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Il commissario Jules Maigret è un personaggio letterario creato da Georges Simenon, protagonista di settantacinque romanzi e ventotto racconti di genere poliziesco rappresentati in numerose produzioni cinematografiche, radiofoniche e televisive.

Disambiguazione – "Maigret" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Maigret (disambigua).
Jules Maigret
Statua raffigurante il commissario Maigret a Delfzijl, nei Paesi Bassi
Universopolizia parigina
Nome orig.Jules Amédée François Maigret
Lingua orig.Francese
EpitetoMaigret
AutoreGeorges Simenon
EditoreArthème Fayard, Gaston Gallimard, Presses de la Cité
1ª app. in1929
Ultima app. in1972
Editore it.Mondadori, Adelphi
1ª app. it.1933
Interpretato da
  • Abel Tarride
  • Pierre Renoir
  • Harry Baur
  • Albert Préjean
  • Rupert Davies
  • Charles Laughton
  • Michel Simon
  • Jean Gabin
  • Gino Cervi
  • Bruno Cremer
  • Rowan Atkinson
  • Jean Richard
  • Sergio Castellitto
  • Heinz Rühmann
  • Gérard Depardieu
Specieumano
SessoMaschio
Etniafrancese
Luogo di nascitaSaint-Fiacre (Allier)
Data di nascita1887[1]
ProfessioneCommissario di polizia

L'autore lo descrive come un uomo dalla corporatura massiccia, ereditata dalla sua origine contadina, largo di spalle, dall'aspetto distinto, ma dall'indole burbera; amante della buona cucina, bevitore d'abitudine e accanito fumatore di pipa.

Il suo metodo investigativo consiste nell'immergersi nelle atmosfere dei luoghi in cui i delitti sono stati commessi e, lasciandosi guidare dal proprio istinto, nell'immedesimarsi e cercare di comprendere la personalità e l'umanità dei diversi personaggi di un caso criminale, sino al punto, talora, di arrivare a giustificare il loro comportamento e a cambiare la sorte a cui sarebbero andati incontro.

In tal senso, con le inchieste di Maigret, Simenon ha imposto sin dagli anni trenta del novecento una svolta importantissima nel modello di romanzo poliziesco europeo, poiché con il suo commissario abbandona lo schema del giallo classico "all'inglese" imperniato su delitti perfetti, investigatori infallibili, ambientazioni mondane e altolocate, e introduce invece personaggi e ambientazioni popolari e piccolo borghesi, dove il centro dell'attenzione è spostato sulle motivazioni umane che portano al delitto, più che sulla ricerca degli indizi materiali.

Le opere dedicate a questo personaggio hanno contribuito in maniera decisiva al successo internazionale di Simenon, apprezzato dalla critica letteraria anche per i suoi numerosi romanzi dove non compare Maigret come protagonista.


Biografia del personaggio


«...a Maigret ho dato un'altra regola: non bisognerebbe mai togliere all'essere umano la sua dignità personale. Umiliare qualcuno è il crimine peggiore di tutti.»

(Intervista di Giulio Nascimbeni a Georges Simenon, 18 maggio 1985[2])

Jules Maigret (nome completo Jules-Joseph Anthelme Maigret oppure Jules Amédée François Maigret[3]) nasce nel 1885 o nel 1887 [4] a Saint-Fiacre un piccolo villaggio immaginario nell'Allier, non lontano da Moulins[5]; il padre, Evariste, svolge la professione di amministratore del castello di Saint-Fiacre, una proprietà di tremila ettari sulla quale si contavano non meno di ventisei fattorie, di una delle quali era fattore il nonno paterno; la madre, Hernance, figlia del droghiere del paese, è casalinga[6].


L'infanzia in provincia


Maigret, ormai adulto, ricorda spesso con un misto di sentimento di lontananza e nostalgia, il periodo della sua infanzia trascorsa nel villaggio di Saint-Fiacre quando faceva il chierichetto, svegliandosi al freddo e allo scuro delle albe invernali, per assistere il prete della prima messa. Risente nelle narici l'odore d'incenso e di vecchio legno della sacrestia che gli fanno venire alla memoria quel misto di ingenuità e spregiudicatezza tipici di quell'età ormai lontana[7].

Non meraviglia quindi che Maigret, in una sua inchiesta, ripensi alla sua infanzia e venga attirato da tre biglie di vetro colorate rinvenute nei pantaloni di un barbone ripescato nella Senna. Il commissario ne prenderà una e se la metterà in tasca portandosela dietro durante tutta l'indagine: la toccherà, ci giocherellerà proprio come faceva il vagabondo e alla fine dell'inchiesta gliela farà scivolare in mano quasi per un muto dialogo con lui[8].

Nel 1895 la madre, in attesa del secondo figlio, muore a causa delle maldestre cure di un medico ubriaco che l'assiste quando il piccolo Jules ha appena otto anni. Nel 1899 viene mandato a studiare come interno al liceo di Banville de Moulins, ma dopo pochi mesi, non sopportando la vita di collegio, viene affidato dal padre ad una sua sorella, sposata ma senza figli, il cui marito aveva appena aperto un forno a Nantes.

In quegli anni Maigret trascorre i periodi scolastici a Nantes, e passa le vacanze dal padre che muore di pleurite all'età di 44 anni, nel 1906; nel frattempo Maigret comincia gli studi di medicina quasi a voler compensare l'ignoranza di quel medico che gli ha fatto morire la madre[9].

Nel 1907 anche la zia muore di pleurite; Maigret rifiuta l'offerta dello zio, che gli propone di tenerlo con sé e di insegnargli il mestiere del fornaio: interrompe gli studi di medicina e si trasferisce a Parigi dove, essendo costretto a guadagnarsi da vivere, inizia a cercare un lavoro.


Parigi e la polizia


Targa toponomastica del boulevard Richard Lenoir, a Parigi
Targa toponomastica del boulevard Richard Lenoir, a Parigi

Va ad abitare in un piccolo alloggio sulla riva sinistra della Senna; in una camera accanto alla sua vive un uomo nel quale Maigret crede di trovare una certa rassomiglianza con il padre.

La sera prima di essere assunto in una ditta di passamaneria, incontra casualmente il suo vicino di casa, in un ristorante a prezzo fisso in cui va abitualmente a mangiare. Dopo la cena i due passeggiano insieme, e Maigret scopre che il suo vicino si chiama Jacquemain ed è Ispettore di polizia; alla fine della serata Maigret, probabilmente affascinato dai discorsi dell'uomo, decide di diventare poliziotto[10].

Nel 1909 entra in polizia con la qualifica di agente ciclista; il suo incarico consiste nel portare gli incartamenti tra i vari uffici, e questo gli permette di conoscere a fondo la città.

Pur ricoprendo un incarico modesto, Maigret inizia a farsi notare; lo stesso Jacquemain lo segnala ai suoi superiori, rimarcando il fatto che aveva iniziato gli studi universitari. Dopo alcuni mesi diventa segretario del commissario di polizia del quartiere Saint-Georges; il nuovo incarico gli consente di non indossare più l'uniforme (cosa che, a suo dire, gli aveva impedito di fare la corte alle ragazze).


La signora Maigret


L'odierno boulevard Richard-Lenoir
L'odierno boulevard Richard-Lenoir

Una sera incontra per strada un vecchio compagno della facoltà di medicina, Félix Jubert; i due iniziano a frequentarsi, e dopo alcuni giorni l'amico gli propone di accompagnarlo ad un ricevimento nell'abitazione di alcuni conoscenti; Maigret, dapprima riluttante, acconsente e nell'occasione conosce e si fidanza con la futura "signora Maigret", Louise Léonard[11], nativa di Colmar (Alsazia), che sposerà nel 1912[10].

La coppia avrà una figlia morta dopo pochi giorni di vita, avvenimento che costituirà per Maigret e la moglie un rimpianto sempre accennato ma sepolto nel loro intimo[12].

Avendo deciso di sposarsi, ha necessità di un alloggio più grande; così, prende in affitto, nelle sue intenzioni solo per pochi anni, un appartamento al numero 132[13] di boulevard Richard-Lenoir; in realtà i coniugi Maigret finché rimarranno a Parigi abiteranno sempre in quell'appartamento, tranne un breve periodo in cui, a causa di alcuni lavori di ristrutturazione effettuati dal proprietario dello stabile, vanno ad abitare al 21 di Place des Vosges, come descritto nei romanzi Les Mémoires de Maigret e Maigret e il vagabondo[14].


La prima inchiesta


Lettera a Maigret

Nel 1979, in occasione del 50º anniversario della nascita di Maigret, Georges Simenon indirizza al suo celebre personaggio una lettera:

«Mio caro Maigret, sarà probabilmente sorpreso di ricevere una lettera da me, dal momento che siamo stati separati per circa sette anni[15]. Quest'anno è il cinquantesimo anniversario del giorno in cui, a Delfzijl, ci siamo incontrati per la prima volta. Lei aveva circa quarantacinque anni, mentre io venticinque. Ma lei ha avuto la fortuna, da allora, di trascorrere un certo numero di anni senza invecchiare. [...]

Quindi, quanti anni avrebbe oggi? Non ne ho idea, dato questo privilegio di cui ha beneficiato per così a lungo. [...] Non so se lei sia ancora vivo, nella sua piccola casa in campagna di Meung-sur-Loire, né se vada ancora a pescare, o se, indossando il suo cappello di paglia, si prenda ancora cura del giardino, o se la signora Maigret le prepari ancora i piatti che le piacciono tanto, o se, come ho fatto io raggiunta la sua età, vada a giocare a carte nel bistrot del villaggio.

Quindi siamo qui, due pensionati, e spero che, anche lei, si stia assaporando le piccole gioie della vita, respirando l'aria del mattino, osservando con la stessa curiosità la natura e ciò che ci circonda.

Ero ansioso di augurarvi un felice anniversario, a lei e alla signora Maigret. Le dica che, grazie a un certo signor Courtinel[16], che si merita il titolo di "re dei gastronomi", le sue ricette hanno viaggiato in tutto il mondo, e che, per esempio, sia in Giappone che in America meridionale, i gourmet non tralasciano quelle poche gocce di liquore alle prugne da aggiungere al loro coq au vin.[...] Vi abbraccio caramente, lei e la signora Maigret che probabilmente non sospetta che ci siano tante donne che la invidiano, e che molti uomini avrebbero voluto sposare una donna come lei, e che un'affascinante attrice giapponese[17], tra molte altre, abbia interpretato il suo ruolo alla televisione, mentre un attore giapponese interpreta lei.

Con affetto,
Georges Simenon[18]»

Nel 1912 Maigret lavora come segretario nel commissariato Rochechouart del quartiere Saint-Georges, nel IX arrondissement di Parigi [19] ed è in questa veste che nel 1913 svolge la sua prima inchiesta, il caso "Gendreau-Balthazar", narrato nel volume La première enquête de Maigret; in questa storia Maigret appare giovane, porta con sussiego una bombetta, è battagliero, quasi idealista; riesce a scoprire l'insospettabile autore di un delitto, ma vede la sua fatica annullata in quanto, a causa delle persone coinvolte che appartengono al mondo politico e dell'alta finanza, l'intera faccenda viene messa a tacere.

Maigret rimane deluso e amareggiato per l'esito dei fatti, ma il suo operato gli consente di ottenere la promozione ad ispettore della Sûreté, la futura Polizia giudiziaria, nella brigata del commissario Barodet, e di passare dal commissariato di zona al Quai des Orfèvres, sede centrale della Polizia, dove tra gli altri lavora un amico del padre, Xavier Guichard[20] capo della Sûreté e protettore in maniera molto discreta del giovane Maigret.


La carriera


I primi incarichi di Maigret come ispettore consistono nello svolgere il servizio pubblico prima nelle strade, poi a Les Halles (i mercati generali di Parigi), in seguito all'interno dei grandi magazzini e della Gare du Nord (una delle stazioni ferroviarie di Parigi), e infine alla "buoncostume".

Nel 1917 entra a far parte della Brigata Speciale comandata dal commissario Guillaume; successivamente viene nominato commissario ed infine capo della Brigata Speciale.

A questo punto le informazioni biografiche fornite da Simenon (la maggior parte delle quali si trovano nel volume Les Mémoires de Maigret) sono lacunose e contraddittorie: nel 1933, ad esempio, troviamo Maigret in pensione, ritirato nella casa di campagna a Meung-sur-Loire, costretto a togliere dai guai un nipote entrato in polizia (la storia è narrata nel volume Maigret, nelle intenzioni dell'autore l'ultimo della serie con protagonista il commissario). In quegli anni, infatti, Simenon aveva manifestato l'intenzione di mettere da parte il suo Maigret per dedicarsi all'attività di romanziere "vero"[21] e non a caso quindi, nel racconto Due giorni per Maigret (L'étoile du Nord) del 1938 il commissario svolge la sua ultima inchiesta due giorni prima del pensionamento, mentre in altri racconti dello stesso anno, L'amico della signorina Berthe (Mademoiselle Berthe et son amant), Il notaio di Châteauneuf (Le notaire de Châteauneuf), Tempesta sulla Manica (Tempête sur la Manche), L'enigmatico signor Owen (L'improbable Monsieur Owen), Quelli del Grand Café (Ceux du Grand-Café) , lo si ritrova di nuovo già in pensione. Addirittura nel poliziesco Il sorcio del 1938 Maigret non compare affatto, e l'indagine viene svolta da due dei suoi ispettori, Lucas e Lognon [22]. Qualche tempo dopo, tuttavia, Simenon si convince a far ritornare in servizio il suo commissario, e a partire dagli anni quaranta l'autore riprenderà una nuova e più ricca produzione delle sue inchieste[23].

L'età del personaggio, a parte brevi escursioni nella sua giovinezza, rimarrà sempre tra i quaranta e i sessant'anni. Va notato che Simenon in gran parte dei romanzi e racconti di Maigret non fa quasi mai riferimenti troppo precisi né all'età del commissario, né all'epoca nella quale è ambientata l'inchiesta, al punto che in molti casi la vicenda narrata potrebbe collocarsi indifferentemente fra gli anni trenta e sessanta del novecento.

Se si dovesse seguire un veritiero percorso anagrafico e cronologico, nel romanzo Maigret e l'uomo solo che è ambientato nel 1965, il commissario avrebbe 78 anni. Maigret resterà in servizio quasi sempre a Parigi, salvo alcuni brevi incarichi temporanei in provincia, come per esempio quello a Bayeux[24], o come quando, nel 1946, viene trasferito per un anno a Luçon per divergenze con il direttore della polizia[25]. In ogni caso, resterà in servizio fino al 1972, anno di pubblicazione dell'ultimo romanzo, Maigret e il signor Charles, nel quale al commissario, dopo quasi quarant'anni di servizio, viene offerto l'incarico di direttore della Polizia Giudiziaria; offerta che Maigret rifiuta proprio perché, per i pochi anni che ormai lo separano dalla pensione, vuole continuare a svolgere attivamente le sue inchieste piuttosto che passare a un incarico certamente più prestigioso ma più burocratico e noioso.


Caratteristiche principali



La nascita del personaggio


Maigret nasce dalla penna di Georges Simenon nel 1929, a Delfzijl nei Paesi Bassi, mentre lo scrittore era in viaggio per i canali navigabili francesi a bordo del cutter Ostrogoth: Simenon ha più volte affermato di aver inventato il personaggio di getto, ma alcuni critici, Lacassin su tutti[26], hanno sottolineato che in realtà i tratti caratteristici di Maigret sono il frutto di un lungo studio da parte dell'autore, che prima di arrivare al Maigret definitivo è passato da ben diciotto tentativi[27]. La produzione letteraria di Simenon sino ad allora era composta da brevi racconti o romanzi popolari pubblicati su feuilleton e l'idea di scrivere romanzi polizieschi è quasi un pretesto utilizzato dall'autore per distaccarsi definitivamente da quel tipo di produzioni ed evolversi verso opere letterarie più serie e mature[28]: il genere poliziesco in generale e Maigret in particolare sono per Simenon un compromesso necessario tra i romanzi d'appendice, facili e per nulla impegnativi, e i romanzi tout court, molto più difficili per l'autore, il quale, giunto alla loro conclusione, era sfinito e depresso[29].

La scelta del nome Maigret per il personaggio principale è stata oggetto di diverse ipotesi, ma è lo stesso Simenon nel 1986 ad affermare:

«Ho utilizzato quel nome perché in quel momento mi è venuto in mente quello. Ma non è un nome inventato: era il nome di un vicino di casa in places des Vosges, che quando il personaggio cominciò a riscuotere successo, non apprezzò che il suo nome fosse usato per un volgare poliziotto

(Simenon raconte la naissance de Maigret, di Patrick LeFort, "Télé7Jours" n° 1350, 12-18 aprile 1986, pp. 58-59)
Possibile origine del nome «Maigret» su una targa commemorativa a Liegi[30].
Possibile origine del nome «Maigret» su una targa commemorativa a Liegi[30].

Pietr-le-Letton, primo romanzo con Maigret protagonista firmato da Georges Simenon, viene quindi scritto nel 1929 e pubblicato due anni più tardi in Francia. In realtà un personaggio di nome Maigret appare già in quattro romanzi popolari, scritti da Simenon sempre nel 1929, ma firmati con gli pseudonimi di Christian Brulls e Georges Sim; in questi romanzi il personaggio del commissario è secondario ed ancora poco caratterizzato, e l'intreccio poliziesco resta marginale.


L'aspetto


I tratti caratteristici di Maigret sono già ben delineati fin dal primo romanzo ufficiale; nella descrizione di Simenon:

«Maigret non somiglia ai poliziotti resi popolari dalle caricature. Non aveva né baffi né scarpe a doppia suola. Portava abiti di lana fine e di buon taglio. Inoltre si radeva ogni mattina e aveva mani curate. Ma la struttura era plebea. Maigret era enorme e di ossatura robusta. Muscoli duri risaltavano sotto la giacca e deformavano in poco tempo anche i pantaloni più nuovi.»

(da Pietro il Lettone)

L'aspetto esteriore di Maigret non cambierà nel tempo, anche se l'autore non ha mai speso troppi dettagli nella descrizione della fisionomia del personaggio; di lui rimangono nella memoria l'immancabile pipa caricata e fumata in continuazione, la bombetta, un pesante cappotto con il collo di velluto e l'andatura massiccia.

A proposito delle caratteristiche peculiari di Maigret, Simenon affermerà, in un'intervista rilasciata al giornalista Giulio Nascimbeni[31] in occasione dell'ottantesimo compleanno dell'autore, ed apparsa sul Corriere della Sera il 19 maggio 1985[32]:

«Di veramente mio ... ho dato a Maigret una regola fondamentale della mia vita: comprendere e non giudicare, perché ci sono soltanto vittime e non colpevoli. Gli ho dato anche gli ineffabili piaceri della pipa, ovviamente. ... Devo aggiungere che gli ho dato anche un certo gusto per i cibi.[33]»


Il carattere


L'autore lo descrive come un uomo dall'aspetto severo, spesso chiuso nelle sue riflessioni, dal carattere scontroso e a tratti irritabile; il suo corpo sembra assorbire le atmosfere dei luoghi dov'è avvenuto un crimine e appare divenire sempre più lento e pesante man mano che Maigret si compenetra nel caso che sta trattando. È amante della buona cucina popolare francese e dei buoni cibi che gli prepara la moglie ma si accontenta anche dei panini della brasserie Dauphine, vicina al Quai des Orfèvres. Beve d'abitudine di tutto: birra, vino, liquori, anche di fattura casalinga[34], che egli di solito associa alle indagini che sta seguendo: ci sono per esempio indagini "al calvados" o "al vino bianco"[35]. Accanito fumatore di pipa come il suo creatore, possiede una collezione di pipe che cura personalmente anche nel suo ufficio e di cui ha spesso rotto il bocchino tra i denti quando si è particolarmente irritato.

Il coq au vin (pollo al vino), uno dei piatti preferiti di Maigret
Il coq au vin (pollo al vino), uno dei piatti preferiti di Maigret

Maigret non si concede molti svaghi: di solito una volta alla settimana si reca al cinema con la moglie[36] e preferibilmente gli piace vedere pellicole western ma lascia spesso scegliere alla signora Maigret. Solo quando gli capita di dover restare a casa, ammalato, ha l'abitudine di sprofondarsi nella lettura di un romanzo di Dumas padre, del quale possiede l'opera completa[37]. Non fa vacanze regolari, anzi spesso, impegnato in un'inchiesta, rimane a sopportare le torride estati parigine perché in fondo la sua vera passione è il suo mestiere. Qualche eccezione sono le brevi gite in occasione di un'investigazione nella zona dell'Île-de-France, nel paese di Morsang, bagnato dalla Senna:

«La notte di sabato e la successiva domenica trascorse a Morsang rappresentarono per Maigret la quintessenza dell'estate, della vita spensierata in riva al fiume, della gioia semplice e schietta.»

(Georges Simenon, Maigret e la chiromante)

Le rive della Senna e Morsang sono il luogo non dimenticato dal commissario che, in compagnia della Signora Maigret concluderà un'inchiesta e insieme le sue vacanze parigine:

«Seguirono la Senna in tassì, verso la foresta di Fontainebleau. Poco dopo Corbeil, Maigret si ricordò di un albergo a Morsang dove era stato durante un'inchiesta... Aspettando che il padrone svegliasse sua moglie, restarono tranquillamente seduti davanti a un tavolino di ferro, guardando scorrere l'acqua.»

(Georges Simenon, Maigret si diverte)

Il commissario non sa guidare l'automobile: sarà la moglie che, per raggiungere più comodamente in auto la casetta di Meung-sur-Loire, prenderà lezioni di guida al posto suo.

«Maigret non guidava mai. Aveva provato, quando la polizia giudiziaria era stata fornita di piccole auto nere, e gli era accaduto, immerso nelle sue riflessioni, di dimenticare di essere al volante. Due o tre volte aveva pensato ai freni solo all’ultimo momento e da allora non aveva più insistito.[38]»

«Quando lui era un giovane funzionario, non se ne parlava nemmeno di comprare un’automobile; a quei tempi era una cosa inconcepibile. In seguito, non ne aveva mai visto la necessità. E poi, era tardi per imparare. Pensava sempre a troppe cose e non avrebbe visto i semafori rossi o avrebbe scambiato il freno con l’acceleratore.[39]»

Il commissario oltre a utilizzare talvolta le auto di servizio della polizia, più frequentemente usa prendere un taxi i cui autisti spesso riconoscono in lui il celebre Maigret.

Maigret risente molto delle condizioni climatiche che caratterizzano le sue inchieste; burbero e scontroso se piove, soddisfatto e ottimista se fa bel tempo, ma soprattutto odia il freddo: una stufa arroventata nel suo ufficio non manca mai e quando il vecchio impianto di riscaldamento del Quai verrà sostituito da moderni termosifoni Maigret farà in modo di mantenere la stufa nella sua stanza, perché per lui non è solo un mezzo per scaldarsi ma uno strumento di riflessione quando la carica fino a scoppiare o quando ne attizza il fuoco anche se non ce n'è bisogno.

Nella caratterizzazione di Maigret manca un aspetto importante per un solido borghese com'egli è: non sembra avere nessuna precisa appartenenza ad una ideologia politica:

«Segue la politica?» «Molto poco»

(Georges Simenon, Maigret è solo, ed. Mondadori, 1967, p. 16)

«Un uomo come lui, in un paese come la Francia (o l'Italia), Maigret non può non avere una riconoscibilità politica. Credo di sapere da che parte Maigret si sarebbe per esempio schierato durante la Resistenza e l'occupazione nazista. Simenon questo non ha potuto dircelo perché scriverlo lo avrebbe costretto a fare i conti non tanto con il personaggio ma con il suo ambiguo passato[40]. Un narratore del suo tipo, che su di sé ha detto e ridetto forse più di quanto avrebbe dovuto, questo tipo di conti non poteva permettersi di farli.»

(Corrado Augias, Come è nato Maigret commissario vicino di casa, la Repubblica del 22 gennaio 2003)

Non a caso, tra l'altro, nei romanzi e racconti di Maigret sono estremamente rari anche i riferimenti a fatti storici o politici della Francia o dell'Europa che vengano in qualche modo a intrecciarsi con le vicende dei vari personaggi, o anche che siano semplicemente citati nel corso dell'inchiesta.


Il metodo Maigret


Simenon passeggia per Milano, nel 1957
Simenon passeggia per Milano, nel 1957
(FR)

«Dans presque toutes ses enquêtes, Maigret connaissait cette période plus ou moins longue de flottement pendant laquelle, comme disaient tout bas ses collaborateurs, il avait l'air de ruminer. Durant la première étape, c'est-à-dire quand il se trouvait soudain face à face avec un milieu nouveau, avec des gens dont il ne savait rien, on aurait dit qu'il aspirait machinalement la vie qui l'entourait et s'en gonflait comme une éponge.{...}Il attendait aussi longtemps que possible avant de se former une opinion. Et encore ne se la formait-il pas. Il gardait l'esprit libre jusqu'au moment où une évidence s'imposait à lui ou bien jusqu'à ce que son interlocuteur craque.»

(IT)

«In quasi tutte le sue inchieste, Maigret attraversava questo periodo più o meno lungo di incertezza durante il quale, come dicevano sottovoce i suoi collaboratori, sembrava ruminare. Nella prima tappa, quando cioè si trovava di fronte ad un ambiente nuovo, con delle persone di cui non sapeva nulla, si sarebbe detto che egli aspirasse macchinalmente la vita che l'attorniava e se ne gonfiasse come una spugna (...) Egli aspettava il più a lungo possibile prima di formarsi un'opinione. Oppure non se la formava affatto. Conservava il suo giudizio libero fino al momento in cui un'evidenza non gli si imponesse o piuttosto che il suo interlocutore non cominciasse a cedere.»

(Georges Simenon, Le voleur de Maigret, Livre de Poche, pp. 113-114.)

Altrettanto famoso è il cosiddetto metodo di Maigret, che colleghi e superiori hanno inutilmente cercato di scoprire[41] poiché a chi gli chiede quale sia il suo metodo investigativo egli risponde che è quello di non avere metodo: in realtà egli si lascia guidare dalle proprie impressioni, s'immerge nell'ambiente dei luoghi in cui i delitti sono stati commessi e ha la capacità d'intuire la personalità dei diversi protagonisti di un caso e le loro passioni nascoste.

Anche quando Maigret ricoprirà il massimo grado nella polizia, invece di dirigere le operazioni relative alle indagini dal suo ufficio lasciando determinati compiti ai suoi ispettori, come imporrebbe il suo grado, preferisce scendere per le strade per conoscere direttamente ambienti e persone, entrare nelle case, parlare con i testimoni; caratteristica questa che spesso gli viene rimproverata dai suoi superiori o dai magistrati ma che a lui serve per immergersi nell'atmosfera dell'inchiesta.

«Lui aveva bisogno di uscire dall'ufficio, di sentire che aria tirava, di scoprire, a ogni nuova inchiesta, mondi diversi.»

(Georges Simenon, Maigret e il signor Charles, Adelphi, p.11)

Suo confidente preferito è per esempio il portiere, o più spesso la portinaia, della casa dov'è avvenuto il delitto e talora il commissario si accomoda nel bugigattolo della portineria per assaggiare la pietanza che la portiera sta preparando condividendo con lei il cibo e i pettegolezzi.[42]

Maigret è un investigatore diverso dai suoi colleghi letterari: nelle sue inchieste infatti assume particolare rilevanza l'indagine psicologica, talvolta più importante ai suoi occhi della scoperta del colpevole; per lui, come racconta Simenon:

«...l'importante è conoscere. Conoscere l'ambiente in cui il delitto è stato commesso, conoscere il genere di vita, le abitudini, i costumi, le reazioni degli uomini che vi sono coinvolti, vittime, colpevoli o semplici testimoni. Entrare nel loro mondo senza stupirsi, tranquillamente, parlare con naturalezza il loro linguaggio.»

Lo stesso Simenon descrive il suo commissario come un avocat des hommes (un difensore degli uomini) o un raccommodeur de destinées[43][44], "accomodatore di destini", perché per Maigret è fondamentale scoprire quale è stato il percorso che ha portato il colpevole all'azione e il motivo per cui la vittima è rimasta coinvolta, cercando di rimettere gli eventi "al loro posto"[45]. Ed è questo il non-metodo di Maigret: immedesimarsi nell'ambiente in cui è avvenuto il delitto, affidarsi alle intuizioni, alle sensazioni, ai piccoli particolari, entrare nella psicologia dei personaggi coinvolti, senza giudicare né tanto meno condannare ma soltanto cercando di capire e rispettare la loro umanità.

(FR)

«Pour moi, vous restez un être humain. Ne comprenez-vous pas que c'est justement ce que je cherche à faire jaillir chez vous: la petite étincelle humaine 

(IT)

«Per me voi rimanete un essere umano. Non capite che è proprio questo che io cerco di far scaturire da voi: la piccola scintilla umana?»

(Georges Simenon, La trappola di Maigret, Livre de Poche, p. 144)

Ciò non toglie che Maigret mostri apertamente tutto il suo disprezzo nei confronti di quei criminali, specie se onorati e ricchi borghesi, che ammantano le loro malefatte con ipocriti pretesti cercando di mantenere le vesti di un'onorata rispettabilità agli occhi della società a cui appartengono. D'altronde, anche per le sue origini provinciali e piccolo borghesi, il commissario si trova più a disagio proprio quando[46] le sue indagini lo obbligano a muoversi negli ambienti più altolocati, dei quali con maggiore difficoltà riesce a compenetrare abitudini e stile di vita.

Maigret non è stato indurito dai lunghi anni di pratica del suo mestiere: egli talvolta si fa prendere da un'emotività, da una sensibilità umana nascosta dietro il suo aspetto ruvido ma che in realtà non lo abbandona mai:

(FR)

«Le directeur et ses collègues le regardaient, surpris de le voir aussi pâle, aussi ému. Quai des Orfèvres, surtout à la Criminelle, ne travaille-t-on pas dans le meurtre quotidiennement?»

(IT)

«Il direttore e i suoi colleghi lo guardavano, sorpresi di vederlo così pallido, così emozionato. Al Quai des Orfèvres, soprattutto alla Criminale non si lavora tra gli omicidi ogni giorno?»»

(Georges Simenon, Maigret hésite, Livre de Poche, p. 123.)

Il commissario rifugge dall'usare metodi violenti: i suoi interrogatori tendono a far confessare gli imputati per sfinimento, con l'alternarsi per ore e ore di seguito dei collaboratori che ripetono sempre le stesse domande. Metodo questo che talora non funziona quando Maigret si trova di fronte a sospetti delinquenti che negano l'evidenza e che non confesseranno mai, ma questo non sembra turbare il commissario soddisfatto comunque di aver messo tutti i pezzi del puzzle al loro posto.

Maigret usa raramente le armi ma contrariamente all'aspetto del personaggio quando si muove nelle situazioni di pericolo lo fa agilmente e velocemente e se spara dimostra di avere una buona mira. Molto più goffo ma efficace è quando usa il suo corpo massiccio per gettarsi con tutto il suo peso sul malfattore per ridurlo all'impotenza.

Un'altra apparentemente strana caratteristica del "metodo" Maigret è il suo modo di operare i pedinamenti dei sospetti indagati. Spesso egli stesso, o i suoi collaboratori su sua precisa indicazione, pedinano il sospetto non facendo nulla per non farsi notare e non metterlo in allarme: anzi, lo scopo è proprio quello di avvertire l'indagato della presenza ossessiva di chi lo segue passo passo, senza lasciargli un attimo di respiro, per portarlo a un gesto inconsulto o a una mossa sbagliata.

«"Non posso fare a meno di pensare che quella donna ne sappia molto di più di quello che dice. Per questo non le do tregua, la sottopongo a una sorta di martellamento. Tornerò a trovarla, anche senza una ragione precisa!".»

(Georges Simenon, Maigret e il signor Charles, Adelphi, p.111)

Un caso tipico è quello descritto in Una testa in gioco quando, esasperato dal controllo continuo dello stesso commissario, l'equivoco personaggio Radek lo sfida in un drammatico colloquio a trovare le prove per arrestarlo.

Probabilmente è per questo stesso motivo che Maigret, fra l'altro, non sopporta i travestimenti che talvolta i suoi ispettori tentano di utilizzare durante appostamenti o pedinamenti. Il commissario, infastidito, arriverà per questo a dare persino dell'imbecille a Lucas, uno dei suoi più fidati ispettori[47].


Maigret e la giustizia


L'ingresso della Procura, a Parigi
L'ingresso della Procura, a Parigi

Spesso le inchieste di Maigret si discostano dagli schemi del poliziesco in senso classico per tracciare suggestivi ritratti psicologici e per evocare con efficacia l'atmosfera grigia e stagnante della provincia francese o della Parigi alla moda. Il colpevole viene spesso sospettato, se non individuato, relativamente presto nel corso della inchiesta. Si tratta però di ricostruire la verità umana, l'antefatto che ha causato il dramma, e con esso le prove per poter incastrare il colpevole.

Nel mondo in cui si muove Maigret non tutto è perfetto, non tutto si risolve sempre senza inciampi, e non sempre l'ingranaggio indagine-giustizia risulta così funzionante. In diverse inchieste del commissario Maigret la verità viene raggiunta alla fine, come nei polizieschi "classici", ma magari il colpevole non viene assicurato alla giustizia, oppure viene trovato solo anni dopo, o anche se trascinato in tribunale riesce magari a cavarsela con una pena leggera.

E non è neanche così semplice il rapporto fra Maigret e i meccanismi burocratici della giustizia. Frequentemente le inchieste del commissario sono costellate, se non intralciate, da divergenze di metodi e di opinioni fra lui e i magistrati[48]. Quasi un antagonista in molte inchieste è per Maigret il giudice istruttore Ernest Comeliau che non accetta i metodi investigativi del commissario ma con il quale ha tuttavia un rapporto basato sul reciproco rispetto: anzi il giudice si fiderà del commissario sino al punto di autorizzarlo a far evadere un condannato alla ghigliottina per scoprire il vero colpevole[49].

A tal proposito, emblematica è la ricorrente descrizione della piccola porta che divide i locali della Polizia Giudiziaria da quelli della Procura: Maigret la considera un vero e proprio spartiacque tra due mondi distinti e separati e nonostante tutto tanto vicini e inscindibili. L'idea di tale netta divisione fra i due ambiti, l'indagine poliziesca e l'aula di tribunale, è ricorrente in diversi romanzi e racconti, nei quali Maigret ribadisce il concetto secondo cui, una volta consegnato il colpevole alla giustizia, il suo compito è finito: non sta a lui giudicare gli accusati, o parteggiare per una soluzione giudiziaria, ma il suo scopo è solo ricostruire la verità. Maigret è consapevole che, una volta consegnato l'accusato nelle mani della giustizia, questa procede secondo un percorso autonomo, che può giungere persino a conclusioni opposte rispetto a quelle dell'investigatore, ma che in ogni caso utilizza meccanismi del tutto spersonalizzati. Per questo il commissario talvolta non manca di ricordare anche agli stessi indiziati che, finché l'indagine è nelle mani del poliziotto, possono ancora aspettarsi da lui una qualche umana comprensione, che invece non troveranno più fra gli ingranaggi giudiziari, una volta varcata appunto la soglia della Procura:

«Risponda. Quando il caso finirà in corte d'assise le faranno domande ben più imbarazzanti, e non avrà diritto di tacere.»

(Georges Simenon, Maigret e gli aristocratici, Adelphi 2008, p.59)

In alcuni romanzi, nei quali Maigret è ritratto ormai prossimo alla pensione[50], si fa riferimento al fatto che il commissario debba tener conto, non senza un certo fastidio, di nuove regole e prassi burocratiche che tendono a spostare sul magistrato il controllo delle indagini, sottraendo alla polizia la sua precedente autonomia di azione.

Più di una volta il commissario è costretto a subire le pressioni di qualche personaggio potente infastidito dalle sue inchieste, tanto che talvolta cerca il consiglio e il sostegno del suo "tutore", Xavier Guichard.

Fra un romanzo e l'altro si affacciano anche casi di errori giudiziari come quello che subisce lo stesso Maigret che, per una sfortunata concatenazione di eventi, finisce sotto inchiesta[51]. Ma Maigret non recrimina mai, non se la prende con le istituzioni anche se lo colpiscono ingiustamente: a lui basta fare comunque il suo dovere anche se osserva amaramente, riferendosi al mestiere di poliziotto, come «In realtà, il nostro compito principale è di proteggere innanzitutto lo Stato, il governo, qualunque esso sia, le istituzioni, poi la moneta e i beni demaniali, la proprietà privata e solo dopo, ma proprio all'ultimo posto, la vita degli individui»[52].


Personaggi e luoghi


Lo stesso argomento in dettaglio: Personaggi di Maigret e Luoghi di Maigret.
Il Quai des Orfèvres visto dalla Senna
Il Quai des Orfèvres visto dalla Senna

Alcuni personaggi sono presenti più o meno frequentemente nelle avventure di Maigret: nell'ambito lavorativo i suoi assistenti, gli ispettori Lucas, Torrence, Janvier e il giovane Lapointe; il giudice Comeliau; il dottor Moers, responsabile della parte scientifica ed autentica memoria storica della polizia; il dottor Paul, medico legale; Lognon, l'ispettore sfortunato. Nell'ambito privato: i coniugi Pardon (il marito è tra l'altro il medico personale di Maigret) con i quali scambiano periodiche cene in casa dell'una o dell'altra coppia.

(FR)

«Ils s'étaient toujours compris à demi-mot, Pardon et lui, bien qu'ils se fussent connus très tard, quand chacun avait déjà accompli une grande partie de sa carrière. Dès le premier jour, la confiance avait régné entre eux et ils éprouvaient un respect mutuel.»

(IT)

«Si erano sempre capiti a mezze parole, Pardon e lui, malgrado che si fossero conosciuti troppo tardi, quando ciascuno aveva già compiuto una gran parte della sua carriera. Fin dal primo giorno tra di loro c'era stata una gran confidenza e provavano un reciproco rispetto»

(Georges Simenon, Une confidence de Maigret, Le Livre de Poche, p. 26.)

Altrettanto note le descrizioni delle ambientazioni parigine, luoghi principali di gran parte delle sue inchieste: l'ufficio del Quai des Orfèvres con la stufa in ghisa, la brasserie Dauphine puntuale rifornitrice di birre e panini durante i lunghi interrogatori, le lunghe camminate per Parigi intervallate da numerose soste nei bar per una birra, un grog o un calvados, i piatti popolani assaporati in modesti bistrot, i dialoghi con le portinaie degli stabili, la casa di Boulevard Richard-Lenoir con la premurosa ed affettuosa signora Maigret in perenne attesa e dalle cui finestre il commissario osserva i passanti del quartiere mentre si fa la barba.

Diverse sono anche le inchieste svolte da Maigret al di fuori di Parigi: a volte Maigret segue un'inchiesta solo per caso, mentre si trova in vacanza (è il caso di Les vacances de Maigret, ambientato a Les Sables-d'Olonne), talora deve spostarsi in altre località per incarichi temporanei, e gli capita che, per seguire una determinata pista, va a concludere anche all'estero le sue inchieste[53]: è il caso ad esempio di Un delitto in Olanda ambientato nei Paesi Bassi, Maigret à New York e Maigret chez le coroner ambientati negli Stati Uniti, o Maigret voyage, nel quale il commissario segue la sua pista a Nizza, Losanna e Monte Carlo.

Nei romanzi ambientati nelle diverse regioni della Francia viene sempre tratteggiato un godibile spaccato della provincia francese del Novecento, pittoresca e sonnacchiosa, con i suoi piccoli riti, i pettegolezzi e la mentalità un po' chiusa e provinciale, nella quale però il commissario, date le sue origini e la sua indole, riesce subito a compenetrarsi.


Opere


Il corpus di scritti di Simenon dedicato a Maigret si compone di settantacinque romanzi, ventotto racconti e otto testi di tipo diverso (articoli, prefazioni ecc.). A questi si aggiungono altri quattro romanzi e un racconto che non fanno parte del ciclo ufficiale in quanto rinnegati dallo stesso autore, ma pubblicati sotto pseudonimo.


Romanzi e racconti rinnegati da Simenon


Si tratta di quattro romanzi e un racconto scritti prima di quelli del ciclo ufficiale e pubblicati sotto pseudonimo[54]. In questi romanzi o, meglio, nei primi tre la parte poliziesca è confinata in poche pagine e di conseguenza anche la figura di Maigret risulta ancora poco definita[55].


Romanzi


Lo stesso argomento in dettaglio: Romanzi con Maigret protagonista.

Sono in totale 75 i romanzi con il commissario Maigret protagonista, scritti e firmati da Georges Simenon tra il 1930 e il 1972. Furono pubblicati per la prima volta in Francia, presso tre editori francesi dell'epoca: Arthème Fayard, Gaston Gallimard e Presses de la Cité. Molti furono inizialmente pubblicati come feuilleton a puntate, allegati a riviste e quotidiani, come "Le Figaro". Tra i più prolifici scrittori del XX secolo, Simenon era in grado di produrre fino a ottanta pagine al giorno. A lui si devono centinaia di romanzi e racconti, molti dei quali pubblicati sotto diversi pseudonimi. La tiratura complessiva delle sue opere, tradotte in oltre cinquanta lingue e pubblicate in più di quaranta Paesi, supera i settecento milioni di copie[57].

Secondo l'Index Translationum, un database dell'UNESCO che raccoglie tutti i titoli tradotti nei Paesi membri, Georges Simenon è il sedicesimo autore più tradotto di sempre[58] e il terzo di lingua francese dopo Jules Verne e Alexandre Dumas.


Racconti


Lo stesso argomento in dettaglio: Racconti con Maigret protagonista.

Sono in totale 28 i racconti con il commissario Maigret scritti e firmati da Georges Simenon tra il 1936 e il 1950, la maggior parte di essi furono pubblicati su settimanali o mensili a puntate, per poi essere solo in seguito raccolti in volumi.


Cinema


Gino Cervi a colori in Maigret a Pigalle del 1967
Gino Cervi a colori in Maigret a Pigalle del 1967

Il personaggio di Maigret è stato, dal 1932 al 2022, protagonista di quindici pellicole cinematografiche, tratte da tredici romanzi e due racconti brevi incentrati sul celeberrimo commissario. In un caso, il film è uscito nelle sale ancora prima che il romanzo da cui era adattato venisse pubblicato: si tratta di Maigret e la chiromante, scritto nel 1941, ma la cui trasposizione in Picpus uscì già nel 1943, il romanzo fu pubblicato invece per la prima volta in Francia dall'editore Gallimard solo nel 1944.

In molte interviste, lettere, dettati e scritti diversi, Simenon espresse i propri giudizi sui diversi attori che hanno interpretato il ruolo di Maigret: secondo l'autore belga, i migliori, tra i francesi, sono stati Pierre Renoir, perché ha saputo interpretare il commissario nel suo ruolo principale di servitore civico; Michel Simon, nonostante abbia interpretato il personaggio in una sola occasione; Jean Gabin, nonostante l'aspetto trasandato del suo Maigret. Tra i non francesi invece spiccano i nomi di Gino Cervi, che andava molto bene come Maigret, e Rupert Davies, protagonista della serie televisiva andata in onda sulla BBC. Tra i peggiori invece Charles Laughton e Jean Richard, che ha interpretato il commissario nella più lunga serie televisiva dedicata a Maigret, trasmessa in Francia per ventitré anni[59].

Di seguito l'elenco dei film per il cinema tratti dai romanzi di Simenon e ispirati a Maigret:


Televisione


Rupert Davies nella serie televisiva Maigret
Rupert Davies nella serie televisiva Maigret

Il commissario Maigret è protagonista di circa duecento tra telefilm, sceneggiati televisivi e film per la televisione. La popolarità internazionale del personaggio ideato da Simenon ha permesso che queste serie fossero prodotte e trasmesse in molti paesi del mondo, ovviamente in Francia, ma anche in Italia, in Giappone, oppure ancora nei paesi anglofoni e nella ex Unione Sovietica. La maggior parte degli episodi fanno parte di serie dedicate al poliziotto francese, ma ve ne sono anche alcuni realizzati nell'ambito di altre serie televisive oppure come produzioni a sé stanti.

Le prime produzioni televisive non furono realizzate in Francia o in paesi francofoni, come potrebbe suggerire la lingua originale dei romanzi di Simenon; le prime trasposizioni televisive furono britanniche e risalgono agli anni cinquanta, in seguito venne prodotta la celebre serie italiana con Gino Cervi e solo sul finire degli anni sessanta vengono realizzate le prime serie francesi: in realtà nel giugno del 1960 andò in onda su ORTF (l'allora rete di stato francese) un estemporaneo film ispirato a Liberty Bar, con Louis Arbessier nel ruolo di Maigret[60].


Produzioni britanniche



Serie non dedicate a Maigret


Maigret (1960-1963)

Lo stesso argomento in dettaglio: Maigret (serie televisiva 1960).

Maigret è una serie mandata in onda dalla BBC in quattro stagioni (1960-1963), per un totale di 52 episodi. Maigret era interpretato da Rupert Davies. La serie è inedita in Italia.


Maigret (1988)

Nel 1988 tocca all'attore irlandese Richard Harris interpretare il commissario Maigret in un film per la televisione diretto da Paul Lynch e trasmesso dall'emittente HTV. Il film è tratto da diversi romanzi e racconti dedicati al personaggio del commissario[61].


Maigret (1992-1993)

Lo stesso argomento in dettaglio: Maigret (serie televisiva 1992).

Tra il 1992 e il 1993 viene prodotta e trasmessa una nuova serie televisiva dedicata alle inchieste del commissario parigino. Protagonista nei panni di Maigret è l'attore britannico Michael Gambon e la serie conta 12 episodi divisi in due stagioni[62].


Maigret (2016)

Lo stesso argomento in dettaglio: Maigret (serie televisiva 2016).

Una nuova serie televisiva prodotta da ITV vede l'attore Rowan Atkinson vestire i panni del commissario. La prima stagione è composta da due film TV della lunghezza di 90 minuti circa. A seguito del successo ottenuto dal primo episodio (La trappola di Maigret), la serie è stata confermata per una seconda stagione.[63]


Produzioni italiane



Le inchieste del commissario Maigret (1964-1972)

Lo stesso argomento in dettaglio: Le inchieste del commissario Maigret.
Gino Cervi nei panni di Maigret in Le inchieste del commissario Maigret
Gino Cervi nei panni di Maigret in Le inchieste del commissario Maigret

Le inchieste del commissario Maigret è una serie televisiva di sedici sceneggiati, prodotta e trasmessa in Italia dalla RAI dal 1964 al 1972. Il commissario Maigret è interpretato da Gino Cervi, la signora Maigret da Andreina Pagnani. La serie ha riscosso molto successo, tanto che negli anni seguenti la serie fu numerose volte replicata, e molte furono le edizioni su videocassetta e DVD. Simenon dichiarò più volte (ad esempio nella sopra citata intervista di Nascimbeni) che il suo interprete preferito nel ruolo di Maigret fu proprio Gino Cervi.


Maigret (2004)

Nel 2004 il personaggio è stato interpretato da Sergio Castellitto, per la regia di Renato De Maria. La scelta di un attore dai canoni fisici molto diversi da quelli di Gino Cervi fu giustificata in base a un parere espresso da molti critici e avallato a suo tempo dallo stesso Simenon, secondo cui inizialmente per la figura del commissario si fosse ispirato al padre[64], che era di corporatura esile. Il raffronto con la storica serie diretta da Mario Landi non contribuì al successo dello sceneggiato. Le riprese vennero effettuate a Praga e Margherita Buy interpretava la signora Maigret.

Episodi trasmessi:


Produzioni francesi



Les enquêtes du commissaire Maigret

Les enquêtes du commissaire Maigret è una serie televisiva composta da ottantotto episodi di 90 minuti circa, trasmessi per la prima volta da ORTF e, successivamente, da Antenne 2. La serie, parzialmente inedita in Italia, è andata in onda in Francia per oltre vent'anni, dal 1967 al 1990. Il ruolo del protagonista fu affidato a Jean Richard[65].


Il commissario Maigret (1991-2005)

Lo stesso argomento in dettaglio: Il commissario Maigret (serie televisiva).

Il commissario Maigret è una serie televisiva di cinquantaquattro film per la televisione di circa novanta minuti ciascuno. Il commissario Maigret è interpretato da Bruno Cremer. La serie è stata trasmessa per la prima volta dal canale France 2 (il nome dell'emittente fino al 1992 era Antenne 2). In Italia la serie è andata in onda, per alcuni episodi, su Raitre e, successivamente, su Rete 4, Fox Crime e LA7.


Altre produzioni


Negli anni sessanta è stata prodotta una serie televisiva di produzione olandese composta da diciotto episodi divisi in tre serie. La prima serie è andata in onda nel 1964 con Kees Brusse nel ruolo di Maigret. La seconda e la terza serie sono andate in onda rispettivamente nel 1967 e 1968 e il commissario era interpretato da Jan Teulings. La serie, inedita in Italia, è stata trasmessa nei Paesi Bassi e in Belgio dalle televisioni nazionali[66].

Nel 1956 anche un'emittente televisiva canadese di Montréal ha prodotto tre film diretti da Jean Faucher e con Henri Robert nel ruolo di Maigret. Con lo stesso attore e lo stesso sceneggiatore, Robert Choquette, la stessa rete televisiva ha poi prodotto un quarto film nel 1964. Nell'ordine essi sono: Monsieur Gallet, décédé, La nuit du carrefour, Maigret en vacances (tratto da Les vacances de Maigret) e Maigret et la grande perche[67].

A cavallo degli anni sessanta e settanta in Giappone è stata prodotta e trasmessa una serie televisiva per NTV con protagonista Kinya Aikawa nel ruolo del commissario e Sato Tomomi nel ruolo della signora Maigret: di lei Simenon dirà che è stata la migliore interprete del ruolo[59].

Tra gli anni sessanta e gli anni novanta in Unione Sovietica e in seguito in Ucraina sono state realizzate diverse produzioni tra serie e film per la televisione, con diversi attori nel ruolo del commissario: Boris Tenin, Yuri Yevsyukov, Armen Djigarkhanyan e altri[68].


Fumetti


Diverse sono state le edizioni di fumetti per ragazzi dei romanzi e dei racconti dedicati a Maigret, per lo più pubblicate in Francia nel XX secolo ed usciti come feuilleton allegati a riviste e quotidiani. In Italia, nel 1959 venne prodotta una serie dall'editore La Freccia di Roma, e all'inizio degli anni novanta una serie, Collezione Maigret a fumetti, tratta da un fumetto francese e pubblicata in Italia da Arnoldo Mondadori Editore[69]. Da ricordare le copertine illustrate dei romanzi e dei racconti pubblicati sempre da Mondadori nella collana Oscar, realizzate dall'illustratore di origini ungheresi Ferenc Pinter. Da segnalare anche i fumetti della serie "Bentornato Maigret"[70], di Odile Reynaud e Philippe Wurm, editi da Mondadori (prima edizione: 1993)

Molti personaggi di fumetti e cartoni animati si sono ispirati alle caratteristiche fisiche di Maigret, come Jūzō Megure personaggio del manga e anime giapponese Detective Conan di Gōshō Aoyama: il disegno è chiaramente ispirato dall'iconografia classica riconducibile al commissario.


Note


  1. Dans la peau de Maigret par Eric Libiot,, su L'express.fr.
  2. Giulio Nascimbeni, Duemila parole. E Simenon divenne mito, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 30 gennaio 2003. URL consultato il 24 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2015).
  3. Il nome completo di Maigret viene utilizzato da Simenon due sole volte, in modo diverso tra loro: Jules-Joseph Anthelme nel romanzo Le revolver de Maigret, mentre Jules Amédée François nel romanzo La première enquête de Maigret (1913).
  4. In due romanzi si danno riferimenti contraddittori: in La prima inchiesta di Maigret, ambientato nel 1913 e pubblicato nel 1949, il giovane Maigret aveva 26 anni, mentre in Il signor Gallet, defunto, ambientato a fine giugno 1930 ,pubblicato nel 1931,il personaggio aveva 45 anni
  5. Maigret e Saint-Fiacre, su genovalibri.it. URL consultato il 29 marzo 2008 (archiviato il 17 aprile 2008).
  6. cfr. Archiviato il 4 maggio 2015 in Internet Archive. "Corriere della Sera", 30 ottobre 2004.
  7. Le témoignage de l'enfant de chœur, (Maigret e la testimonianza del chierichetto, 1946).
  8. Maigret e il vagabondo (Maigret et le clochard, 1962).
  9. Ambiguo è il rapporto di Maigret con i medici che cerca di evitare il più possibile quando è colto da qualche malanno ed è piuttosto restio a curarsi, ma nello stesso tempo apprezza molto la confidenza e l'amicizia di un bravo dottore, dedito alla sua professione, come l'amico Pardon. Il commissario beve e fuma troppo, è un sedentario ma ha la fortuna di avere una salute di ferro. Quando decide di cambiare stile di vita lo fa senza crederci troppo (Maigret a Vichy, Oscar 698, Mondadori 1976, p. 176).
  10. Da Les Mémoires de Maigret.
  11. Nel racconto breve L'amoureux de Madame Maigret, questa viene però chiamata Henriette, il nome della madre di Simenon.
  12. Da Maigret et l'homme du banc.
  13. L'indirizzo completo di numero civico viene specificato solamente in un romanzo, Maigret et son mort.
  14. Georges Simenon ha davvero abitato in place des Vosges, proprio al numero 21, dove tra l'altro ha ambientato L'ombra cinese, e, come narrato in Les Mémoires de Maigret, è proprio Simenon che cede il suo appartamento ai coniugi Maigret durante un suo viaggio in Africa.
  15. L'ultimo romanzo con Maigret è Maigret e il signor Charles del 1972
  16. Vedi bibliografia.
  17. Sato Tomomi, vedi questa sezione.
  18. (FR) Georges Simenon, Lettre à Maigret pour son cinquantième anniversaire - Testo completo, su trussel.com, L'Illustré de Lausanne, 26 settembre 1979. URL consultato il 6 ottobre 2008 (archiviato il 12 maggio 2008).
  19. Uno scacco di Maigret, ed. L'Unità, 1993, pag. 64.
  20. Guichard è un personaggio realmente esistito, capo della polizia parigina e conoscente di Simenon, nonché archeologo e scrittore, cfr. approfondimento Archiviato il 2 dicembre 2008 in Internet Archive. in lingua inglese.
  21. "Nel 1933 Simenon compie trent'anni, entra a far parte della prestigiosa scuderia Gallimard e decide di diventare uno scrittore «vero». Ergo: manda in pensione Maigret per dedicarsi alla scrittura dei romanzi-romanzi. Ma dal personaggio che gli ha dato la fama non riesce a distaccarsi del tutto: per alcuni anni il commissario sarà protagonista di racconti destinati a riviste, in molti dei quali[...] si lascia coinvolgere, volente o nolente, in una serie di indagini che lo strappano alla sua condizione di pensionato -racconti che appariranno in volume nel 1944, allorché Maigret sarà tornato «ufficialmente» in servizio da un bel po'." - Dalla introduzione al volume Assassinio all'Étoile du Nord e altri racconti, Milano, Adelphi, 2013
  22. Georges Simenon, Il Sorcio, trad. di Simona Mambrini, Adelphi ("Biblioteca Adelphi" n° 668), Milano 2017
  23. "Simenon, che nel 1934 aveva mandato in pensione il commissario, si vede costretto (dal suo tenore di vita e dal suo editore) a richiamarlo in servizio." - Dalla introduzione al volume Minacce di morte, Milano, Adelphi, 2014
  24. nel racconto La vecchia signora di Bayeux
  25. Maigret e l'uomo solitario - Ed. "Gli Adelphi", 2011, p. 124.
  26. Lacassin, op. cit.
  27. Gabriella Bosco, Maigret contro Simenon, su archivio.lastampa.it, La Stampa, 24 maggio 1993. URL consultato il 15 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2012).
  28. (FR) La naissence de Maigret Archiviato il 13 maggio 2008 in Internet Archive. di Georges Simenon, dalla prefazione di Œuvres Complètes, pubblicato da Gallimard nel 1966
  29. Eskin, p. 114.
  30. (EN) Joe Richards: A Walking tour of Simenon's Liege Archiviato il 9 maggio 2008 in Internet Archive.: nell'articolo l'autore ipotizza che Simenon e il Maigret della targa potessero conoscersi nel periodo in cui lo scrittore svolgeva l'attività di cronista per la Gazette de Liège
  31. Il lunario Archiviato il 7 settembre 2008 in Internet Archive.: Nascimbeni racconta l'incontro con Simenon.
  32. Giulio Nascimbeni, Maigret ritrovato, su Rai International, "Sette", inserto settimanale del "Corriere della Sera", 25 marzo 1998. URL consultato il 15 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2012).
  33. La pietanza preferita da Maigret è la "blanquette de veau": un piatto completo a base di carne di vitello bollita, carote, cipolle, patate, funghi e con una salsa a base di burro. (Courtine).
  34. «È un luogo comune pensare che Maigret beva solo Calvados, lui beve di tutto: cognac, acquavite di prugne, grog, birra, liquori dolciastri, fatti in casa da anziane signore che poi gli lasciano in regalo noiosi bruciori di stomaco e anche (ma molto raramente perché troppo americano!) whisky. Quando Maigret beve, il lettore beve con lui, prova le stesse sensazioni, gode con lui, si disseta con lui, si disgusta insieme a lui.» ( M.G. Minetti, Quando facevo Maigret - intervista ad Andrea Camilleri, su vigata.org, La Stampa. URL consultato il 3 ottobre 2008 (archiviato il 28 settembre 2008).)
  35. «Unica consolazione, oltre all'inseparabile compagnia della pipa, i frequenti calici d'un vinello bianco dai riflessi verdognoli e l'immancabile bicchierino di calvados dopo i pasti... E dunque, per Maigret, il complice fumo della pipa, il vinello bianco, l'aroma durevole del calvados sul palato, ma fatalmente anche il labirinto dell'inchiesta...»( Giulio Nascimbeni, Maigret in vacanza delitto al mare, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 18 agosto 1999, p. 27. URL consultato il 3 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2015).), recensione di Les vacances de Maigret.
  36. Testa, p. 11.
  37. Ben tornato, Maigret, ed. Mondadori, 1967, p. 72
  38. G.Simenon,Maigret è solo, ed. Mondadori, 1967, p. 172
  39. G.Simenon, Maigret e il ladro, ed. Mondadori, 1968, p. 8
  40. Simenon era responsabile durante la seconda guerra mondiale di un campo di raccolta di profughi belgi vicino a La Rochelle. Grazie alle sue conoscenze riuscì a fornire un salvacondotto per suo fratello Christian, collaborazionista, e probabilmente per molte altre persone. Il fatto che subito dopo la guerra Simenon si sia trasferito in nord America è stato interpretato da qualche critico come una vera e propria fuga. (Eskin).
  41. Ad esempio, l'ispettore Pyke di Scotland Yard, nel romanzo Mon ami Maigret
  42. Cfr. ad esempio: L'amico d'infanzia di Maigret, L'ombra cinese, Maigret e l'ispettore scontroso.
  43. Ad esempio in Les Mémoires de Maigret e Un échec de Maigret, ma anche in altri romanzi.
  44. La vocation de raccommodeur de destinées, su books.google.it. URL consultato il 22 febbraio 2009 (archiviato il 28 gennaio 2012).
  45. Da Maigret et le corps sans tête
  46. vedi, ad esempio, in La vieille dame de Bayeux, o Maigret et le fantôme
  47. Maigret e la chiromante ed. Mondadori, 1990, p.52.
  48. Ad esempio in Maigret aux Assises.
  49. La testa di un uomo
  50. ad esempio in Maigret e il ladro pigro, o in Maigret e il cliente del sabato.
  51. In Maigret se défend
  52. Georges Simenon, Maigret e il ladro indolente, Adelphi, 2007.
  53. In queste occasioni dove si trova a dover parlare in una lingua diversa dal francese, Maigret mostra qualche impaccio ad esprimersi:«Il comprenait l'anglais, non sans effort, mais était loin de le parler couramment. (Egli capiva l'inglese, non senza difficoltà, ma era lontano dal parlarlo correntemente)». (In Maigret voyage, Livre de Poche, p. 34).
  54. (EN) The Other Maigrets, su trussel.com. URL consultato il 1º ottobre 2008 (archiviato il 15 dicembre 2008).
  55. Una raccolta del 1999 per le ed. Omnibus li riunisce con il titolo Maigret entre en scène, parte di una serie di "Simenon avant Simenon" che comprende gli articoli giornalistici, Les Exploits de Monsieur Sancette ecc.
  56. l'articolo Archiviato il 5 novembre 2011 in Internet Archive. di Michel Lemoine, tradotto in inglese.
  57. (EN) Encyclopædia Britannica (estratto), su trussel.com, 1993. URL consultato il 21 marzo 2008 (archiviato il 12 aprile 2008).
  58. (EN) Statistics on whole Index Translationum database: "TOP 50" Author Archiviato il 28 febbraio 2012 in Internet Archive. aggiornato ogni quattro mesi circa.
  59. (FR) Claude Gauteur, Simenon par Simenon, su trussel.com. URL consultato il 29 marzo 2008 (archiviato il 9 luglio 2007).
  60. (EN) Maigret Films & TV, su trussel.com. URL consultato il 12 ottobre 2008 (archiviato il 2 dicembre 2008).
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Bibliografia



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[en] Jules Maigret

Jules Maigret (French: [ʒyl mɛɡʁɛ]), or simply Maigret, is a fictional French police detective, a commissaire ("commissioner") of the Paris Brigade Criminelle (Direction Régionale de la Police Judiciaire de Paris:36, Quai des Orfèvres), created by writer Georges Simenon. The character's full name is Jules Amédée François Maigret.[3]

[es] Jules Maigret

Jules Maigret es un comisario ficticio de la policía judicial francesa creado por Georges Simenon. Ha protagonizado 78 novelas y 28 cuentos, escritos entre 1929 y 1972, aunque el año en que se publicó su primera novela, Pietr el Letón, fue 1931.

[fr] Commissaire Maigret

Le commissaire Jules Maigret est un personnage de fiction, protagoniste et héros de 75 romans policiers et 28 nouvelles de Georges Simenon, publiés entre 1931 et 1972.
- [it] Commissario Maigret

[ru] Комиссар Мегрэ

Комиссар Жюль Мегрэ́[1] (фр. Сommissaire Jules Maigret, полн. Жюль-Амеде-Франсуа Мегрэ[2] или Жюль Жозеф Ансельм Мегрэ[3]) — герой популярной серии детективных романов и рассказов Жоржа Сименона, мудрый полицейский.



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