L'ultimo samurai (The Last Samurai) è un film del 2003 diretto da Edward Zwick. Ambientato in Giappone durante la Ribellione di Satsuma, è stato candidato a quattro premi Oscar e a tre Golden Globe.
L'ultimo samurai | |
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Titolo originale | The Last Samurai |
Lingua originale | inglese, giapponese |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America, Nuova Zelanda, Giappone |
Anno | 2003 |
Durata | 150 min |
Genere | avventura, drammatico, storico, azione |
Regia | Edward Zwick |
Soggetto | John Logan |
Sceneggiatura | John Logan, Marshall Herskovitz, Edward Zwick |
Produttore | Marshall Herskovitz, Edward Zwick, Tom Cruise, Paula Wagner, Scott Kroopf, Tom Engelman |
Produttore esecutivo | Ted Field, Richard Solomon, Vincent Ward, Charles Mulvehille |
Casa di produzione | Warner Bros. Pictures, Radar Pictures, The Bedford Falls Company, Cruise/Wagner Productions |
Distribuzione in italiano | Warner Bros. Pictures |
Fotografia | John Toll |
Montaggio | Steven Rosenblum, Victor Du Bois |
Effetti speciali | Paul J. Lombardi, Jeffrey A. Okun |
Musiche | Hans Zimmer |
Scenografia | Lilly Kilvert, Christopher Burian-Mohr, Gretchen Rau |
Costumi | Ngila Dickson |
Trucco | Lois Burwell, Kenny Myers, Conor O'Sullivan, Janice Alexander |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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1876. Nathan Algren, ex capitano dell'esercito statunitense e veterano del Settimo Cavalleria che lavora pubblicizzando i fucili Winchester, riceve la proposta di addestrare l'esercito dell'imperatore giapponese Meiji allo scopo di eliminare i samurai ribelli. Il capitano accetta la missione, che vede solo come un modo per far soldi e fuggire dall'atroce ricordo delle guerre indiane (che peraltro lo ha spinto all'alcolismo) e, arrivato in Giappone, trova un Paese nel pieno dello scontro tra la frenetica corsa alla modernità voluta dal giovane imperatore e una cultura millenaria legata alla filosofia del Bushido.
I generali giapponesi vogliono affrettare la fine della guerra e inviano subito le loro truppe contro i samurai, anche se Algren cerca invano di convincerli che i loro uomini non sono pronti: la decisione si rivela, infatti, troppo affrettata e l'esercito, composto soprattutto da contadini, viene sconfitto dai ribelli. Con la fuga disordinata dei suoi sottoposti, Algren rimane da solo e ferito ma non si arrende neanche ai samurai che, scesi da cavallo per finirlo, lo circondano; agli occhi del comandante avversario Katsumoto, tuttavia, la sua testardaggine vale a redimerlo ritenendola una dimostrazione di personalità e senso dell'onore e per questo dà ordine di risparmiarlo e portarlo al proprio villaggio.
Col tempo Algren impara a conoscere la cultura giapponese tradizionale scoprendo che i ribelli combattono per l'Imperatore senza alcuna velleità secessionista; suo mentore è lo stesso Katsumoto che, seppur contrario all'occidentalizzazione, non disprezza affatto la cultura esterna ma anzi dimostra di esserne molto incuriosito. Il capitano decide quindi di schierarsi al fianco dei ribelli e progressivamente incomincia a essere trattato da pari dai samurai che aveva in precedenza combattuto: uno dei primissimi abitanti del villaggio con cui instaura un rapporto personale è Taka, sorella di Katsumoto e vedova di Hirotaro (ucciso dallo stesso Algren in battaglia), di cui finisce per innamorarsi.
Katsumoto incontra, quindi, l'imperatore - del quale, in passato, egli stesso è stato mentore e maestro - per giungere ad una tregua ma questi non riesce ad opporsi al primo ministro Omura e agli altri politici, interessati solo ad arricchirsi con l'apertura all'Occidente: Katsumoto viene dunque arrestato e, sebbene la tradizione gli imponesse il suicidio rituale del seppuku, Algren e gli altri lo liberano e lo convincono a morire combattendo onorevolmente, ingaggiando nel frattempo uno scontro contro i militari messi a guardia di Katsumoto in cui suo figlio perderà la vita. Tutti i samurai sono consapevoli che non possono reggere il confronto con le armi da fuoco dell'esercito, ma nonostante ciò Katsumoto decide comunque di procedere con Algren al suo fianco dopo avergli donato l'armatura di Hirotaro.
Nella battaglia finale i samurai, anche se nettamente inferiori all'avversario, sembrano inizialmente riuscire a tenergli testa sconfiggendo due squadroni; avendo tuttavia subito ingenti perdite e consapevoli dell'imminente arrivo dei rinforzi, i samurai si lanciano in una carica suicida a cavallo: molti cadono sotto il fuoco dei cannoni e dei fucili (tra cui Ujio, braccio destro di Katsumoto e amico di Algren), mentre gli ultimi vengono falciati dalle mitragliatrici Gatling. Alla fine Katsumoto supplica Algren di dargli il colpo di grazia e l'ex capitano esegue: i soldati dell'esercito, dopo aver assistito all'estremo sacrificio del leader ribelle, riscoprono i loro valori e si inchinano commossi davanti al cadavere di Katsumoto.
Algren, fortunatamente sopravvissuto, ottiene tempo dopo udienza con l'imperatore, a cui consegna la spada di Katsumoto: Meiji, commosso dal sacrificio del suo vecchio maestro, decide allora di annullare gli accordi con il governo statunitense per l'acquisto delle loro armi e di confiscare i beni della famiglia Omura, colpevole di non aver agito nell'interesse dell'Impero. Algren fa quindi ritorno al villaggio di Katsumoto per riunirsi con Taka e la sua famiglia.
Il film fu girato in gran parte in Nuova Zelanda, con una troupe composta principalmente da giapponesi e con una produzione americana. Diverse scene del Tempio furono girate in Giappone, presso il Tempio di Engyo-ji (Monte Shosha), nella prefettura di Himeji. Per l'inquadratura del Fuji furono usati modelli in CGI sovrapposti a immagini della vista da Yokohama. Per ricreare molte scene nel villaggio, la produzione scelse la Warner Bros. Studios, in California.
Il film è stato distribuito negli Stati Uniti il 5 dicembre 2003 e in Italia il 9 gennaio 2004.
La colonna sonora del film è stata composta da Hans Zimmer ed è stata pubblicata il 25 novembre 2003 dalla Elektra Records (poi Warner Music Group).
La pellicola ebbe un grandissimo successo al botteghino, incassando complessivamente 456 758 981 dollari, superando il budget di circa 140 milioni. Anche in Italia ha avuto un ottimo successo e un incasso di 18 134 000 euro.
La pellicola ottenne anche pareri molto positivi da parte della critica. Tomomi Katsuta di The Mainichi Shinbun, affermò che il film fu «un grande passo in avanti rispetto ai precedenti tentativi americani di ritrarre il Giappone»[1]. Negli Stati Uniti il critico Roger Ebert diede al film tre stelle e mezzo su quattro,[2] mentre il sito Rotten Tomatoes segnala che, su una base di 222 recensioni, il 66% dei critici hanno dato al film una recensione positiva.[3]
Il film descrive e rappresenta eventi storici realmente accaduti anche se ne stravolge la dimensione cronologica:
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