Ludovico Gonzaga (Mantova, 21 agosto 1460[3] – Gazzuolo, 19 gennaio 1511[4]) è stato un vescovo cattolico italiano, figlio di Ludovico II Gonzaga, marchese di Mantova e di Barbara di Brandeburgo.
Ludovico Gonzaga vescovo della Chiesa cattolica | |
---|---|
![]() | |
![]() | |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Mantova |
Nato | 21 agosto 1460 a Mantova |
Ordinato presbitero | 29 ottobre 1483 |
Consacrato vescovo | non venne mai consacrato[2] |
Deceduto | 19 gennaio 1511 (50 anni) a Gazzuolo |
Manuale |
Ludovico Gonzaga (vescovo) | |
---|---|
![]() | |
Marchese di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino | |
![]() | |
In carica | 1478-1511 |
Successore | Aloisio Gonzaga |
Altri titoli | Signore di Ostiano |
Nascita | Mantova, 21 agosto 1460 |
Morte | Gazzuolo, 19 gennaio 1511 |
Sepoltura | Mantova |
Luogo di sepoltura | Cattedrale |
Dinastia | Gonzaga |
Padre | Ludovico II Gonzaga |
Madre | Barbara di Brandeburgo |
Religione | cattolica |
Fu avviato giovanissimo alla carriera ecclesiastica e nel 1470 divenne protonotario apostolico. Nel 1471 fu nominato abate dell'abbazia di San Tommaso di Acquanegra.[5] Nel 1477 intraprese gli studi giuridici presso l'Università di Bologna. Alla morte del padre nel 1478 ereditò, congiuntamente al fratello Rodolfo, le terre di Canneto, Ostiano, Castel Goffredo, Castiglione, Redondesco e Solferino. Nel 1479 i due fratelli fecero la divisione delle terre e a Ludovico toccarono Castel Goffredo, Castiglione e Solferino.[6]
A Castel Goffredo continuò l'opera intrapresa da Alessandro Gonzaga, riprendendo le opere difensive.[6] Egli stipulò un importante documento per la storia di Castel Goffredo, dove pare si fosse fatto edificare una casa,[7] la "Transazione" del 12 giugno 1480, con la quale il signore cedeva al Comune le fosse e i terragli di Castelvecchio con le relative pertinenze. Iniziò alcune opere di miglioramento del palazzo antistante la piazza,[8] forse collegando tra loro i due edifici già esistenti.[9]
Il 7 ottobre 1483 fu eletto vescovo di Mantova succedendo al fratello, il cardinale Francesco. In questo periodo riuscì a sventare un complotto, ordito dagli altri fratelli Gianfrancesco e Rodolfo, atto ad avvelenare il fratello maggiore Federico, marchese di Mantova, per impossessarsi dello Stato.[10]
Nel 1484 si adoperò affinché a Mantova sorgesse il Monte di Pietà[11] e nello stesso anno fu inviato a Roma con l'intento di poter essere elevato al rango cardinalizio, ma il titolo non gli venne concesso. Fu l'occasione, però, per iniziare la collezione di importanti reperti archeologici.[12] Fuggì da Roma colpita dalla peste e trovò rifugio a Bracciano, ospite degli Orsini.[13]
A causa di contrasti con la famiglia, preferì tenersi lontano dalla città soggiornando a Sabbioneta, Ostiano (dove stava ristrutturando una sua residenza[14]) e Quingentole (tra il 1489 e il 1496) e creando dal 1501 una piccola corte a Gazzuolo presso il nipote Ludovico dove, non essendo stato consacrato e avendo lasciato i compiti spirituali a un vicario, si dedicò al mecenatismo artistico commissionando importanti opere agli artisti dell'epoca, tra questi, Pier Jacopo Alari Bonacolsi l'Antico.[15] Nel castello di Gazzuolo fece realizzare il suo studiolo, alla stregua di altri importanti signori del Rinascimento[16] ed ebbe numerosi ospiti tra i quali Girolamo Casio, Paride da Ceresara, Angelo Poliziano, Giovanni Sabadino degli Arienti, Battista Spagnoli, Niccolò da Correggio e Matteo Bandello,[17] che di lui scrisse:
«… sempre tenne una corte onoratissima di molti e vertuosi gentiluomini, come colui che si dilettava de le virtù e molto largamente spendeva.» |
(Matteo Bandello, Novelle, I, VIII[18]) |
Rivaleggiò con la nipote Isabella d'Este e il padre Ercole I d'Este duca di Ferrara nella acquisizione di importanti opere d'arte, tra le quali un gruppo di vasi in pietra dura appartenuti a Lorenzo de' Medici.[19]
La sua morte, avvenuta alla corte di Gazzuolo[20] il 19 gennaio 1511,[21] venne accolta addirittura con irritazione da Isabella, che in una sua lettera si disse "addolorata" per non aver potuto partecipare al carnevale.[22] Per testamento lasciò in eredità le sue terre al nipote Ludovico di Bozzolo,[23] violando un patto di consignoria col fratello Rodolfo. Si aprì una lunga vertenza sull'eredità davanti alla corte imperiale, che si risolse solo nel 1513 e vide riconosciuti ai nipoti Aloisio e Gianfrancesco rispettivamente i territori di Castel Goffredo e Ostiano. Fu nominato amministratore della vacante diocesi di Mantova Sigismondo Gonzaga.[24]
Venne sepolto nel 1512 nella cattedrale di Mantova.[25]
Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Francesco I Gonzaga | Ludovico II Gonzaga | ||||||||||||
Alda d'Este | |||||||||||||
Gianfrancesco Gonzaga | |||||||||||||
Margherita Malatesta | Galeotto I Malatesta | ||||||||||||
Gentile da Varano | |||||||||||||
Ludovico II Gonzaga | |||||||||||||
Malatesta IV Malatesta | Pandolfo II Malatesta | ||||||||||||
Paola Orsini | |||||||||||||
Paola Malatesta | |||||||||||||
Elisabetta da Varano | Rodolfo II Da Varano | ||||||||||||
Camilla Chiavelli | |||||||||||||
Ludovico Gonzaga | |||||||||||||
Federico I di Brandeburgo | Federico V di Norimberga | ||||||||||||
Elisabetta di Meißen | |||||||||||||
Giovanni l'Alchimista | |||||||||||||
Elisabetta di Baviera-Landshut | Federico di Baviera-Landshut | ||||||||||||
Maddalena Visconti | |||||||||||||
Barbara di Brandeburgo | |||||||||||||
Rodolfo III di Sassonia-Wittenberg | Venceslao I di Sassonia-Wittenberg | ||||||||||||
Cecilia da Carrara | |||||||||||||
Barbara di Sassonia-Wittenberg | |||||||||||||
Barbara di Legnica | Rupert I di Legnica | ||||||||||||
Edvige di Sagan | |||||||||||||
Immagine | Blasonatura | |
---|---|---|
|
Ludovico Gonzaga Vescovo di Mantova D'argento, alla croce patente di rosso accantonata da quattro aquile di nero dal volo abbassato; sul tutto, inquartato: nel primo e nel quarto di rosso al leone dalla coda doppia d'argento, armato e lampassato d'oro, coronato e collarinato dello stesso; nel secondo e nel terzo fasciato d'oro e di nero (Gonzaga di Mantova). Lo scudo, accollato a una croce astile patriarcale d'oro, posta in palo, è timbrato da un cappello con cordoni e nappe di verde. Le nappe, in numero di dodici, sono disposte sei per parte, in cinque ordini di 1, 2, 3. |
![]() |
|
Gianfrancesco | |
---|---|
Figli
| |
Ludovico | |
Figli
| |
Federico I | |
Figli
| |
Francesco II | |
Figli
| |
Federico II | |
Figli
| |
V · D · M |
Predecessore | Marchese di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino (assieme a Rodolfo Gonzaga) |
Successore |
---|---|---|
Ludovico II Gonzaga | 1478 - 1479 | Ludovico Gonzaga |
Signore di Ostiano | Successore | |
1478 - 1511 | Ludovico di Bozzolo | |
Predecessore | Marchese di Castel Goffredo, Castiglione e Solferino | Successore |
Ludovico Gonzaga | 1479 - 1511 | Aloisio Gonzaga |
Predecessore | Vescovo di Mantova | Successore |
---|---|---|
Francesco Gonzaga | 27 ottobre 1483 - 19 gennaio 1511 | Sigismondo Gonzaga |
Abate Commendatario di Santa Maria alla Gironda di Bozzolo | Successore | |
1479 - ? | ? |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 59932878 · CERL cnp00563546 · GND (DE) 12113654X · WorldCat Identities (EN) viaf-59932878 |
---|
![]() | ![]() | ![]() |