suo primo[7] western, seguito già pochi mesi dopo da Quién sabe?.
Sempre composto da Bacalov, ma con la collaborazione di Franco Migliacci, è il tema dei titoli di testa, ripreso anche in quelli di coda. Nel film si può sentire il brano cantato da Rocky Roberts in lingua inglese, ma la RCA Italiana pubblicò nell'album della colonna sonora la versione incisa in italiano da Roberto Fia.[8]


Tracce


  1. La corsa - 1:36
  2. Fango giallo - 2:34
  3. Town of Silence - 1:28
  4. Blue Dark Waltz - 1:04
  5. La corsa (seconda versione) - 2:18
  6. Fruscii notturni - 3:15
  7. El Pajarito - 2:47
  8. Espera Y Ataque - 2:43
  9. Django (strumentale) - 2:52
  10. Django - 2:52
  11. Vàmonos Muchachos! - 1:03
  12. Vàmonos Muchachos! (seconda versione) - 3:02
  13. Vals De Juana Yimena - 1:02
  14. Vàmonos Muchachos! - 2:41
  15. Town of Silence (seconda versione) - 1:18
  16. Corrido - 4:26
  17. Preludio - 1:57
  18. Duello nel fango - 1:18

Gli "altri" Django e il vero seguito


Lo stesso argomento in dettaglio: Seguiti di Django.

Il successo internazionale di questo film è stato sfruttato da diverse altre produzioni che ne hanno utilizzato il nome del protagonista pur non avendo nulla a che fare con l'originale.

Fra i vari, Django spara per primo (1967) di Alberto De Martino, Pochi dollari per Django (1967) di León Klimovsky, Django il bastardo (1969) di Sergio Garrone, Django sfida Sartana (1970) di William Redford (Pasquale Squitieri), W Django! (1971) di Edoardo Mulargia, Arrivano Django e Sartana... è la fine (1971) di Dick Spitfire (Demofilo Fidani). Preparati la bara! (1968) di Ferdinando Baldi con Terence Hill nel ruolo di Django fu ideato dalla stessa casa di produzione e venne scelto Hill dopo il rifiuto di Nero che farà il seguito Django 2 - Il grande ritorno (1987) di Ted Archer (pseudonimo di Nello Rossati), dall'insolita ambientazione colombiana.

In Germania diverse decine di spaghetti western vennero distribuiti adattando la traduzione dei titoli affinché contenesse il nome Django.[9]

Nel 2007, il regista Takashi Miike - con la partecipazione di Quentin Tarantino - ha presentato alla Mostra del cinema di Venezia il film Sukiyaki Western Django. È un tributo al Django originale e una rivisitazione del genere spaghetti western, collocato in uno scenario giapponese.

Inoltre, proprio Tarantino ha girato nel 2012 un suo western, ambientato nel Profondo Sud ai tempi della schiavitù, intitolandolo Django Unchained come omaggio a questo film. Il protagonista, interpretato da Jamie Foxx, si chiama anch'egli Django, e Franco Nero compare in un cameo; i titoli di testa sono accompagnati dalla canzone Django di Bacalov e Migliacci (anche se viene attribuita solo a Bacalov).


Citazioni e riferimenti



Note


  1. Giusti, p. 144.
  2. Accreditato come Jimmy Douglas
  3. Accreditato come Erik Schippers
  4. Tombstone in inglese vuol dire "pietra tombale"; Tombstone è anche il nome di una delle città protagoniste della storia del Far West.
  5. Il numero esatto è disputabile: mentre nella scena precedente, al saloon, gli incappucciati accanto a Jackson sono sei, in quella finale solo cinque uomini oltre a Jackson vengono mostrati arrivare al cimitero, però sette sono i colpi di pistola che Django spara per ucciderli.
  6. Django (1966) - Recensione Blu-ray, su silenzioinsala.com, Silenzio in Sala.com. URL consultato il 29 gennaio 2012.
  7. Giusti, p. 414.
  8. Giusti, p. 147.
  9. Morando Morandini, "Django" da "Il Morandini. Dizionario dei film.". URL consultato il 7 marzo 2013.
  10. «[Djustine] è una fusione tra il pistolero Django, dall'omonimo film western all'italiana di Sergio Corbucci, e Justine di De Sade» dal sito ufficiale[collegamento interrotto] dell'editore del fumetto. URL consultato il 7 marzo 2013.
  11. (EN) Cowboy Bebop: Anime Guide Volume 4, Tokyopop, 21 maggio 2002, ISBN 1-931514-08-9.

Bibliografia



Altri progetti



Collegamenti esterni


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[en] Django (1966 film)

Django (/ˈdʒæŋɡoʊ/ JANG-goh)[5] is a 1966 Italian Spaghetti Western film directed and co-written by Sergio Corbucci, starring Franco Nero (in his breakthrough role) as the title character alongside Loredana Nusciak, José Bódalo, Ángel Álvarez and Eduardo Fajardo.[6] The film follows a Union soldier-turned-drifter and his companion, a mixed-race prostitute, who become embroiled in a bitter, destructive feud between a gang of Confederate Red Shirts and a band of Mexican revolutionaries. Intended to capitalize on and rival the success of Sergio Leone's A Fistful of Dollars, Corbucci's film is, like Leone's, considered to be a loose, unofficial adaptation of Akira Kurosawa's Yojimbo.[2][7][8]
- [it] Django (film 1966)

[ru] Джанго (фильм, 1966)

«Джа́нго» (итал. Django) — спагетти-вестерн режиссёра Серджо Корбуччи, снятый в окрестностях Мадрида в 1966 году и породивший множество неофициальных продолжений и ремейков.



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