Operazione paura è un film horror del 1966, diretto da Mario Bava.
Operazione paura | |
---|---|
Titolo originale | Operazione paura |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1966 |
Durata | 85 min |
Genere | orrore, fantastico |
Regia | Mario Bava |
Soggetto | Roberto Natale, Romano Migliorini |
Sceneggiatura | Mario Bava, Roberto Natale, Romano Migliorini |
Produttore | Nando Pisani e Luciano Catenacci per la F.U.L. Film |
Distribuzione in italiano | Variety Distribution |
Fotografia | Mario Bava, Antonio Rinaldi |
Montaggio | Romana Fortini |
Musiche | Carlo Rustichelli |
Scenografia | Alessandro Dell'Orco |
Costumi | Tina Grani |
Trucco | Maurizio Giustini |
Interpreti e personaggi | |
| |
Doppiatori originali | |
|
È considerato uno dei migliori lavori del regista, nonché una delle pellicole più importanti del gotico italiano.[1]
Una donna si suicida gettandosi nel vuoto. Il dottor Eswai, giunto nel paese di Kermigen per compiere l'autopsia, viene accolto gelidamente dagli abitanti del posto. Incaricato dall'ispettore Kruger di scoprire indizi, trova, nel cadavere, una moneta d'argento. Secondo una antica leggenda locale, l'amuleto serve per placare l'anima del defunto da eventuali spiriti. Paul, non credendo a queste superstizioni, indaga più accuratamente e scopre che a Villa Graps potrebbe trovare alcune informazioni utili. Qui incontra una bambina, Melissa, che si rivela essere morta anni prima, investita da una carrozza. È lei la responsabile delle morti misteriose. Il suo spirito è in cerca di vendetta per non essere stata aiutata durante quel fatidico incidente.
Si tratta del quarto film horror girato da Bava. È stato scritto dalla coppia Natale-Migliorini, autori de Il boia scarlatto.
Il cineasta ha dichiarato che la maggior parte delle scene fu improvvisata, visto che la sceneggiatura originale era composta da solo una trentina di pagine.[2]
Il film prosegue lo sperimentalismo cromatico utilizzato da Bava per La frusta e il corpo e Sei donne per l'assassino, seppur in maniera meno eccessiva e con uno stile maggiormente classico.
Abbondano i piani sequenza, gli zoom e le "soggettive senza soggetto" già presenti ne La maschera del demonio, che creano suspense senza un riferimento preciso.
Per le scene oniriche o allucinatorie, il regista fece ampio uso di effetti sfocati e colori psichedelici.
Le riprese durarono appena dodici giorni, a causa delle ristrettezze del budget a disposizione.[3]
Gli interni furono ricreati negli studi Titanus di Roma. Il castello della baronessa è, in realtà, Villa Grazioli. Il villaggio è, invece, Faleria, piccolo borgo situato nel viterbese.[4]
Cronologicamente girato prima de Le spie vengono dal semifreddo, il film venne distribuito nei cinema solo in un secondo momento a causa delle vicissitudini della casa di produzione che fallì poco dopo la fine delle riprese. Fu vietato ai minori di 18 anni.
Il titolo del film, Operazione paura, venne scelto dalla produzione per richiamare alcune pellicole di successo dell'epoca come Operazione Crossbow e Operazione San Gennaro.[5]
Negli Stati Uniti è noto col titolo Kill, Baby, Kill!
«Una favola di Grimm al rovescio, dove la tragica e ignorata morte di una bambina apre un cerchio di sangue, destinato a concludersi soltanto nel sangue. Horror surrealista e supermanierato (...) l'apice del virtuosismo di Bava.» |
(Giuseppe Salza, Mario Bava: il brivido sottile di oscure e crudeli leggende, Segnocinema, 1984) |
«Abbondano le scene oniriche ammirevolmente servite da effetti ottici che dilatano l'immagine, un po' alla Roger Corman.» |
(Norbert Moutier, Mario Bava, Parigi, Ed. Moutier, 1990) |
Operazione paura guadagnò circa 54 milioni di lire italiane.[6]
Il critico Jean Louis Leutrat ritiene che la palla con la quale gioca ossessivamente la piccola Melissa Graps sia una citazione di M - Il mostro di Düsseldorf. Tale creatura "baviana" non passò inosservata a Federico Fellini. Il cineasta romagnolo, infatti, la riprese nel suo Toby Dammit (episodio del film Tre passi nel delirio). A tal riguardo, Mario Bava raccontò: «È la stessa del mio film, l'ho detto a Giulietta Masina e lei ha alzato le spalle con un sorriso e mi ha detto, sai com'è Federico...»[7]
Fra gli estimatori del film, si ricordano i nomi di Martin Scorsese, Joe Dante e Quentin Tarantino.[8]
![]() |