I suoi primi cinque figli furono divorati da Crono, suo marito e loro padre, che agì in quel modo perché temeva la profezia secondo cui sarebbe stato detronizzato e vinto da uno di loro. Rea, per salvare l'ultimo dei suoi figli, Zeus, chiese aiuto ai propri genitori Urano e Gea, che per salvare l'ultimo della sua prole la mandarono sull'isola di Creta. Qui si rifugiò nella grotta di Psychro, sul Monte Ditte, dove partorì.
Dopo il parto lei ingannò Crono che, raggiuntala sull'isola per mangiare anche Zeus, ricevette da Rea una pietra avvolta in fasce anziché il bambino, pietra che lui mangiò cadendo nell'inganno[2].
Culto
Il giovane re asiatico Adrasto, che combatté quale alleato di Priamo nella guerra di Troia, aveva una particolare devozione per questa dea.
Nella mitologia romana, Rea fu identificata con Opi e venne definita Magna Mater deorum Idaea.
Rea, raffigurata spesso su un carro tirato da due leoni, presenta una forte associazione con Cibele.
Secondo Omero, Iliade1.570–579, 14.338(EN) , Odissea8.312(EN) , Efesto era evidentemente il figlio di Era e Zeus, vedi Gantz, p. 74.
Secondo Esiodo, Teogonia927–929(EN) , Efesto è stato generato solamente da Era, senza padre, vedi Gantz, p. 74.
Secondo Esiodo, Teogonia886–890(EN) , figlia di Zeus dalle sue sette mogli, Atena è stata la prima a essere concepita, ma ultima a nascere; Zeus ingravidò Meti, poi la ingerì, in seguito lui stesso fece nascere Atena "dalla sua testa", vedi Gantz, pp. 51–52, 83–84.
Secondo Esiodo, Teogonia183–200(EN) , Afrodite è nata dai genitali recisi di Urano gettati nel mare, vedi Gantz, pp. 99–100.
Secondo Omero, Afrodite era la figlia di Zeus (Iliade3.374, 20.105(EN); Odissea8.308, 320(EN) ) e Dione (Iliade5.370–71(EN) ), vedi Gantz, pp. 99–100.
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