Michele (in ebraico: מִיכָאֵל? [mixaˈʔel]; in latino «Quis ut Deus?», “Chi è come Dio?”, che traduce Mîkhā'ēl; in greco antico: Μιχαήλ, letto Mikhaḗl; in latino Michaël; in arabo ميخائيل|, letto Mīkhā'īl) è un arcangelo nell'Ebraismo, nel Cristianesimo (tranne in quello avventista), e nell'Islam. Nel deposito della tradizione delle chiese Cattolica Romana e Ortodossa, nella fede Anglicana e Luterana, egli è chiamato "San Michele l'Arcangelo" (l'Arcangelo per antonomasia), o più brevemente "San Michele". Nella tradizione delle Chiese ortodosse orientali e ortodossa, egli è chiamato "Tassiarca Arcangelo Michele", o più brevemente "Arcangelo Michele"[8].
![]() |
La neutralità di questa voce o sezione sull'argomento religione è stata messa in dubbio.
|
San Michele Arcangelo | |
---|---|
![]() | |
Arcangelo e principe delle milizie celesti | |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 29 settembre e 8 maggio |
Attributi | ali, spada, armatura, diavolo, bilancia, globo crucigero, scettro |
Patrono di | defunti, popolo ebraico[1], guardiano (e custode) della Chiesa Cattolica[2], patrono di Città del Vaticano[3], Francia, Ucraina, Bruxelles, Kiev, Caltanissetta, Arcangelo, Cebu, Filippine, Bielorussia, Germania, Normandia, compatrono di Napoli[4][5][6] e patrono di numerose regioni, città e comuni in tutto il mondo[7] Categorie di persone: infermi, forze dell'ordine, paramedici, marinai, paracadutisti, vigili del fuoco, radiologi, droghieri, soccorritori. In Italia è patrono di: Polizia di Stato, Brigata paracadutisti "Folgore", 9º Reggimento paracadutisti "Col Moschin", Ordine dei Minimi. |
Manuale |
L'attribuzione direttamente nel nome del titolo di santo, che pure ha origine nell'Antico Testamento, non è universalmente accettata da tutte le confessioni religiose. Invece, il nome proprio Michele (in ebraico מיכאל, di tipo teoforico) è tra quelli a cui la Bibbia[9] attribuisce espressamente il titolo di arcangelo, così come anche nei passi biblici che si riferiscono agli altri due ultimi arcangeli riconosciuti dalle citate confessioni: Gabriele[9] e Raffaele[9].
Per la Chiesa cattolica, la solennità liturgica dei tre santi arcangeli ricorre il 29 settembre: in ordine, san Michele Arcangelo, san Gabriele Arcangelo, san Raffaele Arcangelo. San Michele si festeggia anche in queste date che ricordano particolari ricorrenze, e non si trovano nel comune calendario perché in tali date non compare come il Santo del giorno: l'8 novembre, l'8 maggio, il 6 settembre, il 16 ottobre e la terza domenica di Pasqua (la seconda domenica dopo Pasqua).
L'8 maggio 490 d.C., ad esempio, ricorre la data della sua apparizione a san Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto, nella grotta sul Gargano, da cui la devozione riprese a diffondersi rapidamente in tutta Europa[10].
Michele è menzionato sempre con la stessa parola ebraica equivalente di arcangelo (tradotto anche come "principe") in: Gd 9; Ap 12, 7; Zc 13, 1-2; difensore degli amici di Dio in: Dn 10, 13.21; protettore del suo popolo in: Dn 12, 1. Nell'ultimo libro del Nuovo Testamento, l'Apocalisse di Giovanni, dopo la prima guerra in paradiso (menzionata in Ap 12:9, simmetrico a Genesi 3:20-24), l'arcangelo è protagonista nella seconda guerra terrena della donna (Maria, madre di Gesù Cristo) contro il drago.
San Michele Arcangelo guida di nuovo alla vittoria la milizia celeste degli angeli di Dio contro Lucifero, che fu serafino e perciò fratello degli Arcangeli, e i suoi angeli (un terzo del totale), ribelli e apostati. Secondo la profezia, alla fine dei giorni, san Michele Arcangelo è destinato a squillare la tromba annunziatrice del gran giudizio finale, quando, dopo aver ricapitolato ogni cosa in Cristo, il Regno dei cieli verrà riconsegnato da Gesù Cristo a Dio Padre per l'eternità.
L'Islam accetta come rivelazione la totalità di Antico e Nuovo Testamento. Il nome di Mīkāʾīl (ميخائيل), o Mīkīl (ﻣﻴﻜﻴﻞ), è citato nel testo sacro principale, il Corano, quale angelo di pari rango con Jibrīl (Gabriele), inviati da Allah a istruire il profeta Maometto, dettandogli il Corano.
È il Celeste Protettore dell'Ordine dei Minimi di San Francesco di Paola.
Il nome Michele deriva dall'espressione Mi-ka-El che significa "chi è come Dio?". L'arcangelo Michele è ricordato per aver difeso la fede in Dio contro le orde di Satana. Michele, comandante delle milizie celesti, dapprima accanto a Lucifero (Satana) nel rappresentare la coppia angelica, si separa poi da Satana e dagli angeli che operano la scissione da Dio, rimanendo invece fedele a Lui, mentre Satana e le sue schiere precipitano negli Inferi. L'arcangelo Michele è rappresentato in forma di guerriero, infatti porta una spada.
Nel calendario liturgico cattolico si festeggia come "San Michele Arcangelo" il 29 settembre, con San Gabriele Arcangelo e San Raffaele Arcangelo.
Michele è citato nella Bibbia ebraica, nel Libro di Daniele 12,1[11], come primo dei principi e custode del popolo di Israele.
Nel Nuovo Testamento è definito come arcangelo nella Lettera di Giuda 9[12], e nell'Apocalisse di Giovanni 12,7-8[13] Michele è l'angelo che conduce gli angeli nella battaglia contro il drago, rappresentante il demonio, e lo sconfigge. Esso è implicitamente nominato in Giosuè 5:14-15 (Giosuè 5[14]) e in Zaccaria 3:2 (Zaccaria 3[15]). Essendo qui chiamato "Angelo Personale del Signore" possiamo ritrovare la sua figura in Genesi 16,7 che rimanda a I Corinzi 10,4 che a sua volta si ricollega a Esodo 3,2[16] e 23:21[17] che rimandano ad Isaia 9,5[18] e 63,9[19] per poi ritrovarsi in Giudici 2:1[20] e rivelarsi nel collegamento tra Malachia 3:1 e Marco 1,2[21] e Salmo 106:20 e Giovanni 1,1[22].
Secondo la liturgia cristiana, Michele è l'angelo che rivelò l'apocalisse a San Giovanni.
Numerosi sono gli scritti apocrifi vetero e neo-testamentari in cui l'arcangelo Michele compare a vario titolo. Per esempio, nell'Apocalisse di Baruc è scritto che detiene le chiavi del Paradiso; nella Vita di Adamo ed Eva si dice che fu lui ad insegnare ad Adamo a coltivare la terra; nell'Apocalisse di Mosè detta ai figli di Adamo ed Eva i doveri rituali verso i defunti; nel Vangelo di Bartolomeo si racconta che fu lui a portare a Dio la terra e l'acqua necessarie a creare Adamo; nell'Ascensione di Isaia si racconta che fu lui a rimuovere la pietra dal sepolcro di Gesù; nell'Apocalisse della Madre di Dio accompagnò la Vergine in un viaggio infernale per mostrarle le pene a cui sono sottoposti i dannati[23].
In molte immagini Michele tiene spesso tra le mani una bilancia, simbolo di equilibrio. Secondo tradizioni vicine all'ermetismo cristiano, infatti, questo arcangelo regge l'equilibrio del sistema solare e quello del sistema interiore dell'uomo. Secondo questa visione i pianeti principali raffigurano funzioni della psiche e della personalità. Ad esempio il Sole simboleggia il cuore e il centro dell'essere umano, così come è il centro del sistema solare. La bilancia di Michele raffigura perciò il suo ruolo di grande equilibratore.
La spada che impugna rappresenta la potenza di cambiamento e di liberazione, ma anche la capacità di discernere e di distinguere tra il bene e il male.
Un altro suo attributo importante è il drago, su cui trionfa senza però mai ucciderlo definitivamente. Il drago è infatti simbolo del male che dev'essere soggiogato ma mai cancellato del tutto, perché funzionale all'evoluzione[24].
Secondo l'esegesi della religione ebraica l'angelo Michele, che è un Serafino, sostiene il popolo d'Israele e rappresenta il Kohen Gadol nelle Regioni eccelse, è infatti legato alla Sefirah Chesed ed è chiamato "Grande" come il popolo d'Israele.
«...Samek indica Mikael che sostiene Israele, lo difende e ne attesta la rettitudine. Se non fosse per lui, che parla bene nei nostri confronti, non saremmo più al mondo ma egli dice al Santo, benedetto Egli sia: "Israele professa l'Unità proclamando: "Chi è come Dio?" (mi ka E-l)", come è scritto: "Chi è come Te fra gli dei, o Signore" (Es15.11[25]) ... Mikael domina tutti i (gli angeli) principi» |
(Eleazaro da Worms, Il segreto dell'Opera della Creazione) |
L'angelo Michele rivelò alla matriarca Sarah, sposa di Abramo, la nascita del figlio Isacco; inoltre, ormai superata, parlò ad Abramo nell'episodio della prova del sacrificio di Isacco.
Nell'esegesi ebraica vi sono più opinioni rabbiniche che si chiedono se l'angelo che lottò con Giacobbe sia stato Michele o Samael: secondo il testo di Eleazaro da Worms, quando Dio chiese all'angelo Serafino Michele, capo degli angeli officianti, del perché l'avesse ferito, rispose che ciò avvenne per il bene di Giacobbe stesso e dei suoi discendenti, il popolo d'Israele. Quando Giacobbe volle trattenerlo ulteriormente mentre stava approssimandosi l'alba ed il momento del cantico che gli angeli rivolgono a Dio, l'angelo Michele si mise a "gridare" e "piangere", iniziò il cantico dalla Terra, fatte le benedizioni su Giacobbe e la sua discendenza per sempre. Infine, secondo la Volontà divina, l'angelo Michele chiamò poi l'angelo Raffaele, angelo che custodisce la guarigione, per guarire Giacobbe, ma secondo altri venne guarito dal sole che stava sorgendo.[26]
Il nome di Mīkāʾīl (in arabo: ميخائيل), o Mīkīl (in arabo: ﻣﻴﻜﻴﻞ), è citato nel Corano alla sūra II, versetto 98. È indicato come di pari rango rispetto a Jibrīl (Gabriele). Secondo la tradizione, assieme a quest'ultimo, avrebbe provveduto a istruire il profeta Maometto e, secondo un'altra tradizione, sua caratteristica sarebbe quella di non ridere mai.
Le Chiese avventiste identificano l'arcangelo Michele con il Figlio di Dio. Da questo punto di vista, Michele non sarebbe semplicemente un angelo, bensì una teofania della seconda Persona della Trinità divina. Questo sarebbe motivato dalla Bibbia, poiché nell'arco della sua integrità menziona solo ed esclusivamente un arcangelo, il cui nome è appunto Michele; e, dalla Prima lettera ai Tessalonicesi (4:16), in cui l'apostolo Paolo riguardo a Gesù, dice: «Poiché il Signore scenderà dal Cielo con un comando, e con voce d'arcangelo».
In quest'ottica, la parola "arcangelo" significherebbe "capo degli angeli" e dimostrerebbe come questo titolo sarebbe vicino alla locuzione "principe" che usa Daniele[27].
I teologi cristiani, tra i cattolici ed i protestanti, sono concordi nell'identificare, nell'Antico Testamento, l'Angelo del Signore (al singolare) come una prefigurazione del Cristo; quindi una teofania[28].
Gesù nella sua esistenza preumana era conosciuto anche come la "Parola di Dio", che i testimoni di Geova interpretano come "il portavoce del Padre" (Giov. 1:1[29]), e che sia anche in effetti conosciuto come Michele, per il suo unico ruolo di arcangelo o "angelo capo" e di comandante contro Satana[30].
Gesù è anche identificato dai testimoni di Geova sulla base di alcuni passi biblici (vedi per es. Daniele 12,1-7[31]) con l'arcangelo Michele capo dell'esercito angelico che combatte contro il Demonio e il suo esercito nell'Apocalisse.
L'immagine di Michele arcangelo sia per il culto che per l'iconografia, dipende dai passi dell'Apocalisse. È comunemente rappresentato alato in armatura con la spada o lancia con cui sconfigge il demonio, spesso nelle sembianze di drago.
È il comandante dell'esercito celeste contro gli angeli ribelli del diavolo, che vengono precipitati a terra. A volte ha in mano una bilancia con cui pesa le anime (psicostasia), particolare che deriva dalla tradizione islamica (a sua volta derivante dalla mitologia egizia e persiana), ma che non ha nessun fondamento nelle scritture cristiane o nella tradizione cristiana precedente, come dimostra M. Asìn Palacios ne L'escatologia islamica nella Divina Commedia.
Sulla base del libro dell'Apocalisse ne vennero scritti altri dedicati a Michele, che finirono per definirlo come essere maestoso con il potere di vagliare le anime prima del Giudizio.
L'iconografia bizantina predilige l'immagine dell'arcangelo in abiti da dignitario di corte (con il loros) rispetto a quella del guerriero che combatte il demonio o che pesa le anime, più adottata invece in Occidente.
Secondo vari studiosi, tra cui lo scrittore scozzese Robert J. Stewart, San Michele e San Giorgio sono eredi dell'immagine dell'eroe radioso che uccide un drago, parte della fase solare del mito della creazione il cui prototipo fu il dio babilonese Marduk[32]. «In epoca ellenistica l'equinozio autunnale, come quello primaverile, era consacrato a Mitra-Sole considerato demiurgo e cosmocrator, signore e animatore del cosmo, la cui funzione era simboleggiata da una sfera che teneva in mano; ma anche mediatore cosmico e dunque, per tanti aspetti, analogo a Ermes-Mercurio. […] Molte funzioni equinoziali e mediatrici di Mitra-Sole-Ermes vennero ereditate da san Michele, la cui festa cade in Occidente nel periodo subito successivo all'equinozio…»[33].
Nella messa tridentina San Michele è ricordato espressamente più volte. Innanzitutto è menzionato nel confiteor primo fra i santi dopo la Vergine Maria. Lo si ritrova quindi nella preghiera di benedizione dell'incenso, in cui l'arcangelo viene invocato come «colui che sta alla destra dell'altare dell'incenso». Secondo il celebre liturgista Prosper Guéranger, San Michele potrebbe essere qui citato erroneamente al posto dell'arcangelo Gabriele, che viene menzionato dal Vangelo di Luca 1,19[34][35].
Le preghiere a San Michele, ivi inclusa quella forse errata, sono tutte valide e il culto a San Michele è di grande importanza per la Chiesa cattolica. Papa Leone XIII, ad esempio, compose alcune preci all'Arcangelo e, tanto in atti ufficiali della Santa Sede (pubblicamente consultabili da chiunque fin dall'epoca) quanto a più riprese in una pubblica Messa, ha dichiarato ai fedeli che la preghiera a San Michele Arcangelo fu a lui dettata lettera per lettera direttamente dal «Principe delle milizie celesti» in una visione diurna e consapevole[36].
Dal 1884, anno della sua introduzione, fino al 1965, era obbligatorio che il sacerdote celebrante e i fedeli alla fine di ogni Messa non cantata si mettessero in ginocchio ai piedi dell'altare per recitare le preci leonine, che includevano una preghiera a san Michele. Con l'istruzione Inter oecumenici del 25 settembre 1964, in vigore a partire del 7 marzo 1965, la Congregazione per i Riti e il Consiglio per l'Esecuzione del Decreto sulla liturgia del Concilio Vaticano II, dichiararono soppresso l'obbligo della recita di queste preci, che non erano più considerate parte della Messa[37].
Oltre alle preci da recitarsi al termine della Messa, Leone XIII stabilì anche un rito esorcistico (l'Exorcismus in Satanam et Angelos Apostaticos) in cui, nella prima parte, il «principe gloriosissimo delle milizie celesti» e «custode e patrono della Santa Chiesa» viene invocato perché venga in difesa dei cristiani contro il demonio.[senza fonte]
Nella Chiesa cattolica e in diverse altre confessioni la posizione di "Santo Principe" comporta la venerazione dell'Arcangelo come "Principe dei Santi" e "Principe degli Angeli" (e della Milizia Angelica). Tutti gli angeli rimasti a lui fedeli e obbedienti nella Gerarchia creata sono anch'essi Angeli Santi.
San Michele arcangelo ricopre quattro ruoli:
La liturgia bizantina contiene diversi inni in lingua greca, detti akathistos (lett. "da recitare in piedi") rivolti a Maria Madre di Dio, alla SS. Trinità, a Gesù Cristo, agli Arcangeli, Angeli Custodi e ai Santi. Sono inni dove si alternano due cori, un'assemblea e un lettore detto guida.
La Chiesa ortodossa celebra l'8 novembre la festa degli Arcangeli Michele e Gabriele, e delle potenze divine[46]. L'inno a San Michele per questa ricorrenza (testo facilmente reperibile in Internet) è composto di 24 strofe, lette da una guida:
Questo inno Akatisto è quasi il solo conosciuto nell'ambiente di lingua greca, mentre nei paesi slavi sorsero altri Akathisti.
Una versione più breve è quella composta e musicata da San Nikolai Velimirovich, (vescovo di Žiča in Serbia, e letterato, 1880-1956), pubblicata nel Ochridski Prolog in lingua serba nel 1928. Il Prologo di Ohrid è una pubblicazione in due volumi che contiene le vite dei santi venerati dalla Chiesa ortodossa, arricchiti da inni, riflessioni e omelìe.
Il culto dell'arcangelo Michele (impropriamente ma tradizionalmente equiparato ad un santo) è di origine orientale. In Oriente San Michele è venerato con il titolo di "archistratega", che corrisponde al titolo latino di princeps militiae caelestis (principe delle milizie celesti) che compare nella preghiera a San Michele. L'imperatore Costantino I, a partire dal 313, gli tributò una particolare devozione, fino a dedicargli il Micheleion, un imponente santuario fatto costruire a Costantinopoli. Molto caro alla liturgia Cristiano Ortodossa, assieme all'arcangelo Gabriele, è oggetto di diverse icone. Un monastero del XII secolo a lui dedicato, costruito sulla foce della Dvina, ha dato il nome all'intera città di Arcangelo, nel nord della Russia.
La prima basilica dedicata all'arcangelo in Occidente è quella che sorgeva su di un'altura al VII miglio della Via Salaria, ritrovata dalla Soprintendenza archeologica di Roma nel 1996[47]; il giorno della sua dedica, officiata con ogni probabilità da un Papa prima del 450, è rimasto fino ad oggi quello in cui tutto il mondo cattolico festeggia "San Michele", ovvero il 29 settembre. La basilica in Septimo fu meta di pellegrinaggi fino al IX secolo, quando il riferimento geografico della festa del 29 settembre risulta trasferito al santuario garganico e alla chiesa di Castel Sant'Angelo a Roma.
Alla fine del V secolo il culto si diffuse rapidamente in tutta Europa, anche in seguito all'apparizione dell'arcangelo sul Gargano in Puglia. Secondo la tradizione, l'arcangelo sarebbe apparso a san Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto l'8 maggio 490 e, indicatagli una grotta sul Gargano, lo invitò a dedicarla al culto cristiano. In quel luogo sorge tutt'oggi il santuario di San Michele Arcangelo - Celeste Basilica - (nel mezzo del nucleo cittadino di Monte Sant'Angelo), che nel Medioevo fu meta di ininterrotti flussi di pellegrini, i quali per giungervi percorrevano un percorso di purificazione lungo la Via Francigena. Fin dal VII secolo i pastori pugliesi che si recavano in transumanza sulla Maiella portavano con loro il culto di San Michele Arcangelo. San Michele Arcangelo è infatti anche il patrono di Arielli, piccolo comune della provincia di Chieti attraversato interamente dal tratturo che da L'Aquila porta in Puglia e la sua festa viene celebrata il 29 settembre con grande partecipazione di popolo. A Lettomanoppello a circa 750 m s.l.m. c'è un'ampia grotta in cui è collocata una statua in pietra del santo particolarmente venerata nei secoli passati da tutti i lettesi (abitanti di Lettomanoppello) che, ogni anno, l'8 di maggio si recavano in processione dal paese fino alla grotta per celebrarvi messa. Pietro da Morrone, poi papa Celestino V, ai piedi della grotta costruì una piccola cappella. Attualmente nella grotta è collocata una copia della statua in quanto quella originale, poiché di notevole valore storico-artistico (nonché economico) dopo un tentativo di furto è custodita presso il Museo delle genti d'Abruzzo a Pescara, San Michele è inoltre il patrono di Città Sant'Angelo sempre in provincia di Pescara.
San Michele è patrono di Sammichele di Bari, che da lui prende il nome, e anche del quartiere barese di Palese - Macchie. La devozione che caratterizza questa borgata ha radici molto profonde: già dalla metà del diciannovesimo secolo la venerazione per San Michele era radicata al punto che, nel 1846, fu costruita l'antica chiesa dedicata all'Arcangelo, abbattuta e ricostruita negli anni Sessanta del Novecento. La Festa Patronale organizzata nel mese di Agosto rappresenta l'evento più importante dell'intero territorio: dagli atti, risulta essere una tradizione consolidata già negli anni Sessanta del 1800.
Nella vita di papa Gregorio I, riportata dalla Legenda Aurea, si narra che durante una tremenda pestilenza, al termine di una processione con il canto delle litanie istituite dal papa intorno alla città di Roma, Gregorio vide apparire su Castel Sant'Angelo San Michele che deponeva la spada nel fodero, segno che le preghiere erano state ascoltate e che la terribile epidemia sarebbe cessata. Per commemorare l'episodio sul monumento fu eretta una statua raffigurante l'arcangelo.
Il culto di San Michele fu assai caro ai Longobardi, e in Italia l'arcangelo Michele è patrono di molti paesi e alcune città, tra cui Gualdo Tadino, dove si svolge un Palio in suo onore. Sul monte Pirchiriano, nel territorio di Sant'Ambrogio di Torino, i Longobardi costruirono una piccola edicola dedicata all'Arcangelo Michele, che successivamente, nell'anno 986, divenne abbazia denominata sacra di San Michele.
Il culto fu caro anche a san Colombano ed ai monaci colombaniani di Bobbio, lo stesso santo monaco missionario irlandese fondò numerose chiese dedicati al santo nella sua opera evangelizzatrice in Europa ed eresse nel 615 l'eremo di San Michele di Coli poco distante da Bobbio e dalla sua abbazia.
In Vaticano, in occasione dell'inaugurazione di una statua di San Michele Arcangelo nei Giardini Vaticani il 5 luglio 2013, Papa Francesco ha consacrato lo Stato della Città del Vaticano a San Giuseppe e a San Michele Arcangelo, principale difensore della fede[48].
Altro luogo di venerazione dell'Arcangelo Michele è l'isolotto francese di Mont Saint-Michel. Qui, secondo la leggenda, l'arcangelo Michele apparve nel 709 a Auberto di Avranches, vescovo di Avranches, chiedendo che gli fosse costruita una chiesa sulla roccia. Il vescovo ignorò tuttavia per due volte la richiesta finché San Michele non gli bruciò il cranio con un foro rotondo provocato dal tocco del suo dito, lasciandolo tuttavia in vita. Il cranio di Sant'Auberto con il foro è conservato nella Chiesa di Saint-Gervais. Più a sud, a Le Puy-en-Velay, nell'Alvernia, è dedicata a San Michele una cappella, sita sulla punta di un antico vulcano e meta di pellegrinaggi. Giovanna d'Arco identificò nell'Arcangelo Michele una delle "Voci" che la ispirarono e la prima che le si presentò[49].
La devozione a San Michele Arcangelo ha permesso la nascita di diversi luoghi di culto in tutto il mondo e, in particolare, in Europa, dov'è apparso in alcune occasioni. Tre di questi si trovano singolarmente disposti lungo una linea retta, quasi alla stessa distanza tra loro: Mont Saint-Michel in Normandia, la Sacra di San Michele in Val di Susa, e il Santuario di San Michele Arcangelo in Puglia.[50]
Estendendo ulteriormente questa direttrice, diversi altri centri dedicati all'Arcangelo vi appaiono allineati, pur con una certa approssimazione, fino a collegare le propaggini irlandesi sull'Atlantico con la Galilea in Terra santa.[52] Sette di questi, ritenuti i più significativi in quanto oggetto di pellegrinaggio,[53] sono i seguenti:
Tra gli altri luoghi consacrati all'Arcangelo lungo tale «linea michelita», pressappoco nel suo centro mediano sorge il Tempio di San Michele a Perugia.[54][55] Lucien Richer, tra i primi studiosi a evidenziare questo allineamento, notò che esso rifletteva l'asse zodiacale che da nord-ovest parte dalla Vergine e termina a sud-est coi Pesci.[56] Egli vi vedeva idealmente raffigurato il passaggio dai culti ancestrali legati alla natura, rappresentati dal segno di terra della Vergine, alla nuova religione celeste del cristianesimo simboleggiata da quello d'acqua dei Pesci;[56] il carattere solare di quest'ultima avrebbe anche una corrispondenza con la geografia sacra dei santuari greci del dio Apollo, con cui Michele presenta delle affinità.[56][57]
«L'orientamento di ogni segmento non è esattamente 60° NW-SE, ma le differenze non sono mai significative e, in quanto si può definire compensato, l'orientamento generale, da Skellig Michael fino al Monte Carmelo, in 60°11', risulta del resto piuttosto notevole.» |
(Lucien Richer, L'"Asse" di San Michele e di Apollo, dalla rivista «Atlantis», n. 293, maggio-giugno 1977[56]) |
Altre spiegazioni fornite sia in un ambito popolare che in contesti esoterici vedono in questa direttrice il segno lasciato dalla spada con cui Michele ha trafitto il Drago facendolo precipitare sulla Terra. Per questo essa viene chiamata anche la «linea del Drago».[53]
La recente teoria delle cosiddette ley lines, secondo cui la superficie terrestre sarebbe attraversata da un reticolo di linee spirituali portatrici di particolare energia, ha portato a ritenere che tale allineamento non sia casuale ma rispondente a degli intenti soprannaturali.[58][59] Vi è ad esempio chi lo considera una sorta di percorso iniziatico che riflette l'asse cerebro-spinale dell'anatomia umana su cui sono disposti i sette chakra, corrispondenti ai sette luoghi energetici principali sopra elencati consacrati all'Arcangelo.[53]
È stato evidenziato inoltre che tale linea ideale appare allineata col tramonto del Sole nel giorno del solstizio d'estate.[60][61]
In realtà, come per altre Linee temporanee, nessuna prova scientifica indica che tale allineamento sia stato pianificato e abbia un reale significato, rendendo quindi pseudoscientifica l'affermazione, nonostante questa sia comunemente riportata in questi siti. Il fisico Luca Amendola ha osservato che la deviazione di questi siti dalla linea lossodromica (anche se sarebbe più corretto parlare di linea ortodroma) che li collegherebbe varia tra 14 km e 42 km. È quindi probabile che l’allineamento sia una coincidenza, favorita dall'alta densità di edifici religiosi che l’Europa presenta e dall’importanza di San Michele nel cristianesimo.[62][63][64]
Appare come personaggio nell'Orlando furioso di Ludovico Ariosto ed è citato nella Divina Commedia.
url
(aiuto). Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 49524228 · ISNI (EN) 0000 0000 7995 0674 · CERL cnp00586809 · LCCN (EN) n2001096929 · GND (DE) 118733591 · BNF (FR) cb15124791g (data) · J9U (EN, HE) 987007433816805171 · WorldCat Identities (EN) lccn-n2001096929 |
---|
![]() | ![]() |
![]() | ![]() |