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Adamo (in ebraico: אָדָם?, in arabo: آدم, ʾĀdam) è il nome, secondo l'ebraismo, il cristianesimo e l'islam, del primo uomo. Il racconto della discendenza di tutti gli uomini da un unico progenitore è il fondamento della fratellanza di tutti i popoli.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Adamo (disambigua).
Sant'Adamo
Michelangelo Buonarroti, Creazione di Adamo, volta della Cappella Sistina (1511 circa)
 

Primo uomo e Patriarca

 
Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Ricorrenza24 dicembre
Attributifoglia di fico

Etimologia


L'ebraico 'dm significa uomo o, come nome proprio Adamo; nella maggioranza dei casi ha valore collettivo e indica la specie umana, come il latino homo, può quindi essere tradotto umanità, gli uomini, ma può anche indicare un singolo individuo.[1]

L'autore della Genesi, in diversi passi (Genesi 2,7;3,19[2]) connette il nome di Adamo con l'ebraico אדמה, adāmā, "terra", "suolo". Si tratta di un'etimologia popolare, non scientifica, basata su un'assonanza.


La creazione del primo uomo nelle tradizioni religiose



Tavolette sumere


La creazione dell'uomo è descritta nelle tavolette sumere di Enki e Ninma[3] [4].IV. Enki crea l'uomo: LL. 24-37: "Alle parole di sua madre Namma, Enki si alzò dal suo letto, il dio in Ḫalanku, il suo angoletto delle riflessioni, si batté la coscia con il palmo della mano, il saggio, l’intelligente, l’accorto che conosce tutto ciò che è perfetto ed artistico, il creatore che forma ogni cosa, fece apparire il Sigen ed il Sigšar (= la matrice o meglio le ovaie), Enki stese il suo braccio verso di esse e là crebbe un feto! Enki, il creatore, dopo aver infuso parte della sua intelligenza all’interno della creatura, sua emanazione, a sua madre Namma rivolse la parola: «Madre mia, alla creatura che tu avrai formato, imponi la corvée degli dèi! Dopo che tu avrai mescolato l’interno della fertile creta dell’Abisso, Sigen e Sigšar gratteranno la creta e tu (allora) farai esistere i loro arti, Ninmaḫ sia la tua aiutante; Ninimma, Šuzianna, Ninmada, Ninbarag, Ninmug, Dududuḫ ed Erešgunna possano assisterti durante il tuo parto; madre mia, decidi il destino della creatura; Ninmaḫ possa assoggettarla alla corvée!»


Antico Egitto


Nell'Antico Egitto il dio che ha creato il primo uomo si chiama Khnum. Il dio Khnum è un vasaio che modella la creta e sul suo tornio modella l'uomo con la creta, poi lo pone nel ventre della sua aiutante. Si credeva che egli creasse tutti i bambini sul suo tornio da vasaio, forgiandoli con cura nel’argilla e piantandoli come un seme nel ventre della madre. Nel suo lavoro era assistito da Satet e Anuqet.[5] Una rappresentazione di Khnum nell'atto di creare l'uomo al tornio si vede nel tempio di Mammisi a Dendera.[6]


Antico Testamento


Creazione di Adamo, formella del Campanile di Giotto, Andrea Pisano, 1334-1336
Creazione di Adamo, formella del Campanile di Giotto, Andrea Pisano, 1334-1336
Eva viene estratta già formata dal fianco di Adamo (Lorenzo Maitani e bottega, dettaglio della facciata del duomo di Orvieto).
Eva viene estratta già formata dal fianco di Adamo (Lorenzo Maitani e bottega, dettaglio della facciata del duomo di Orvieto).
Adamo, 1260 circa, Hôtel de Cluny, Parigi.
Adamo, 1260 circa, Hôtel de Cluny, Parigi.

La creazione di Adamo ed Eva viene narrata nel libro della Genesi in due brani: il primo, brevissimo, in Genesi 1,26-28[7] ed il secondo in Genesi 2,7-22[8]. Il primo racconto insegna la dignità dell'uomo, creato a immagine di Dio, e la sua signoria sul creato. Il secondo racconto viene considerato un approfondimento del tema, che consente di meglio definire la responsabilità dell'uomo per la custodia del creato e la parità fra uomo e donna, preparando anche il racconto del peccato originale. Secondo la critica biblica moderna, si tratta di due testi che derivano da fonti diverse.

Nella prima versione la creazione dei primi uomini si inserisce nello schema dei sette giorni ed è visto come l'apice del lavoro di Dio, essendo stato creato infatti per ultimo – il sesto giorno – e contemporaneamente alla donna:

« E Dio disse: Facciamo l'uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza: domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra.

E Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
Dio li benedisse e disse loro: Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra. »   ( Genesi 1,26-28, su laparola.net.)

Nella seconda versione – a differenza della prima, in cui l'uomo è creato per ultimo e contemporaneamente alla donna – l'uomo è invece creato prima delle piante e degli animali di cui dovrà prendersi cura (Genesi 2,4-7[9]) plasmando la terra e infondendogli il soffio divino, mentre la donna è creata solo successivamente (dopo piante (2,8-15[10]), animali e uccelli (2,18-20[11]) da una costola (o meglio dal costato, cioè dal fianco) dell'uomo stesso (2,21-25[12])[13]:

«  Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente. »   ( Genesi 2,7, su laparola.net.)

Si osservi che Dio infonde il suo spirito solo nell'essere umano e non negli animali. Il racconto, quindi, segnala che Dio aveva inizialmente dotato Adamo (e di conseguenza Eva creata con carne della sua carne e ossa delle sue ossa) di una vita soprannaturale, la condivisione dello stesso spirito vitale di Dio. Questa condivisione sarà persa con la ribellione dell'uomo alla volontà divina (il "peccato originale"), con cui è incompatibile. Il corpo dell'uomo, invece, è fatto solo di terra, cioè polvere impastata con acqua (l'acqua, che induce il suolo a produrre i vegetali, è simbolo della vita naturale). La parola ebraica adam, «uomo», presenta infatti la stessa radice della parola ebraica adamà, «terra». Nel versetto 3,19 la morte dell'uomo è descritta come un ritorno alla sola polvere proprio perché la vita soprannaturale descritta simbolicamente tramite la condivisione del soffio divino, era già stata perduta.[14]

E dalla sua "costola" sarebbe stata generata la prima donna[15], Eva:

« Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull'uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e richiuse la carne al suo posto. Il Signore Dio formò con la costola, che aveva tolta all'uomo, una donna e la condusse all'uomo. »   ( Genesi 2,21-22, su laparola.net.)

Questo racconto sembra descrivere un intervento chirurgico, ma per alcuni biblisti il testo descriverebbe solo il sogno con cui Dio insegna ad Adamo che la donna che gli avrebbe presentato al suo risveglio era "carne della sua carne e osso delle sue ossa".[16]


Nuovo Testamento


Anche nel Nuovo Testamento vengono richiamate le figure di Adamo ed Eva, ma perlopiù in modo marginale. Ad esempio si veda il Vangelo secondo Matteo 19,4-5[17]. La figura di Adamo, però, acquista un'importanza teologica fondamentale quando San Paolo la confronta con Gesù Cristo, il nuovo e ultimo Adamo. Si veda la Lettera ai Romani 5,12-21[18] oppure la Prima lettera ai Corinzi 15,20-50[19].


Il monogenismo e la scienza


La Bibbia afferma che tutti gli uomini sono fratelli perché tutti discendono da uno stesso padre, Adamo (monogenismo). Nei secoli 1700-1800 queste affermazioni vennero attaccate violentemente dagli illuministi e poi dai positivisti che ritenevano che le razze umane fossero distinte e prive di apparentamenti. La questione aveva un importante risvolto politico e sociale perché il monogenismo biblico era utilizzato per lottare contro il commercio degli schiavi africani, sul quale lucrava parte della borghesia.

Questo dibattito sembra essere all'origine o comunque aver influenzato gli studi di Charles Darwin sull'evoluzione del genere Homo sapiens. Secondo un'interpretazione, Darwin proveniva da una famiglia profondamente legata alla Bibbia e rigorosamente attiva nel movimento per l'abolizione dello schiavismo (suo nonno Josiah Wedgwood aveva disegnato il logo ufficiale del movimento abolizionista) e fu condotto a formulare la sua teoria dell'evoluzione naturale dal desiderio di dimostrare scientificamente la fratellanza delle razze umane.[20]

La teoria monogenista è tuttora discussa dalla scienza moderna, ma con sviluppi sorprendenti, abbastanza diversi dalle ipotesi bibliche. Secondo gli studi di genetica sarebbe esistito un unico progenitore maschio (Adamo cromosomiale-Y) e un'unica progenitrice (Eva mitocondriale), ma vissuta migliaia di anni dopo di lui.


La creazione di Eva dalla "costola" di Adamo


Il mito della creazione di Eva dalla carne di Adamo insegna la consustanzialità dell'uomo e della donna (in Genesi 1,23 Adamo definisce Eva "carne della mia carne e ossa delle mie ossa").


La Bibbia parla veramente di una costola?


Si osservi che la parola latina costa, utilizzata nella Bibbia in latino e da Tommaso d'Aquino, significa sia "costola" sia "fianco". Per questo motivo gli artisti medievali che dipinsero o scolpirono la creazione della donna, rappresentarono una figura femminile completamente formata che usciva dal fianco di Adamo addormentato.

Anche la corrispondente parola ebraica tradotta normalmente come "costola" (צלע, =tzelà) ha un significato molto ampio[21], riconducibile sempre a quello di "metà".[22] Eva non viene creata dopo Adamo, ma solo separata da lui. Il testo biblico, quindi, insegna la consustanzialità e complementarità dell'uomo e della donna. Diverse interpretazioni di questo passo furono proposte nel corso del tempo, tra cui quella basata sul mito di Aristofane o dell'androgino di Platone; un'interpretazione che ebbe numerosi cultori nell'antichità da Filone di Alessandria a Origene e Gregorio di Nissa. [23]


Interpretazione teologica


Nella Summa Theologiae[24] San Tommaso d'Aquino spiega che la donna fu convenientemente creata dalla costola di Adamo: Era conveniente che la donna fosse formata con la costola dell'uomo. Primo, per indicare che tra l'uomo e la donna deve esserci un vincolo di amore. D'altra parte la donna "non deve dominare sull'uomo" , e per questo non fu formata dalla testa. Né deve essere disprezzata dall'uomo come una schiava; perciò non fu formata dai piedi. - Secondo, per una ragione mistica: perché dal costato di Cristo dormiente sulla croce dovevano scaturire i sacramenti, sangue e acqua, con i quali sarebbe stata edificata la Chiesa.

La creazione di Eva dal fianco di Adamo, quindi, simboleggia l'unione paritaria fra uomo e donna e anticipa simbolicamente l'unione fra Cristo e la Chiesa, rappresentata come un matrimonio nel Nuovo Testamento (Es: Ap 19,7-8). Dal costato di Gesù morto in croce, trafitto dalla lancia di un soldato romano, uscirono sangue e acqua, che simboleggiano i due sacramenti dell'Eucaristia e del Battesimo sui quali fu istituita la Chiesa.


Credenze falsamente associate al racconto biblico


Secondo una credenza popolare abbastanza diffusa, gli uomini avrebbero una costola in meno rispetto alle donne, eredità dell'asportazione subita da Adamo. In realtà gli uomini e le donne hanno lo stesso numero di costole. È però importante notare che in molti testi di ampia diffusione, soprattutto relativi alla storia della scienza, viene erroneamente raccontato che in passato questa credenza fosse una vera e propria tesi scientifica accettata e consolidata, derivante dal racconto biblico ed imposta di fatto come dogma dalle autorità religiose.

A questo proposito, a volte viene anche raccontato che Andrea Vesalio, padre della moderna anatomia, sia stato condannato a morte dall'Inquisizione per aver spiegato nelle sue opere[25] che uomini e donne hanno esattamente lo stesso numero di costole. In realtà questo è un falso storico, in quanto Vesalio non venne mai condannato da nessuno né per questo né per altri motivi, né ebbe mai scontri con la Chiesa, né le sue opere vennero mai considerate eretiche[Nota 1].

Del fatto che, anche in passato, la presunta costola mancante fosse solo una credenza popolare e non un dogma né una tesi scientifica, si possono portare molte prove. Uno dei principali teologi ed apologeti cristiani, Origene (185-254), nella sua opera Contra Celsum, spiega che il racconto della creazione di Eva non deve essere preso alla lettera, bensì deve essere interpretato per trovare le verità filosofiche contenute in esso. Lo scolastico Guglielmo di Conches (circa 1080, 1154) suggerisce che Eva fosse stata modellata dall'argilla che era sotto ad Adamo e non letteralmente creata da una sua costola[26]. Il cardinale Tommaso De Vio (1469-1534), uno dei più importanti teologi cattolici nel periodo della nascente Riforma protestante, spiegava che il racconto della creazione di Eva deve essere interpretato come una parabola, in quanto qualunque interpretazione letterale sarebbe assurda[27]. Non vi è quindi traccia di alcun dogma sulla costola mancante.

Sul fatto che essa non sia mai stata presa in considerazione come ipotesi scientifica si può citare ad esempio la Pseudodoxia epidemica, pubblicata nel 1646, celebre opera enciclopedica di Thomas Browne sugli errori comuni della sua epoca, in cui c'è un articolo espressamente dedicato alla credenza della costola mancante negli uomini: il fatto viene appunto spiegato essere solo un'errata credenza popolare.

Lo stesso Vesalio, nel suo De Humani Corporis Fabrica, quando si tratta di confutarli, cita espressamente Aristotele, Galeno ed altri studiosi ed anatomisti (anche suoi contemporanei). Ma nel caso della costola di Adamo, egli fa riferimento solo a ciò che crede il volgo ("Quod autem viros costa quapiam in altero latere destituitos, ac viros unius costae numero a muliere superari, vulgus opinatur, ridiculum plane est".[25]). Questa credenza viene quindi definita da Vesalio "semplicemente ridicola" (ridiculum plane est): se essa fosse stata un dogma religioso, egli non si sarebbe mai permesso di utilizzare un'espressione del genere.

È molto probabile che la storia relativa a Vesalio e la costola di Adamo sia stata inventata da Andrew Dickson White nel suo libro del 1896 History of the Warfare of Science with Theology in Christendom (Storia del Conflitto tra Scienza e Teologia nella Cristianità), libro assai famoso e pesantemente criticato ormai da tutti i moderni storici per aver diffuso moltissimi falsi miti sulla storia dei rapporti fra scienza e fede, miti che sono all'origine della cosiddetta Tesi del Conflitto tra fede e ragione.[Nota 2]

Sacro Monte di Varallo, Cappella I Il peccato originale: Adamo ed Eva, statue del Tabacchetti
Sacro Monte di Varallo, Cappella I Il peccato originale: Adamo ed Eva, statue del Tabacchetti

Sull'aneddoto della condanna di Vesalio infatti sembra non esistere alcuna fonte precedente al 1896 e per quanto riguarda il presunto "dogma" della costola mancante nei maschi si può citare il fatto che, ancora nel 1840, un testo statunitense di anatomia[28] parli solo di credenza popolare ("vulgar notion"); ancora nel 1846 un testo di storia della letteratura europea[29], descrivendo la Pseudodoxia Epidemica, faccia proprio riferimento alla credenza della costola mancante, definendola una questione superficiale ed insignificante anche per i tempi di Browne; e, ancora nel 1856, nella sua opera Popular errors explained and illustrated, John Timbs riporti pari pari la stessa spiegazione soprammenzionata di Thomas Browne.

Ma a partire dalla pubblicazione del libro di White nel 1896 fino ad oggi, il racconto della condanna di Vesalio e del presunto dogma della costola mancante si è diffuso in molti libri di storia della medicina, storia della scienza e storia dei rapporti tra scienza e fede. Inoltre il libro di White, nonostante un enorme impianto bibliografico, non riporta la fonte specifica di queste informazioni.


Il peccato di Adamo e l'origine del male


Il male oggettivo (malattia, morte, disastri naturali, ecc.) e morale è una caratteristica universale e difficile da accettare per chi crede che esista un Dio creatore e amante dell'umanità. Perciò la Bibbia offre un racconto eziologico che attribuisce l'origine del male a uno stato universale di allontanamento dell'uomo da Dio che ha avuto origine già con Adamo. L'obiettivo del racconto è anche di insegnare che il bene e il male non possono essere stabiliti da un singolo individuo (o da un re), ma sono stabiliti dal Creatore e perciò sono un dato "oggettivo".

Il racconto biblico colloca Adamo in un contesto soprannaturale: un "giardino di delizie" (il giardino dell'Eden), la cui posizione geografica è evocata citando nomi geografici remoti e perciò quasi favolosi.[30] In Eden Dio fa crescere ottimi alberi da frutto, la cui presenza esenta Adamo dallo sforzo di lavorare la terra, e al centro del giardino pone due alberi mitici, i cui frutti conducono rispettivamente alla vita e alla morte. Essi, quindi, sono simbolo dell'alternativa morale, che anche Adamo, come ogni uomo dopo di lui, deve affrontare. Adamo può cibarsi liberamente di tutti i frutti, anche di quelli dell'albero della vita, ma è avvisato di astenersi da quelli dell'albero della conoscenza del bene e del male. La "conoscenza" associata all'albero del bene e del male non è di tipo puramente intellettuale, ma è la capacità di stabilire quali comportamenti debbano essere puniti o ricompensati.[31]

Il racconto del peccato originale è centrato sulla colpa di Adamo e sulle sue cause. Il divieto divino di mangiare il frutto dell'albero del bene e del male è dato solo ad Adamo, perché la creazione di Eva viene opportunamente posticipata. Sarà Eva, comunque informata del divieto, a convincere Adamo a mangiare il frutto proibito. La colpa di Adamo, quindi, è quella di dare ascolto alle parole di un altro essere umano, anziché a quelle di Dio. Eva appare meno responsabile sia perché non ha ricevuto direttamente la proibizione, sia perché questa sembra essergli stata riferita in modo impreciso: Dio avrebbe addirittura proibito di toccare l'albero del bene e del male (cfr. Gen 3,3). Secondo un'interpretazione ebraica, Eva avrebbe verificato che nulla succedeva toccando l'albero e perciò si sarebbe convinta che anche l'ordine di Adamo di non mangiarne i frutti era erroneo e non corrispondeva a un ordine divino.

Il serpente tentatore è una creatura (Gen 3,1), ma ovviamente non è un animale qualsiasi.[32] Nella cultura mesopotamica il serpente sacro viveva alla corte della divinità suprema (El a Ugarit; Marduk a Babilonia) ed era associato alla magia anche tramite la radice linguistica dei due vocaboli. Nella cultura biblica, però, tutte le divinità pagane sono solo nomi di demoni.[33] Il ruolo del serpente, indispensabile per la finezza psicologica del racconto, contiene quindi anche una polemica anti-idolatrica. La promessa ingannevole di poter conseguire uno status divino grazie alla semplice consumazione di un frutto allude ai vani riti magici delle religioni pagane. La condanna del serpente a strisciare per terra sarebbe un'inutile eziologia se il serpente fosse un semplice animale e un dettaglio fuorviante se il serpente fosse un semplice travestimento del diavolo della tradizione giudeo-cristiana, ma diventa completamente comprensibile nella cultura mesopotamica, in cui il mušḫuššu (= "serpente infuriato") era una divinità dotata di quattro zampe.

Il triangolo Adamo, Eva, serpente assomiglia a quello Salomone, mogli idolatre, loro idoli (1 Re 11,1-8). Anche Salomone si allontanò da Dio per dare ascolto ad altri esseri umani. Altre somiglianze fra il racconto di Adamo e quello di Salomone sono note.[34] Nei due racconti, quindi, sarebbe anche simboleggiata la storia d'Israele, indotto ad adottare i culti idolatrici dai popoli circostanti, a cui era legato da molti rapporti commerciali e culturali (rappresentati dal legame di Salomone con le mogli pagane), con l'esito di smarrire la propria identità religiosa e indipendenza politica. In sintesi, la radice di ogni peccato consiste secondo la Bibbia nel non dare ascolto alla parola di Dio. Nel successivo quarto capitolo della Genesi si illustra come il peccato di Adamo, apparentemente molto modesto, si amplifica nei suoi discendenti: l'autonomia etica dell'uomo diventa con Caino libertà da ogni legame economico-familiare e con Lamech da ogni etica civile.


Discendenza e morte di Adamo secondo la Bibbia


Adamo con Eva generò Caino e Abele (Genesi 4,1[35]). Alla morte di Abele per mano di Caino, Eva generò un altro figlio, Set, la cui discendenza sostituirà quella di Abele (Genesi 4,25[36]). Ciò avvenne quando Adamo raggiunse l'età di centotrenta anni. Da Set discenderanno i cultori di YHWH e in particolare il popolo ebraico e forse per questo la Bibbia specifica che Set fu generato "a immagine e somiglianza" di Adamo. Anche a Caino, però, viene attribuita una discendenza, che è dedita alla pastorizia, alla musica e alla metallurgia. Dopo di loro Adamo ed Eva generarono ancora altri figli e figlie, di cui però non viene detto nulla (Genesi 5,3-4[37]). Adamo visse fino all'età di 930 anni (Genesi 5,5[38]).


Adamo nella tradizione post-biblica


Adamo compare in molti scritti apocrifi sia di origine ebraica (Vita di Adamo ed Eva; Apocalisse di Mosè) che cristiana (La caverna del tesoro, Vita di Adamo, Testamento di Adamo).


Le figlie di Adamo


La Bibbia non è una cronaca e perciò trascura le notizie considerate teologicamente irrilevanti, per esempio i nomi delle figlie di Adamo, sulle quali tuttavia sussistono numerose tradizioni extrabibliche, che assegnano ad Adamo un numero di figli e figlie variabile fra 14 e 140[39].

Secondo il Libro dei Giubilei, composto probabilmente tra il 160 ed il 150 a.C.,[40] dopo la morte di Abele Caino sposò sua sorella Awan, che gli avrebbe dato un figlio di nome Enoch; Set sposò la sorella Azura, di quattro anni più giovane che diede alla luce Enos.[41]

L'ignoto autore del Libro delle Antichità Bibliche (primi decenni del I secolo d.C.) scrive: "Era l'inizio del mondo quando Adamo ebbe tre figli e una figlia: Caino, Noaba, Abele e Seth" (1.1) la moglie di Caino si chiamava Themech.(2.1)[42]

Secondo un testo molto più tardo, l'Apocalisse dello Pseudo-Metodio (composto verso il 692 d.C.)[43], Caino avrebbe avuto una gemella di nome Calmana ed Abele una di nome Debora-[44]

Nelle Cronache di Jerahmeel, una compilazione del XIV secolo basata su scritti molto più antichi a cura di Eleasar ben Asher ha-Levi, è riportato che "Adamo generò tre figli e tre figlie, Caino e sua moglie gemella Calmana, Abele e sua moglie gemella Deborah, Seth e sua moglie gemella Noaba."[45]

Nella letteratura rabbinica la questione dell'esistenza di due figlie gemelle di Caino ed Abele fu ampiamente discussa: Bereshit Rabbah XXii, 2 scrive: "Rabbi Joshua b. Qarha said: "Two lay down and seven rose up: Cain and his twin sister, Abel and his two twin sisters. "[46]

Il nome di Calmana come moglie di Caino è citato anche da Gedaliah ibn Yahya ben Joseph (c. 1515 – 1587) nel Sefer Shalshelet ha-Ḳabbalah (fol. 92b dell'edizione di Venezia, 1587).

Sulla figura di Calmana nel Medioevo sono sorte varie leggende[47]; alcuni testi la citano come moglie di Caino: Ad esempio John Gower nel suo Confessio amantis (1390) scrive: "First twin boys, Cain and Abel, were born, then two daughters, Calmana and Delbora. Cain married Calmana and Abel married Delbora, for in those first days there was no law against incest." ("Incipit Liber Octavus") e Martin Lutero nella sua ultima opera, il Commento alla Genesi, scrive: "E gli ebrei, inoltre, dicono che Eva partorì due gemelli ad ogni nascita, un maschio e una femmina; ed affermano che Caino si sposò con sua sorella Calmana, e Abele con sua sorella Debora. Se queste affermazioni siano vere o no non lo posso affermare. Non so. Ma non sono vitali per gli interessi della Chiesa, e non c'è nulla di certo al riguardo."[48]


Altre leggende ebraiche


Una raccolta delle tradizioni su Adamo contenute nella Mishnah e nel Talmud si trova nell'opera di Louis Ginzberg The Legends of the Jews (7 volumi, 1909-1938) [49]

Lo stesso argomento in dettaglio: Tohu e Tikun.

Adam Qadmon, l'uomo originario


La locuzione Adam Qadmon (אדם קדמון, espressione ebraica[Nota 3]) secondo la cabbala, corrente mistica dell'Ebraismo, è il primo uomo, emanazione delle perfezione assoluta; raffigurato come asse principale di dieci cerchi concentrici, le sĕfirōt (sfere della creazione), in modo così da essere simbolo dell'universo stesso; considerato androgino, nella mistica ebraica antica è considerato contaminato con Dio; più tardi, nel Libro di Bahir, la dimensione umana (ʿAsiyah) rivela la struttura mistica della divinità, con le sue membra corrispondenti alle sette sante forme di Dio[50]. La prima Sephirah, che cinge la testa dell'Adam Qadmon, in ebraico si chiama Keter, che in italiano significa ‘corona’, e corrisponde cabalisticamente all'arcangelo Metatron.


Nell'accezione originale ebraica significa ‘uomo delle origini’ o ‘antico’ infatti ha qadmoni significa ‘delle origini’ ma anche ‘primordiale’, invece ha rishon significa ‘primo’ o ‘del principio’.

Il termine "Adam Qadmon" indica un "uomo supremo" inteso non come "uomo" in senso fisico ma come modello ancestrale, celeste, metafisico da cui avrà poi origine l'umanità della dimensione terrena.

Nella mistica ebraica la figura dell'Adam Qadmon è associata ai passaggi prima della Creazione, al suo svolgersi ed al significato dell'origine di essa racchiusa negli elementi del suo sviluppo. Secondo l'esegesi cabalistica l'uomo, in quanto ultima creatura creata, è la più perfetta e completa del Creato e, come tale, racchiude ontologicamente tutti gli elementi spirituali e materiali di quelle precedenti; per la propria completezza è la creatura più fedele alla totalità della sapienza divina. Secondo questa teoria l'uomo è l'essenza della totalità, espressione del Mondo Superiore e del Mondo Inferiore, ed è così possibile conoscere ogni aspetto della realtà prestando attenzione anche unicamente alla creatura uomo; l'Adam Qadmon è quindi l'archetipo della totalità creativa precedente al completamento della Creazione nonché suggello della stessa, anche per il suo ordine e per le opere di Dio per mantenerne l'esistenza e le cause e gli effetti (138 Aperture di Saggezza, Chaim Luzzatto); per la prima affermazione vi se ne associa la primordialità: affine ed attinente a questo principio è quello delle Sephirot. In particolare, l'Adam Qadmon è il primo tra i partzufim (personificazioni o ipostasi del divino) a manifestarsi nel vuoto del chalal (risultato della contrazione - tzimtzum - dell'"infinita luce di Dio" - Or Ein Sof).
Importante l'accostamento tra l'uomo superno ed il Kohen Gadol: negli insegnamenti della Qabbalah entrambe le figure connotano infatti una natura spirituale speculare, una è corrispettiva all'altra.


Cultura persiana

In quella persiana viene indicato come spirito del bene assoluto che fattosi uomo alla fine dei tempi, sconfigge definitivamente l'Adam Belial, incarnazione del male assoluto.


Nel cristianesimo


La storia di Adamo, raccontata dai primi capitoli della Genesi, è il fondamento di due insegnamenti chiave della religione cristiana: la fratellanza universale di tutti gli uomini e la diffusione universale del male, a cui pone rimedio solo Gesù Cristo. Per questo motivo, nonostante alcuni teologi lo ritengano inessenziale alla fede, la predicazione ufficiale della Chiesa cattolica tuttora presenta Adamo come un personaggio realmente vissuto e, con Eva, progenitore di tutta l'umanità (monogenismo). Questo viene ribadito nel Catechismo della Chiesa Cattolica (Compendio del 2005, quesiti: 7[51], 75[52] e 76[53]) ed è stato, tra gli altri, sottolineato nell'enciclica di papa Pio XII Humani Generis del 1950:

«I fedeli non possono abbracciare quell'opinione i cui assertori insegnano che dopo Adamo sono esistiti qui sulla terra veri uomini che non hanno avuto origine, per generazione naturale, dal medesimo come da progenitore di tutti gli uomini, oppure che Adamo rappresenta l’insieme di molti progenitori.»

I teologi della chiesa antica, fra cui soprattutto Agostino d'Ippona, elaborarono la dottrina del peccato originale sulla base deal racconto del peccato di Adamo e della contrapposizione fra Adamo e Gesù nella Lettera ai Romani di Paolo di Tarso. La dottrina era influenzata anche dalla traduzione latina probabilmente erronea del versetto 5,12 della lettera di Paolo e diede adito alla controversia col pelagianesimo.[54] La Chiesa cattolica ritiene storico anche l'episodio del peccato originale – commesso da Adamo insieme a Eva – anche se le modalità esecutive del peccato possono essere state tutte diverse da quelle illustrate con un "linguaggio d'immagini" nel libro della Genesi3[55]. Lo storico del Cristianesimo Remo Cacitti[56], in merito, ritiene: "Che la colpa di un remoto e mitico progenitore ricada su tutti i discendenti attraverso i secoli può risultare credibile solo in base a un'obbedienza dogmatica. La Chiesa, però, continua a ritenerla centrale nella sua dottrina, come ribadisce anche l'ultimo catechismo[Nota 4], che definisce il peccato originale «un fatto accaduto all'inizio della storia dell'umanità». Un «fatto», dunque, nonostante le ricerche abbiano restituito a quel racconto il suo carattere mitico. Tanto più che la creatura uscita dalle mani di Dio «a sua immagine e somiglianza», cede al peccato alla prima tentazione offerta da un improbabile serpente che parla. Come ha scritto il teologo Vito Mancuso, davanti a una tale fragilità «bisognerebbe parlare di un difetto di fabbricazione»".
Le incongruenze rilevate ironicamente da Remo Caccitti si ridimensionano notevolmente non appena ci si rende conto che la Genesi parla della perdita di uno stato soprannaturale goduto da Adamo, non della colpa di un progenitore che ricade indiscriminatamente su tutti i discendenti. Il Catechismo, inoltre, proprio nel brano citato da Caccitti parla di un "linguaggio d'immagini", cioè non obbliga a interpretare letteralmente il racconto di Gen 3, un testo "legittimamente celebre per la finezza psicologica di cui dà prova l'autore nell'analisi della tentazione e dei suoi vari momenti".

Adamo è venerato dalla Chiesa cattolica come santo, con ricorrenza il 24 dicembre. "Il nostro progenitore, in realtà, non gode di un culto liturgico proprio, ma sia in Occidente che in Oriente, egli è venerato insieme a tutti gli antenati di Gesù Cristo ed i giusti del Vecchio Testamento, in un’unica celebrazione collettiva."[57].


Nell'islam


L'islam riserva ad Adamo una posizione del tutto privilegiata, essendo considerato il primo profeta dell'islam e il primo musulmano, cioè il primo uomo sottomesso alla volontà di Dio.

Nel Corano, è con queste parole che Dio annuncia agli angeli la creazione dell'uomo:

Il giorno che {Allah} decise di crearlo {l'essere umano}, comunicò questa Sua decisione agli angeli. Essi dissero: “Vuoi forse creare chi porterà la corruzione e spargerà il sangue sulla terra?”. {Allah} disse: “In verità, Io so ciò che voi non sapete” (Sūra al-Baqara/ La Giovenca, 2:30).

Per dimostrare agli angeli che nell'uomo c'è molto più di quanto loro credano, Dio insegna ad Adamo i nomi di tutte le cose, mostrando così loro le sue grandi capacità intellettive:

Insegnò ad Adamo tutti i nomi {tutte le realtà}. Quindi chiese agli angeli: “Ditemi ora i loro nomi”. Dissero: “Non v'è sapere in noi all'infuori di ciò che Tu Stesso ci hai insegnato {non possiamo imparare ciò che tu stesso non ci hai insegnato}”. Egli disse ad Adamo: “O Adamo, informali dei nomi di queste {cose}”; quando {Adamo} li mise al corrente dei nomi di quelle {cose}, Allah disse agli angeli: “Non vi avevo forse detto che Io conosco l'arcano dei cieli e della terra {conosco ciò che sicuramente non conoscete}, ciò che voi manifestate e ciò che tenevate nascosto?” (Sūra al-Baqara, La Giovenca 2:31-33).

Secondo un commentario di Muhammad ibn Jarir al-Tabari, Adamo è stato plasmato con la terra (fango di argilla) fatta raccogliere da Dio dagli angeli nel luogo della attuale Mecca, precisamente dove c'è la Kaʿba. Allah mandò per primo l'arcangelo Gabriele (Jibrīl) ma la terra parlò e giurò in nome di Allah che non le si sarebbe presa della materia, poi andò l'angelo Michele (Mikail), ma non ne prese perché nuovamente la terra giurò nel nome di Allah. Infine l'angelo della Morte (ʿAzrāʾīl) andò e, fedele al comando di Allah, non rispettò il giuramento della terra, prese 40 cubiti di essa e li condusse a Dio per plasmare Adamo. Quindi, una volta plasmato, Adamo restò sulla terra per lungo tempo, come una statua di terracotta, con il suo corpo che risuonava al tocco di Iblis (il diavolo), finché Dio gli mandò il suo soffio dandogli vita. Nel Corano, il processo di creazione dell'uomo e la sua natura duale, cioè materiale e spirituale, è così descritta:

“È colui che ha perfezionato ogni cosa creata e dall'argilla ha dato inizio alla creazione dell'uomo, quindi ha tratto la sua discendenza da una goccia d'acqua insignificante, quindi gli ha dato forma e ha insufflato in lui del Suo spirito” (Sūra as-Sajdah, 32:7-9).

Nel bahaismo


Per la religione Bahai, Adamo non è il primo uomo ma il primo profeta, cioè la prima manifestazione di Dio di cui si abbia una notizia storica; prima di lui, possono essere esistite altre civiltà di cui non abbiamo traccia storica. Da Adamo in poi, Dio si è rivelato progressivamente all'umanità tramite una successione di profeti ("ciclo adamico") che arriva fino al Báb.[58] Abdul-Baha ha affermato che la storia di Adamo ed Eva riportata nella Genesi ha un significato simbolico e allegorico.[59]


Altre tradizioni



Nei Veda


Nel Dizionario Filosofico, alla voce "Adamo", Voltaire cita il fatto che negli scritti vedici sia riportata la storia di un uomo chiamato Adimo e di sua moglie Procriti. Questo racconto, spiega Voltaire, sembra essere più antico di quello biblico, ma non si può assumere che la storia di Adamo sia tratta da quella di Adimo, in quanto le due vicende sono completamente diverse. La stessa tradizione brahminica rifiuta ogni possibile contaminazione tra i due testi.


Nella cultura di massa


Nel manga di Record of Ragnarok, Adamo è uno degli umani che combatte al torneo del Ragnarok.

Nell'anime Neon Genesis Evangelion, il primo angelo porta il nome di Adam ed è il progenitore di tutti gli Angeli tranne Lilith, che invece è la progenitrice della razza umana: arrivato per primo sulla Terra ma impossibilitato dal popolare il pianeta con la sua stirpe a causa del successivo arrivo di Lilith, gli Angeli sarebbero quindi visti come i veri eredi del mondo, e le specie terrestri come usurpatori.


Nel teatro



Note


  1. Attualmente i riferimenti più completi e precisi sulla vita di Vesalio sono: C.D. O'Malley, Andreas Vesalius of Brussels, University of California Press 1964 e W. Cushing, A Bio-Bibliography of Andreas Vesalius, Archon Books, 1962
  2. La moderna critica storica è ormai unanime nel condannare il libro di White come antistorico, tuttavia le sue tesi sono ancora molto diffuse al di fuori dell'ambito specialistico. La bibliografia sull'argomento è ormai vasta, citeremo solo alcuni dei titoli più importanti. James Joseph Walsh, The Popes and Science: the History of the Papal Relations to Science During the Middle Ages and Down to Our Own Time, New York, Fordam University Press, 1908 — David C. Lindberg, Ronald L. Numbers, God & Nature: Historical Essays on the Encounter Between Christianity and Science, University of California Press (April 29, 1986) -- Stephen J. Gould, "The late birth of a flat earth" nel libro Dinosaur in a Haystack: Reflections in Natural History, Three Rivers Press (1996) — Colin A. Russell, "The Conflict of Science and Religion" nell'Encyclopedia of the History of Science and Religion, New York 2000, p. 15 — Gary Ferngren (editore), Science & Religion: A Historical Introduction, Baltimore, Johns Hopkins University Press, 2002. ISBN 0-8018-7038-0
  3. La radice deriva dalla parola קמא, Qmʾ ‘primo’.
  4. Il riferimento al Catechismo è Catechismo della Chiesa Cattolica (1992), 390: «Il racconto della caduta (Gn 3) utilizza un linguaggio di immagini, ma espone un avvenimento primordiale, un fatto che è accaduto all'inizio della storia dell'uomo. La Rivelazione ci dà la certezza di fede che tutta la storia umana è segnata dalla colpa originale liberamente commessa dai nostri progenitori». A sua volta, il Catechismo rimanda alla costituzione conciliare Gaudium et spes, 13: «Costituito da Dio in uno stato di giustizia, l'uomo però, tentato dal Maligno, fin dagli inizi della storia abusò della libertà, erigendosi contro Dio e bramando di conseguire il suo fine al di fuori di lui».

Riferimenti


  1. Per approfondire: Fritz Maass, voce ādām, in G. Johannes Botterweck e Helmer Ringgren (a cura di), Grande Lessico dell'Antico Testamento, Brescia, Paideia, 1988, Volume I, colonne 159-186.
  2. Gen 2,7;3,19, su laparola.net.
  3. La creazione dell'uomo descritta nei miti sumeri. Manuel Bonoli. Civiltà Eterne. 7 febbraio 2017.
  4. Giovanni Pettinato, Miti Sumeri, De Agostini, 2013, p. 614.
  5. Khnum il Creatore della vita. Storie e misteri dell'Antico Egitto. Libero-Spazio inwind.
  6. Khnum, il Vasaio Divino, dal Mammisi del Tempio di Dendera.. Mediterraneo Antico.
  7. Gen 1,26-28, su laparola.net.
  8. Gen 2,7-22, su laparola.net.
  9. Gen 2,4-7, su laparola.net.
  10. Gen 2,8-15, su laparola.net.
  11. Gen 2,18-20, su laparola.net.
  12. Gen 2,21-25, su laparola.net.
  13. Bart Ehrman, L'Antico Testamento, Carocci Editore, 2018, pp. 65, 85-87, ISBN 978-88-430-9350-2.
  14. La condizione umana di Adamo (e dei suoi discendenti) dopo il peccato originale non sarebbe comunque semplicemente naturale perché "la chiamata soprannaturale a partecipare alla vita di Dio continuò a sussistere" (Herbert Vorgrimler, Nuovo dizionario teologico, EDB 2004, p. 515).
  15. La parola tradotta usualmente con "costola" ha in realtà, come spiegato nel seguito, un significato ben diverso.
  16. La parola ebraica tradotta con "torpore" viene in altri brani biblici tradotta con "visione". Potrebbe, quindi, trattarsi non di un'operazione chirurgica sotto anestesia, ma di una visione trasmessa ad Adamo dopo averlo posto in uno stato di trance (psicologia)!trance.
  17. Mt 19,4-5, su laparola.net.
  18. Rom 5,12-21, su laparola.net.
  19. 1Cor 15,20-50, su laparola.net.
  20. Adrian Desmond and James Moore, Darwin’s Sacred Cause: Race, Slavery and the Quest for Human Origins, (University of Chicago Press, 2011), 289.
  21. In altri testi biblici viene tradotta con: “lato”, “tavola”, “pezzo”, “battente”, “di mezzo” e “camera laterale”.
  22. La costola di Adamo
  23. van der Lugt, Maaike, "Sex Difference in Medieval Theology and Canon Law," Medieval Feminist Forum (University of Iowa) vol. 46 no. 1 (2010): 101–121
  24. Summa Theologiae, I, 92, 3.
  25. Andrea Vesalio, De Humani Corporis Fabrica, Libro I, capitolo 19
  26. Marjorie O'Rourke Boyle, Senses of Touch: Human Dignity and Deformity from Michelangelo to Calvin, Brill 1998, ISBN 9004111751
  27. T.A.Hart, S.R. Guthrie, Faithful Performances: Enacting Christian Tradition, Ashgate Publishing 2007, ISBN 0754655253
  28. Jerome Van Crowninshield Smith, The Class Book of Anatomy, Boston: Robert S.Davis, Philadelphia: Hogan and Thompson, 1840
  29. Henry Hallam, Introduction to the Literature of Europe in the Fifteenth, Sixteenth and Seventeenth Centuries, terza edizione, Volume III, Londra: John Murray, Albemaele Street 1847
  30. La ricca terra di Avila, citata nella Genesi e nel Libro dei Re è quasi certamente la Valle dell'Indo. Dato che il Ghicon, che penetra nell'Etiopia, è il Nilo, la narrazione cita tutti i quattro grandi fiumi dell'antichità, la cui enorme lunghezza garantiva l'estrema lontananza di Eden. Si veda anche on-line: Meir Bar-Ilan, INDIA and THE LAND of ISRAEL: BETWEEN JEWS and INDIANS in ANCIENT TIMES, Journal of Indo-Judaic Studies, 2001; idem, KING SOLOMON’S TRADE WITH INDIA, ARAM 27:1&2 (2015), 125-137.
  31. Nathan French, A Theocentric Interpretation of ‫הדעת‬ ‫טוב‬ ‫ורע‬: The Knowledge of Good and Evil as the Knowledge for Administering Reward and Punishment, 2021, Vandenhoeck & Ruprecht, FRLANT 283
  32. "La presenza dell'articolo (hannāḥaš) denota un serpente speciale, ben noto allo scrittore e ai lettori, i quali dovettero pensare per lo meno alle varie attribuzioni date all'animale nell'ambiente semitico." in: Emanuele Testa, Genesi, Società San Paolo, Alba 2005, n. 1, p. 83.
  33. Lo afferma il testo greco del salmo 95,6: "Tutti gli dèi pagani sono demoni".
  34. Crispin Fletcher-Louis, “King Solomon, a new Adam and incorporative representative of God’s people (1 Kings 3–4): a text that supports N. T. Wright on Paul and the Messiah”, One God, One People, One Future: Essays in honor of N. T. Wright, J.A.Dunne and E. Lewellen eds., Fortress Press, Minneapolis 2018.
  35. Gen 4,1, su laparola.net.
  36. Gen 4,25, su laparola.net.
  37. Gen 5,3-4, su laparola.net.
  38. Gen 5,5, su laparola.net.
  39. Arturo Graf, Miti, leggende e superstizioni del Medio Evo
  40. James C. VanderKam, Jubilees 1: A Commentary on the Book of Jubilees Chapters 1–21, Minneapolis, Fortress Press, 2018, p. 38.
  41. "Nel sesto settennio egli [Adamo] generò la figlia Azura. E Caino prese per sé, in moglie, sua sorella Awan e costei, alla :fine del quarto giubileo, gli generò Enosh.", "Set prese in moglie la sorella Azura e costei nel quarto (anno), gli generò Enosh." (Il Libro dei Giubilei, in Paolo Sacchi (a cura di), Apocrifi dell'Antico Testamento, Vol. 1, Torino, Utet, 1981, pp. 234-235).
  42. Libro delle Antichità Bibliche (a cura di Antonio Nogara) in: Paolo Sacchi (a cura di), Apocrifi dell'antico Testamento, vol. IV, Brescia, Paideia, 2000, pp. 258-260.
  43. Apocalypse Pseudo-Methodius: An Alexandrian World Chronicle, edito e tradotto da Benjamin Garstad, Cambridge (MA), Harvard University Pres, 2012, Introduction, p. VII
  44. "Know that when Adam and Eve left Paradise they were virgins. In the thirtieth year after their departure from Paradise <Adam knew hls wife Eve and she conceived and> bore Cain their firstborn and his sister Calmana. And after another thirty years she gave birth to Abel along with his sister Deborah." (Apocalypse Pseudo-Methodius: An Alexandrian World Chronicle, Capitolo 1, p. 3.)
  45. The Chronicles of Jerahmeel or, the Hebrew Bible Historiale, a cura di Moses Gaster, Londra, Royal Asiatic Society, 1899, XXVI, p. 54; vedere anche Daniel J. Harrington, The Hebrew fragments of Pseudo-Philo's Liber Antiquitatum biblicarum preserved in the Chronicles of Jerahmeel, Missolua, Society of Biblical Literature, 1974, 1.1, p. 11.
  46. Citato in: John Bowker, The Targums and Rabbinic Literature, Cambridge, Cambridge University Press, 1969, p. 137.
  47. Vedere Genoveffa Palumbo, L'archetipo oscuro e dimenticato della sorella: Calmana, sorella di Caino, Quaderni storici, vol. 29, 1994, pp. 669-700.
  48. Martin Lutero, Commento alla Genesi, IV, 250.
  49. Vedere in particolare nel primo volume il capitolo II (Adam, pp. 1-46 e il capitolo III (The Ten Generations, pp. 47-132)
  50. Lurker 1994, pp. 24-25.
  51. "7. Quali sono le prime tappe della Rivelazione di Dio? Dio, fin dal principio, si manifesta ai progenitori, Adamo ed Eva, e li invita ad un'intima comunione con lui. Dopo la loro caduta, non interrompe la sua rivelazione e promette la salvezza per tutta la loro discendenza. Dopo il diluvio, stipula con Noè un'alleanza tra lui e tutti gli esseri viventi."
  52. "75. In che cosa consiste il primo peccato dell'uomo? L'uomo, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nei confronti del suo Creatore e, disobbedendoGli, ha voluto diventare «come Dio» senza Dio, e non secondo Dio (Gn 3,5). Così Adamo ed Eva hanno perduto immediatamente, per sé e per tutti i loro discendenti, la grazia originale della santità e della giustizia."
  53. "76. Che cos'è il peccato originale? Il peccato originale nel quale tutti gli uomini nascono è lo stato di privazione della santità e della giustizia originali. È un peccato da noi «contratto», non «commesso»; è una condizione di nascita, e non un atto personale. A motivo dell'unità di origine di tutti gli uomini, esso si trasmette ai discendenti di Adamo con la natura umana, «non per imitazione, ma per propagazione». Questa trasmissione rimane un mistero che non possiamo comprendere."
  54. La Vulgata rende il sintagma greco ef’hôi pántes hēmarton con in quo omnes peccaverunt, ma oggi si traduce quia omnes peccaverunt. La traduzione antica conserva l'ambiguità del testo greco.
  55. Gen 3, su laparola.net.
  56. Corrado Augias e Remo Cacitti, Inchiesta sul cristianesimo, Mondadori, 2012, pp. 230-231, ISBN 978-88-04-59702-5.
  57. Sant'Adamo Primo uomo, Archivio
  58. La fede bahai
  59. Laura Clifford Barney, Les leçons de Saint-Jean-d'Acre, Presses universitaires de France, Paris, 1982, p. 315

Bibliografia



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[fr] Adam

Adam (hébreu : אָדָם, araméen/syriaque : ܐܕܡ, arabe : آدم) est un personnage de la Bible et du Coran. Il est mentionné dans le livre de la Genèse lié aux premiers écrits de la Bible datant du premier millénaire avant Jésus-Christ. Dans ce texte, qui fonde la mythologie biblique et les croyances juives, chrétiennes et musulmanes[1], il est le premier Homme (au sens d'être humain), créé par Dieu. Il meurt à 930 ans (Genèse : 5-5).
- [it] Adamo

[ru] Адам

Ада́м (ивр. ‏אָדָם‏‎, букв. человек; однокоренное со словами ‏אדמה‏‎ (адама) — земля и ‏אדום‏‎ (адом) — красный; греч. Ἀδάμ, араб. آدم‎) в Пятикнижии и Коране — первый человек, сотворённый Богом, и прародитель человеческого рода. Муж Евы, отец Каина, Авеля и Сифа. Был изгнан из рая после того, как, ослушавшись Бога, вкусил плод с Дерева познания добра и зла.



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