Hugo Cabret (Hugo) è un film del 2011 in 3D diretto da Martin Scorsese e con protagonisti Asa Butterfield, Chloë Grace Moretz, Ben Kingsley, Christopher Lee, Sacha Baron Cohen e Jude Law, tratto dal romanzo La straordinaria invenzione di Hugo Cabret di Brian Selznick del 2007. È il primo film in 3D girato da Scorsese, utilizzato di sua scelta per dare un'ulteriore impronta stilistica al film, facendo uscire anche in Home Video il film in 3D.[1]
Hugo Cabret
Chloë Grace Moretz e Asa Butterfield in una scena del film
Ai Golden Globe 2012 il film ha fatto guadagnare a Martin Scorsese il premio come miglior regista, mentre ai Premi Oscar 2012 si è aggiudicato 5 statuette su 11 nomination.
Il dizionario di cinema Il Mereghetti assegna al film tre stellette e mezzo su quattro. Invece il critico Roger Ebert gli ha assegnato 4 stelle su 4, definendolo il film più personale di Martin Scorsese.
Trama
Negli anni '30, Hugo Cabret è un orfano di dodici anni che vive nascosto in una stazione ferroviaria a Parigi. Hugo aveva perso la madre da piccolo e viveva con il padre, un orologiaio morto a causa di un incendio avvenuto al museo dove lavorava. Rimasto inizialmente a vivere con lo zio Claude, manutentore degli orologi della stazione, il ragazzo, per sopravvivere, si è ritrovato costretto a mettere in atto continui furti e sotterfugi ed a diventare egli stesso manutentore degli orologi (in quanto lo zio, dopo avergli insegnato a manovrare gli orologi, lo ha abbandonato) e riparatore di ogni sorta di congegni e meccanismi. Di suo padre gli è rimasta la passione per il cinema e un automa meccanico che il padre aveva trovato nel museo e che aveva tentato di riparare (avendo visto che aveva un pennino in mano e credendo quindi che potesse scrivere), sfuggito all'incendio. Per sua sfortuna, alla stazione ferroviaria, vive anche Gustav, reduce di guerra e ispettore ferroviario, responsabile della sicurezza pubblica nella stazione, che arresta e fa imprigionare senza pietà chiunque sorprenda a compiere anche il più piccolo gesto illecito, tra cui anche diversi bambini, monelli e orfani che, vivendo di espedienti, cercano di sottrarsi all'orfanotrofio.
Hugo instaura così un rapporto speciale con l'automa, una relazione dai risvolti misteriosi, e con Isabelle, una ragazzina adottata dal proprietario del chiosco di giocattoli della stazione, l'anziano Georges Méliès, a cui Hugo ha rubato molti pezzi meccanici per riparare l'automa, venendo infine scoperto e costretto a lavorare per lui. In realtà l'automa fu costruito proprio da “papà Georges” (in quanto, una volta riparato ed azionato, non scrive ma disegna un'immagine che firma con il nome di Méliès), che grazie alle ricerche effettuate dai due ragazzi si rivelerà essere stato il più famoso e importante regista dell'anteguerra, inventore delle più strabilianti tecniche cinematografiche dell'epoca, al confine tra il sogno e la magia. Méliès ha abbandonato l'attività cinematografica proprio a seguito dello scoppio del conflitto e della morte in un incidente di due suoi fidati collaboratori, i genitori di Isabelle (la quale, quindi, non aveva mai saputo chi il padrino fosse stato realmente), eventi che lo hanno costretto a far distruggere le sue pellicole, a comprare il chiosco dei giocattoli con il denaro guadagnato ed a ritirarsi a vita privata, venendo creduto morto da tutti.
Il film racconta, attraverso la storia romanzata di Hugo Cabret e del suo automa, la riscoperta ed il riconoscimento dell'opera di Georges Méliès.
Citazioni e omaggi
È citata la celebre scena che costituisce uno dei primi film della storia del cinema, L'arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat dei fratelli Auguste e Louis Lumière.
Durante la prima fuga di Hugo dall'ispettore ferroviario Gustav, nella confusione della gente tra i tavolini, si vede il pittore spagnolo Salvador Dalí che mostra un suo disegno allo scrittore irlandese James Joyce. Nella stessa scena poi compare un chitarrista sosia del jazzista manouche francese Django Reinhardt.
Quando Hugo e Isabelle entrano in un cinema di Parigi per assistere di nascosto alla visione di un film, viene proiettato Preferisco l'ascensore!, film che contiene la celebre scena in cui l'attore Harold Lloyd, arrampicatosi su un grattacielo, resta appeso alla lancetta di un orologio, dando l'impressione di dover cadere da un momento all'altro. Probabilmente questa scena ha ispirato quella del film di Scorsese in cui Hugo si appende alla lancetta dell'enorme orologio della stazione ferroviaria.
Il film contiene anche un riferimento all'incidente ferroviario della stazione di Parigi Montparnasse, avvenuto nel 1895, quando Hugo sogna di raccogliere sui binari la chiave a forma di cuore essenziale al funzionamento dell'automa un attimo prima che un treno in arrivo a grande velocità rischi di investirlo.
Vi sono riferimenti a Jean Renoir, Carol Reed, René Clair, Brassaï, Cynthia Millar, Charles Dickens, Emily Brontë, Jules Verne, Jean Gabin, Jean Eugène Robert-Houdin, Robin Hood, Harold Lloyd, Max Linder, Charlie Chaplin, Buster Keaton, Louis Jouvet, Christina Rossetti, Victor Hugo, Auguste e Louis Lumière.
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