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Tàntalo (in greco antico: Τάνταλος, Tàntalos) è un personaggio della mitologia greca.

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Tantalo (disambigua).
Tàntalo
Tantalo
Nome orig.Τάνταλος
SessoMaschio
Luogo di nascitaLidia
ProfessioneRe di Lidia

Re di Lidia (o della Frigia) che per i suoi numerosi peccati fu punito dagli dei e gettato nel Tartaro, la sua punizione è divenuta una figura retorica con cui si indica una persona che desidera qualcosa che non può raggiungere.


Etimologia


Secondo Platone, accordandosi alla radice greca τλα-/τλη- del verbo greco τλάω (che significa "soffrire"), il nome Tantalo deriverebbe da talànatos (infelicissimo)[1].


Genealogia


Figlio di Zeus[2][3] o di Tmolo[4] e della ninfa Pluto[2][3] sposò la ninfa Dione[2] (figlia di Atlante) o Eurinassa[5] (figlia di Pattolo) o Euritemiste[6] (figlia di Xanto) o Clizia[6] (figlia di Anfidamante) e fu padre di Pelope[2][5][6], Brotea[4][7], Niobe[8][9] e Dascilo[10].


Mitologia


Tantalo visse presso il monte Sipylos in Anatolia, dove fondò la città di Tantalis[11].

Il banchetto di Tantalo
Il banchetto di Tantalo

I misfatti


Tantalo, che grazie alle sue origini era ben voluto dagli dei[12], si rese responsabile di diverse offese nei loro confronti e violò le regole della xenia cercando di rapire Ganimede, rubando dell'ambrosia che in seguito distribuì ai suoi sudditi ed organizzando il furto di un cane d'oro creato da Efesto e posto a guardia di un tempio di Zeus a Creta (di tale furto l'artefice materiale fu Pandareo ma Tantalo giurò il falso ad Hermes, inviato dagli dei proprio per recuperare l'animale[13][14]; secondo un'altra versione il cane era in realtà Rea trasformata in quel modo da Efesto[15]).

Il re infine organizzò un banchetto a cui invitò gli dei stessi e, per mettere alla prova la loro onniscienza, uccise suo figlio Pelope e lo fece servire come pasto: Demetra, disperata per la perdita della figlia Persefone, non si accorse di nulla e consumò parte di una spalla del ragazzo, ma gli altri dei notarono immediatamente l'atrocità e gettarono i pezzi di Pelope in un calderone[13].


Il supplizio


Il supplizio di Tantalo
Il supplizio di Tantalo

Gli dei punirono Tantalo gettandolo nel Tartaro[12] e condannandolo ad avere per sempre una fame e una sete impossibili da placare[13] schiacciato dal peso di un masso, legato ad un albero da frutto e immerso fino al collo in un lago d'acqua dolce: appena prova ad abbeverarsi il lago si prosciuga e non appena prova a prendere un frutto i rami si allontanano o un colpo di vento li fa volare lontano[16].

Il sepolcro di Tantalo sorgeva sul monte Sipylos[3] ma gli onori gli furono pagati ad Argo, la cui tradizione locale sosteneva anche di possedere le sue ossa[3].


Miti successivi


I mitografi successivi cercarono in tutti i modi di discolpare gli dei da un possibile atto di cannibalismo stravolgendo in tutto la storia di Tantalo: secondo tale versione, infatti, egli era un sacerdote che rivelò ogni segreto ai non iniziati, al che colpirono suo figlio con una malattia orrenda. I chirurghi di allora, con varie operazioni, riuscirono a ricostruire il corpo originale anche se di lì in poi esso portò innumerevoli cicatrici[17].


Filosofia


Il mito di Tantalo venne successivamente ripreso dal filosofo Arthur Schopenhauer nella sua opera più nota, Il mondo come volontà e rappresentazione, come esempio della eterna insoddisfazione dell'uomo per cui "contro un desiderio che viene appagato ne rimangono almeno dieci insoddisfatti; la brama dura a lungo, le esigenze vanno all'infinito mentre l'appagamento è breve e misurato con spilorceria".


Curiosità



Note


  1. Platone, Cratilo, 28.
  2. Igino, Fabulae 82
  3. (EN) Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia, II, 22.2 e 3, su theoi.com. URL consultato il 13 agosto 2019.
  4. Scholia ad Euripide, Oreste 5
  5. Giovanni Tzetzes a Licofrone, 52
  6. Scholia ad Euripide, Oreste, 11
  7. (EN) Pausania il Periegeta, Periegesi della Grecia, III, 22.4, su theoi.com. URL consultato il 13 agosto 2019.
  8. Igino, Fabulae, 9
  9. (EN) Apollodoro, Biblioteca, III, 5.6, su theoi.com. URL consultato il 13 agosto 2019.
  10. Scolio ad Apollonio Rodio, Le Argonautiche, II, v. 752
  11. Plinio il Vecchio Naturalis historia 2,93; 5,31
  12. (EN) Diodoro Siculo, Biblioteca Historica, IV, 74.1 e 2, su theoi.com. URL consultato il 13 agosto 2019.
  13. (EN) Pindaro, Olimpiche, 1.60 ff, su perseus.tufts.edu. URL consultato il 13 agosto 2019.
  14. Euripide, Oreste, 10
  15. Antonio Liberale, Metamorfosi, 11 e 36.
  16. (EN) Apollodoro, Biblioteca, Epitome II, 1, su theoi.com. URL consultato il 13 agosto 2019.
  17. Tzetze, a Licofrone, 152
  18. Pindaro, Olimpiche, 1, 59-63.

Bibliografia


Fonti primarie
Fonti secondarie

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- [it] Tantalo

[ru] Тантал (мифология)

Танта́л (др.-греч. Τάνταλος) — в древнегреческой мифологии царь Сипил во Фригии, обречённый на вечные муки.



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