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Morte a Venezia è un film drammatico del 1971 diretto da Luchino Visconti, tratto dal romanzo La morte a Venezia dello scrittore tedesco Thomas Mann. Presentato in concorso al 24º Festival di Cannes, grazie al quale Visconti vinse un Premio speciale del venticinquesimo anniversario. È il secondo capitolo della "trilogia tedesca", di cui fanno parte anche La caduta degli dei (1969) e Ludwig (1973).[1]

Morte a Venezia
Gustav e Tadzio sulla spiaggia dell'albergo
Paese di produzioneItalia, Francia, Stati Uniti d'America
Anno1971
Durata130 min
Rapporto2,40:1
Generedrammatico
RegiaLuchino Visconti
SoggettoThomas Mann (romanzo)
SceneggiaturaNicola Badalucco e Luchino Visconti
ProduttoreLuchino Visconti
Produttore esecutivoMario Gallo
Casa di produzioneWarner Bros.
FotografiaPasquale De Santis
MontaggioRuggero Mastroianni
MusicheGustav Mahler, Franz Lehár, Modest Petrovič Musorgskij e Ludwig van Beethoven
ScenografiaFerdinando Scarfiotti
CostumiPiero Tosi
TruccoMaria Teresa Corridoni, Gilda De Guilmi, Mario Di Salvio, Mauro Gavazzi, Goffredo Rocchetti e Luciano Vito
Interpreti e personaggi
  • Dirk Bogarde: Gustav von Aschenbach
  • Romolo Valli: direttore dell'albergo
  • Mark Burns: Alfred
  • Nora Ricci: governante
  • Marisa Berenson: signora von Aschenbach
  • Carole André: Esmeralda
  • Björn Andrésen: Tadzio
  • Silvana Mangano: madre di Tadzio
  • Leslie French: agente di viaggi
  • Franco Fabrizi: barbiere
  • Antonio Apicella: il girovago
  • Sergio Garfagnoli: Jaschu, giovane polacco
  • Ciro Cristofoletti: ragazzo dell'hotel
  • Luigi Battaglia: Scapegrace
  • Nicoletta Elmi: piccolina a tavola
Doppiatori italiani
  • Massimo Foschi: Gustav von Aschenbach
  • Giancarlo Giannini: Alfred

«La storia di un uomo ossessionato dalla bellezza ideale.»

(Tagline dell'edizione DVD)

Trama


Venezia, 1911, il compositore Gustav von Aschenbach si reca al Lido, all'Hotel des Bains, per un periodo di riposo al fine di riprendersi da una crisi cardiaca di cui aveva sofferto qualche tempo prima. Qui, il maturo protagonista resta colpito dalla bellezza efebica di un giovanissimo polacco, Tadzio, che frequenta la spiaggia dell'hotel. Se ne infatua, e l'innamoramento provoca nel suo animo una crisi profonda che lo porta da un lato a contrastare questo suo sentimento, dall'altro a volerlo assecondare vivendone tutte le emozioni.

Egli deciderà alla fine di rimanere silenziosamente accanto al ragazzo, limitandosi a osservarlo e a cercare di continuo di resistere alle sue emozioni a cui, però, cederà spesso, tanto da ricorrere alla tintura dei capelli e a un trucco pesante, presso un barbiere, nell'illusione di conservare una giovinezza ormai superata. Gustav non lascerà più Venezia, nonostante gli sia ormai chiaro che vi imperversa un'epidemia di colera; sempre più debole, trascorrerà i suoi ultimi momenti sulla spiaggia del Lido in contemplazione del suo amato.


Produzione



Cast


I flashback dei ricordi di von Aschenbach, infatti, riprendono episodi mutuati dalla vita di Mahler come la giovane moglie e la morte della figlia e l'ambientazione in paesaggi alpini[2].
La stessa introduzione del personaggio di Alfred, con cui von Aschenbach intrattiene diversi dialoghi sull'arte e sulla psicologia, è introdotto volontariamente da Visconti e da Badalucco su ispirazione del personaggio di Adrian Leverkühn dell'ultimo romanzo di Mann, il Doctor Faustus. Si opera, quindi, una sorta di contaminazione tra due romanzi ma anche tra due visioni diverse dell'arte[3].
La stessa idea del finale in cui il volto di von Ashenbach viene solcato da rivoli neri dovuti alla finta coloritura dei capelli che si scioglie col sudore, riprende un episodio di Mahler raccontato da Mann riguardante un concerto tenuto in Germania[4].
La scelta sull'attore Bogarde non sembrò adatta agli inizi delle riprese, in quanto l'attore non si presentava fisicamente adeguato nella costruzione del personaggio, anche se adatto per altri aspetti, per cui si dovette ricorrere al trucco[4].

Sceneggiatura


Visconti, Garfagnoli e Andrésen
Visconti, Garfagnoli e Andrésen

Visconti aveva lavorato alla sceneggiatura del film con Nicola Badalucco che aveva già collaborato con lui a La caduta degli dei, co-sceneggiato con Enrico Medioli.

L'idea di Visconti di girare un film su questo romanzo di Mann era viva da tempo, come anche per altri registi dell'epoca, ma la letterarietà di un romanzo poco descrittivo e tutto vissuto su analisi introspettive e su una forte intimità del protagonista, rendevano l'impresa molto difficile perché non si presentava facilmente ad una messa in scena.

Badalucco, infatti, ammise che il lavoro di progettazione della sceneggiatura aveva richiesto oltre sei mesi per riuscire a fissare i punti principali della messa in scena e in questo lavoro furono diverse le modifiche e le aggiunte apportate all'opera di Mann[3]

Visconti per tantissimi aspetti resta, invece, fedele al libro almeno per quei pochi richiami figurativi come ad esempio la scena dell'ascensore o il primo incontro.


Tematica omosessuale

L'opera di Visconti venne accusata di presentare in maniera troppo esplicita la tematica omosessuale di von Aschenbach, che invece nel romanzo rimane latente: l'autore si concentra più sul declino dell'artista che sull'amore per il ragazzo. Secondo Badalucco, questa caratteristica fu voluta perché Mann non aveva mai negato la tematica omosessuale, anzi, quando aveva presentato il proprio romanzo al suo editore descrisse chiaramente che si trattava di una storia d'amore di un artista senescente che si invaghisce di un adolescente.


Riprese


Le riprese sono state effettuate all'Hotel des Bains del Lido di Venezia, così come le scene esterne, mentre le scene di flashback ambientate in Austria sono state riprese sulle Dolomiti e in Trentino. Le scene esterne sulla spiaggia sono state girate agli Alberoni, al Lido di Venezia.


Colonna sonora


Le musiche del film sono per lo più tratte dal repertorio di Gustav Mahler, con Adagietto, ossia IV movimento della Quinta Sinfonia, con il primo movimento che è una marcia funebre (in tema con il film), e Sehr Langsam Misterioso, la quarta parte del II movimento della Terza. Visconti e Badalucco, nel loro percorso di progettazione del film, avevano scoperto che Mann in realtà si era ispirato a Mahler per il protagonista (non a caso si chiama Gustav); Badalucco racconta come, durante la stesura della sceneggiatura, i due ascoltassero spesso le musiche di Mahler per trarne ispirazione[3].

Vi sono comunque alcuni brani non afferenti al repertorio di Mahler:


Riconoscimenti


  • 1971 - David di Donatello
    • Migliore regista a Luchino Visconti
  • 1972 - Nastro d'argento
    • Regista del miglior film a Luchino Visconti
    • Migliore attrice non protagonista a Silvana Mangano
    • Migliore fotografia a Pasqualino De Santis
    • Migliori costumi a Piero Tosi
    • Nomination Migliore attore non protagonista a Romolo Valli
  • 1971 - Globo d'oro
    • Miglior film a Luchino Visconti
  • 1971 - Festival di Cannes
    • Premio speciale del 25º Anniversario a Luchino Visconti
    • Nomination Palma d'oro a Luchino Visconti
  • 1972 - Premio Oscar
    • Nomination Migliori costumi a Piero Tosi
  • 1972 - Premio BAFTA
    • Migliore fotografia a Pasqualino De Santis
    • Migliore scenografia a Ferdinando Scarfiotti
    • Migliore colonna sonora a Vittorio Trentino e Giuseppe Muratori
    • Migliori costumi a Piero Tosi
    • Nomination Miglior film
    • Nomination Migliore regia a Luchino Visconti
    • Nomination Miglior attore protagonista a Dirk Bogarde

Documentario


Lo stesso argomento in dettaglio: Alla ricerca di Tadzio.

Manifesti e locandine



Curiosità



Note


  1. Enrica Leone, Visconti e l’espressionismo nella trilogia tedesca, su luchinovisconti.net. URL consultato il 10 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 15 febbraio 2016).
  2. Mahler abitò in Carinzia dove sposò Alma Schindler da cui ebbe due figlie, ma la prima, Maria Anna, morì a 5 anni di difterite.
  3. "Dall'idea al film" nei Contenuti Speciali di Morte a Venezia, DVD Warner Bros.
  4. "Piero Tosi: il creatore dei costumi" nei Contenuti Speciali di Morte a Venezia, DVD Warner Bros.

Bibliografia



Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 316751699 · LCCN (EN) n96076501 · GND (DE) 4170565-8 · BNF (FR) cb16146725q (data) · J9U (EN, HE) 987009950831205171
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[de] Tod in Venedig (Film)

Tod in Venedig (Originaltitel: Morte a Venezia), auch Der Tod in Venedig, ist der Titel eines Films von Luchino Visconti aus dem Jahre 1971. Er beruht auf der gleichnamigen Novelle von Thomas Mann und ist die bekannteste Adaption dessen Werkes.

[en] Death in Venice (film)

Death in Venice (Italian: Morte a Venezia) is a 1971 historical drama film directed and produced by Italian filmmaker Luchino Visconti, adapted by Visconti and Nicola Badalucco from the 1912 novella of the same name by German author Thomas Mann. It stars Dirk Bogarde as Gustav von Aschenbach and Björn Andrésen as Tadzio, with supporting roles played by Mark Burns, Marisa Berenson and Silvana Mangano. It was filmed in Technicolor by Pasqualino De Santis, with a soundtrack featuring classical composers such as Gustav Mahler, Ludwig van Beethoven and Modest Mussorgsky. It is the second part of Visconti's thematic "German Trilogy"—preceded by The Damned (1969) and followed by Ludwig (1973).

[es] Muerte en Venecia (película)

Muerte en Venecia (título original: Morte a Venezia) es una película franco-italiana de 1971, dirigida por Luchino Visconti. Adapta la novela corta La muerte en Venecia, del escritor alemán Thomas Mann.[1]
- [it] Morte a Venezia (film)

[ru] Смерть в Венеции (фильм)

«Смерть в Венеции» (итал. Morte A Venezia) — драматический кинофильм итальянского режиссёра Лукино Висконти, вышедший на экраны в 1971 году, экранизация одноимённой новеллы Томаса Манна, затрагивающая тему жизни и смерти, а также однополой любви[3]. Фильм был отмечен наградами и номинациями крупнейших премий и призами на кинофестивалях[4]. Главные роли исполнили Дирк Богард и Бьёрн Андресен[5].



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