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Riccardo di San Vittore (Scozia, 1110 circa – Parigi, 10 marzo 1173) è stato un teologo e filosofo francese di origine scozzese. Fu uno dei più importanti teologi mistici del XII secolo nonché priore dell’abbazia benedettina di San Vittore a Parigi, dal 1162 alla morte.

Dettaglio da una miniatura di Giovanni di Paolo, XV secolo
Dettaglio da una miniatura di Giovanni di Paolo, XV secolo

Biografia


Riccardo fu allievo di Ugo di San Vittore, di cui adottò e sviluppò principi e metodi. La sua opera più importante, il De Trinitate, cerca di giungere agli elementi essenziali della dottrina trinitaria mediante un processo di ragionamento speculativo. Riccardo esercitò un grande influsso su Bonaventura da Bagnoregio e i mistici francescani. I suoi scritti gli fecero ottenere il soprannome di "Magnus Contemplator".

Nel Paradiso di Dante (X, 130), è considerato fra i teologi e i dottori della Chiesa, insieme con Isidoro di Siviglia e Beda il Venerabile.[1]


Il De trinitate e il Filioque


Nel De trinitate accolse la definizione di persona data da Boezio[2] e la dottrina del Filioque.

Nel V secolo, il Pange lingua di Venanzio Fortunato aveva affermato che lo Spirito Santo, procedendo da entrambe le altre due divine persone, era ritenuto parimenti degno e meritevole di una preghiera di lode. Il riconoscimento dell'inno eucaristico aveva introdotto la dottrina del Filioque nella Chiesa Cattolica, ma non chiariva ancora appieno che la processione dal Figlio non poteva essere comunque disgiunta da quella dal Padre.

San Riccardo la fece propria e distinse in Dio l'esistenza di due processioni dello Spirito Santo: una processione immediata dello Spirito Santo dal Padre Dio, unita ad un secondo e distinto tipo di processione, quella che inizia nel Padre Dio ed è mediata dal Figlio Dio. Quindi, nel suo pensiero lo Spirito Santo procede sempre dal Padre, poiché anche quando procede dal Figlio, occorre rilevare che il Figlio procede sempre dal Padre. Il Padre nulla riceve e tutto dona allo Spirito Santo che deve necessariamente corrispondere tale amore gratuito, per esserne degno. Il Figlio è in uno stato intermedio fra l'amore gratuito del Padre e l'amore dovuto dello Spirito, potendo sia ricevere dal Padre che donare allo Spirito. San Riccardo usa la chiusura deduttiva di questa teoria per affermare l'impossibilità di una quarta persona divina, se lo Spirito Santo è degno dell'amore totalizzante del Padre e del Figlio, allora è meritevole anche dell'inno di lode da parte dei fedeli.[3]

L'opera fornisce anche due prove dell'esistenza di Dio, di cui la prima si fonda sul grado di perfezione delle creature e la seconda sulla loro non necessaria possibilità. Le dimostrazioni delineano un'ontologia del reale e del possibile suddivisa in tre classi: le creature subcelesti che sono generate e periscono, e quindi non possono essere per sé; le creature celesti che sono eterne, ma che non sono per sé (sono create); Dio eterno e per sé, nel senso che non necessita dell'esistenza o dell'opera di altri enti affinché il proprio essere sia possibile.

Le creature necessitano di Lui che è la sola causa del proprio essere e l'unico creatore increato. La contingenza delle creature fonda la necessità del creatore.[4]

Nel prologo del trattato identifica il Sommo Bene e la perfezione della virtù con la conoscenza della ragione naturale che fu propria dei filosofi antichi. Invita i cristiani a non essere inferiori ad essi e a ricercare, per quanto è possibile, le ragioni della fede. La sua teologia trinitaria e opere dell'eretico Gioacchino da Fiore influenzarono la Lectura super Apocalypsim di Pietro di Giovanni Olivi.[5]


Opere


Richardi Parisiensis Opera, 1650
Richardi Parisiensis Opera, 1650

Di Riccardo ci sono pervenute trentatré opere, pubblicate nella Patrologia Latina di Migne, elencate degli editori in tre gruppi: Scritti esegetici, Scritti teologici e Miscellanea; ma Eugène Kulesza[6] contesta questa classificazione in particolare per le opere che fanno riferimento alla vita interiore che trattano di mistica e di ascetica, che egli mette come primo gruppo.

Secondo Riccardo, la contemplazione è l'ultima fase della via mistica che si suddivide in sei fasi culminanti nella visione diretta di Dio, uno stato di completa alienazione della mente umana dai propri ricordi, dai propri desideri e dalla consapevolezza di sé. La contemplazione è resa possibile dalla purezza di cuore e dalla conoscenza di sé, ma l'ultimo stadio della visione divina è causato unicamente dalla grazia di Dio, ponendosi quindi al di sopra e al di là della ragione e delle facoltà umane del corpo e dell'anima.[7]

Qui si segue la classificazione di Kulesza.


Vita interiore


Sedici scritti

«apporto immenso alla preparazione intellettuale dell'estasi.»

(Bréhier, p. 516.)

Scritti teologici


Dieci trattati


Scritti esegetici


Sette scritti che non sono i più originali nell'opera del Vittorino.

«Togliete via dunque il vecchio lievito, affinché siate una nuova pasta...»

(1Cor 5,7)

«In quel giorno, la radice di Iesse si leverà a vessillo per i popoli, le genti la cercheranno con ansia, la sua dimora sarà gloriosa.»


Diversi



Apocrifi



Traduzioni italiane



Note


  1. «Vedi oltre fiammeggiar l'ardente spiro / d'Isidoro, di Beda e di Riccardo, / che a considerar fu più che viro.»
    (Dante Alighieri, Divina Commedia, Paradiso, X, 130-132)
  2. Agostino Pallavicini Bagliani e Lucia Pinelli (a cura di), Bollettino bibliografico della cultura europea da Boezio a Erasmo (secoli VI-XV) (PDF), XXXVII, 2016, p. 93. URL consultato il 30 dicembre 2020 (archiviato il 30 dicembre 2020).
  3. Carmela Bianco, Incommunicabilis exsistentia. Profili simbolico-politici della persona in Riccardo di San Vittore, Il limnisco. Cultura e scienze sociali, Franco Angeli, p. 122, ISBN 9788891720191, OCLC 919589710.
  4. Étienne Gilson, History of Christian Philosophy in the Middle Ages, The Catholic University of America Press Press, 1955, ISBN 9780813231952.
  5. Riccardo di San Vittore, su www3.unisi.it.
  6. Eugène Kulesza, La doctrine mystique de Richard de Saint-Victor. Supplément à La Vie Spirituelle, X, 1924, Supplément pp. 185-241; 274-287; 297-331.
  7. Riccardo di San Vittore, su www3.unisi.it, Università di Siena.
  8. Riccardo di San Vittore, La preparazione dell'anima alla contemplazione: Beniamino Minore, Edizioni Paoline 2012.
  9. Ez 1-5, su laparola.net.
  10. Is 11,10, su laparola.net.

Bibliografia



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 98148813 · ISNI (EN) 0000 0001 2144 8179 · SBN CFIV112847 · BAV 495/18384 · CERL cnp00945357 · LCCN (EN) n79076053 · GND (DE) 118744917 · BNE (ES) XX1110798 (data) · BNF (FR) cb11905098m (data) · J9U (EN, HE) 987007359365605171 · WorldCat Identities (EN) viaf-84113436
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