Chi ha incastrato Roger Rabbit (Who Framed Roger Rabbit) è un film statunitense a tecnica mista del 1988 diretto da Robert Zemeckis e prodotto dalla Amblin Entertainment di proprietà di Steven Spielberg insieme alla Touchstone Pictures, che combina attori in carne e ossa e personaggi di animazione (animati da Richard Williams), e offre un'opportunità unica di vedere insieme in un solo film personaggi di cartoni animati di vari studi (Disney, Warner Bros. e diversi cartoni americani).[1][2]
Chi ha incastrato Roger Rabbit | |
---|---|
Roger Rabbit e Eddie Valiant (Bob Hoskins) in una scena del film. | |
Titolo originale | Who Framed Roger Rabbit |
Lingua originale | inglese |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 1988 |
Durata | 104 min |
Rapporto | 1,66:1 |
Genere | commedia, fantastico, poliziesco, animazione, giallo |
Regia | Robert Zemeckis |
Soggetto | Gary K. Wolf (romanzo) |
Sceneggiatura | Jeffrey Price, Peter S. Seaman |
Produttore | Robert Watts, Frank Marshall |
Produttore esecutivo | Steven Spielberg, Kathleen Kennedy |
Casa di produzione | Touchstone Pictures, Amblin Entertainment, Silver Screen Partners |
Distribuzione in italiano | Warner Bros. Italia |
Fotografia | Dean Cundey |
Montaggio | Arthur Schmidt |
Effetti speciali | Ken Ralston, George Gibbs |
Musiche | Alan Silvestri |
Scenografia | Elliot Scott, Roger Cain |
Costumi | Joanna Johnston |
Trucco | Peter Robb-King |
Animatori | Richard Williams, Andreas Deja, Russell Hall, Phil Nibbelink, Simon Wells |
Interpreti e personaggi | |
| |
Doppiatori originali | |
| |
Doppiatori italiani | |
| |
Logo in lingua originale |
Il film è ispirato dal romanzo di Gary Wolf Who Censored Roger Rabbit?, che ha in effetti ideato i protagonisti: dopo il successo del film, Wolf, ha scritto un secondo romanzo dove i protagonisti sono più simili alle loro controparti cinematografiche che non al primo libro. Comunque, i libri e il film raccontano tre storie indipendenti, di cui condividono i personaggi principali.
Il film ha ricevuto il plauso della critica, che ha elogiato le immagini, l'umorismo, la sceneggiatura e le performance degli attori, con la critica e il pubblico che lo considerano "innovativo". Ha incassato 329,8 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando uno dei film di maggior incasso degli anni 80. Ha portato un rinnovato interesse per l'età d'oro dell'animazione americana, guidando l'animazione americana moderna e il Rinascimento Disney.[3] Ha vinto tre Oscar per il miglior montaggio, il miglior montaggio sonoro e i migliori effetti speciali e ha ricevuto un Special Achievement Award per la direzione dell'animazione di Richard Williams.
Nel 2016 venne scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso negli Stati Uniti.
Nel 1947 a Hollywood, i cartoni animati sono esseri reali e tangibili che convivono con gli esseri umani, lavorando principalmente come attori negli studi cinematografici. L'investigatore privato Eddie Valiant viene ingaggiato da R.K. Maroon, proprietario degli omonimi studi di animazione, con il compito di indagare sulla moglie di un suo cartone attore, Roger Rabbit, del quale Maroon stesso è scontento in quanto distratto sul set, e ipotizza che la bellissima moglie Jessica Rabbit lo stia tradendo.
Eddie, seppur controvoglia, accetta il caso in quanto si trova in ristrettezze economiche: una volta noto come l'investigatore privato dei cartoni animati, si rifiuta di lavorare per questi da quando un misterioso cartone uccise suo fratello e collega Teddy, finendo in un tunnel di depressione ed alcolismo.
Il detective si reca nel locale dove Jessica lavora, e lì fa conoscenza di Marvin Acme, proprietario delle omonime industrie che fabbricano prodotti a uso dei cartoni animati e titolare della società che possiede i terreni sui quali sorge Cartoonia, la città animata dove risiedono gli attori-cartoni. Poco dopo Eddie li scopre mentre, appartati nei camerini, giocano alla "farfallina", un innocuo gioco da bambini che tuttavia nell'ingenuo mondo dei cartoni animati equivale a tradimento verso il proprio partner. L'investigatore li fotografa e mostra le foto a Roger, il quale rimane sconvolto e scappa via.
Quando la mattina seguente Eddie scopre che la notte stessa Acme è stato assassinato, tutti i sospetti cadono su Roger Rabbit. Sulla scena del delitto Eddie conosce lo spietato e cinico Giudice Morton, un sinistro individuo che si è comprato le elezioni per diventare giudice riempiendo di soldi Cartoonia e dintorni. Questi è deciso ad occuparsi del caso dato che Cartoonia è sotto la sua giurisdizione, e per farlo si serve della sua pattuglia speciale di faine animate. Anche se i cartoni sono immuni ai danni fisici, Morton ha scoperto un modo per eliminarli sciogliendoli nella salamoia, un acido verdastro di sua invenzione composto da trementina, acetone e benzina, con il quale intende giustiziare Roger dopo che l'avrà condannato per l'omicidio di Acme.
Di ritorno al suo ufficio Eddie incontra Baby Herman, un collega di Roger, il quale è convinto dell'innocenza dell'amico e che ci sia qualcosa di losco sotto la vicenda: egli asserisce che Acme avesse fatto testamento, lasciando in eredità Cartoonia ai propri cittadini animati. Ora quel testamento è smarrito e se non verrà trovato entro mezzanotte, Cartoonia verrà venduta. Il detective, seppur scettico, scopre tramite le foto da lui scattate che Herman aveva ragione, e poco dopo trova Roger, nascosto in casa sua, dichiarandosi innocente e pregandolo di indagare sul caso per trovare il vero colpevole.
Eddie cerca di nascondere Roger dal giudice Morton e dalle faine, confrontandosi anche direttamente con loro, e durante la fuga viene a sapere che le fotografie da lui scattate ad Acme facevano parte di un piano ordito da Maroon per ricattare l'industriale (la stessa Jessica ammette di essere stata costretta a lasciarsi fotografare) e convincerlo a vendere gli studios e Cartoonia alla Cloverleaf, un gruppo di investitori che aveva già acquistato l'azienda di trasporto pubblico di Los Angeles, la Red Cars. Eddie riesce ad estorcere la confessione ad R. K. Maroon, ma proprio mentre questi sta rivelando chi ci sia dietro questa operazione, improvvisamente un misterioso assassino spara dalla finestra dello studio di Maroon. Eddie se ne accorge per tempo e riesce a mettersi in salvo, ma Maroon resta ucciso. Il detective si affaccia e vede Jessica correre via dagli studi, inseguendola fino a Cartoonia.
Eddie si avventura quindi nella caotica quanto assurda città dei cartoni, trovando Jessica che gli punta una pistola: il colpo però non era per lui ma per una figura nell'ombra, che fugge via. Jessica rivela che questi non è altri che Morton, il vero assassino che si nasconde dietro tutto, e che Acme l'aveva avvertita, scandalo dopo scandalo, delle intenzioni di Morton di mettere le mani su Cartoonia. Sentendosi minacciato, Acme le aveva anche consegnato il testamento, ma Jessica aprendo la lettera che doveva contenerlo aveva trovato solo un foglio bianco. I due cercano di fuggire, ma Morton riesce ad acciuffarli e a portarli all'interno della fabbrica ACME, dove spiega di essere il proprietario della Cloverleaf e, senza quel testamento, presto anche di Cartoonia, che intende radere al suolo per poter costruire una "superstrada", che i cittadini saranno costretti ad utilizzare in quanto è suo intento smantellare l'azienda tranviaria appena acquistata. Presenta loro quindi la sua invenzione per distruggere Cartoonia, un'enorme autobotte carico di 5000 galloni di salamoia e dotato di uno spruzzatore orientabile ad alta pressione.
Roger cerca eroicamente di liberare Jessica ed Eddie, ma viene catturato. Lui e la moglie vengono appesi a un gancio per essere uccisi entrambi dalla scarica di salamoia sparata dallo spruzzatore ma Eddie, rimasto solo con le faine, si esibisce in un buffo balletto che le fa morire dalle risate tutte quante, tranne il capo, che viene scaraventato con un calcio del detective nella vasca di salamoia, morendo all'istante. Ritorna Morton, il quale si batte con Eddie. Durante lo scontro il giudice viene stritolato da uno schiacciasassi senza morirne, rivelando di essere un cartone camuffato da uomo, per di più proprio colui che aveva ucciso il fratello di Eddie anni prima. Lo scontro si riapre, ma proprio mentre Morton sta per uccidere Eddie, il detective riesce ad aprire la valvola della cisterna di salamoia, inondando così Morton di salamoia e facendolo sciogliere a morte.
Manovra quindi il paranco per togliere Roger e Jessica dalla traiettoria dell'autobotte che, ormai vuota, sfonda il muro oltre il quale c'è Cartoonia, solo per essere distrutta dal passaggio di un treno.
Nella scena finale del film, Eddie Valiant libera Roger e Jessica e, di fronte a polizia e cartoni nel frattempo arrivati sulla scena, rivela a tutti che il foglio apparentemente bianco dato da Acme a Jessica altri non è che il testamento di Marvin Acme scritto con dell'inchiostro simpatico, che dichiara che la proprietà di Cartoonia verrà ereditata dai cartoni stessi, i quali esultano di gioia. Avendo ritrovato il suo senso dell'umorismo, Eddie torna a Cartoonia insieme a Dolores, Roger e Jessica.
Nel 1982, la Walt Disney Pictures acquistò i diritti del romanzo di Gary Wolf intitolato Who Censored Roger Rabbit? intenzionata a realizzarne un lungometraggio.[4] Jeffrey Price e Peter S. Seaman vennero assunti per scrivere la sceneggiatura, mentre Robert Zemeckis si propose come regista nel 1982.[5] Zemeckis aveva diretto in quel periodo alcuni film di scarso successo al botteghino, e per questo la Disney non lo prese in considerazione. Nel frattempo, la Disney aveva già avviato da tempo la creazione di una divisione autonoma per la produzione e distribuzione di film commedie leggere, non appositamente concepite per il pubblico infantile. L'idea era stata già presa in considerazione sul finire degli anni sessanta, in seguito alla distribuzione di numerose pellicole leggere di vari generi (horror, musical, avventura ecc.). Si venne dunque a creare la Touchstone Pictures. Nei primi anni ottanta, la Touchstone produceva soprattutto commedie a sfondo sentimentale e piccoli thriller d'azione, e l'uscita del film di Roger Rabbit rappresentò il primo vero successo commerciale della casa[senza fonte]. La Disney cercò, allora, di assumere Terry Gilliam alla regia del film, ma quest'ultimo rifiutò il ruolo poiché, secondo lui, il progetto era troppo difficile da realizzare. Il regista, tuttavia, si pentì successivamente della sua decisione.[6]
Dopo il successo al botteghino di Ritorno al futuro e All'inseguimento della pietra verde, Robert Zemeckis convinse la Disney delle sue capacità e venne, così, assunto alla regia della pellicola.[7][8] Nel 1985, Michael Eisner, l'allora amministratore delegato Disney, assunse Frank Marshall, Steven Spielberg e Kathleen Kennedy come produttori della pellicola. Il budget iniziale fu di 50 milioni di dollari, cifra che la Disney ritenne molto alta per l'epoca.[8] Perciò, la casa di produzione di Walt Disney fu costretta ad abbassare il budget a 29,9 milioni di dollari, una cifra comunque alta per quei tempi, che tuttavia dopo poco tempo rinunciò materialmente a produrre la pellicola di tasca propria.[8]
Stanziato il budget, la pellicola ricevette il via libera dalla produzione.[8] Steven Spielberg per il suo nuovo lavoro volle creare qualcosa di veramente insolito e straordinario, e scartò la casa madre Disney dalle sue scelte in fatto di produzione. Si accordò con la Touchstone Pictures, per poi inserirvi nel film la maggior parte dei cartoni animati famosi. Nonostante i suoi sforzi, Spielberg ottenne in prestito molti dei personaggi Disney, tra cui Topolino, Pippo e Paperino.[5][7]
Jeffrey Price e Peter S. Seaman vennero scelti come sceneggiatori dopo l'assunzione di Steven Spielberg e Robert Zemeckis. I due autori, per lo sviluppo della sceneggiatura, si ispirarono ai cartoni di Disney e quelli di Bob Clampett. Alcuni elementi presenti nel film, come l'azienda "Cloverleaf", provengono dalla sceneggiatura del secondo sequel della serie di Chinatown; tale pellicola non venne mai realizzata a causa dei pessimi risultati al botteghino del secondo film della serie, Il grande inganno.[5]
In una primissima versione dello script, Roger Rabbit veniva ucciso nella sparatoria durante il duello finale tra Valiant e il Giudice Morton. Sting scrisse la canzone "The Lazarus Heart" per il finale musicale originale del film, ma quando la Disney chiese di togliere la scena della morte, la canzone venne annullata dallo script, finendo per uscire nell'album ...Nothing Like the Sun.
Prima della creazione del Giudice Morton (Doom in originale), Price e Seaman pensarono prima a Jessica Rabbit e poi a Baby Herman come antagonisti della pellicola. Successivamente, crearono Morton, anche se inizialmente il personaggio risultava ben diverso dalla versione cinematografica; infatti, possedeva sulla spalla un avvoltoio animato e una valigetta contenente 12 piccoli canguri, sempre animati, che lo aiutavano nel suo mestiere di giudice portandogli diversi documenti per le sue leggi. Tutti questi personaggi vennero cancellati dal film per problemi di budget.[7][9] In una successiva versione dello script, Morton si avvaleva della collaborazione di sette faine animate e dei sette nani apparsi nel film Disney Biancaneve e i sette nani.
Successivamente anche questa idea venne modificata: i nani scomparvero dallo script, mentre il numero delle faine venne portato da sette a cinque.[7] Robert Zemeckis paragona il personaggio di Morton e il suo modo di agire simile a quello di Hitler.[5] Nello script originale il giudice era in realtà il cacciatore che uccise la madre di Bambi, ma la Disney contestò aspramente l'idea.[9] Sempre nella sceneggiatura iniziale, inoltre, compariva anche il funerale di Marvin Acme con la presenza di numerosi personaggi animati, tra cui persino Superman e i personaggi della serie Braccio di Ferro, ma pure questa sequenza venne tagliata dallo script finale.[9]
Durante la lavorazione fu realizzata una divertente scena, poi eliminata per questioni di durata, sempre con protagonista Bob Hoskins: Eddie Valiant tornava al locale dove lavora Jessica Rabbit, ma veniva catturato dal giudice e da Bongo, il gorilla-usciere del club, e successivamente portato a Cartoonia dalle faine. Qui gli veniva attaccata sulla testa una maschera animata a forma di maiale, che il povero detective, una volta corso a casa avrebbe rimosso. Zemeckis raccontò che la testa di maiale che si scioglie nella vasca da bagno era la prima scena animata completamente e quindi tagliata. La scena si collocava prima dell'arrivo di Jessica nell'ufficio di Eddie.
Il direttore artistico Richard Williams rifiutò di lavorare a Los Angeles a causa di alcune divergenze con la Disney.[11] Per ospitare lui e i suoi animatori, la produzione venne spostata agli Elstree Studios di Hertfordshire, in Inghilterra. Sia la Disney sia Spielberg si accordarono con Williams durante la lavorazione del film: se Williams avesse lavorato a Roger Rabbit, loro lo avrebbero aiutato a distribuire il suo film incompiuto The Thief and the Cobbler. Williams accettò l'offerta della produzione e cominciò a lavorare al progetto.[11] La produzione si divise quindi tra Williams e il produttore Don Hahn, rispettivamente nei London studio e a Los Angeles, dove le riprese vennero supervisionate da Dale Baer.[12] Il numero considerevole degli effetti speciali e delle animazioni portò la Disney ad aumentare il budget fino a 40 milioni di dollari. La stessa Disney pensò di cancellare il film a causa degli elevati costi, ma fu convinta da Jeffrey Katzenberg a proseguire la lavorazione.[11] Il budget continuò ad aumentare successivamente, ma la Disney, ormai, sembrava decisa più che mai a realizzare il film, anche perché era entusiasta di lavorare finalmente con Spielberg.[8]
Le telecamere VistaVision vennero utilizzate per mescolare le scene live-action con quelle d'animazione. Per facilitare l'interpretazione degli attori, al posto dei cartoni animati, inseriti poi al computer, vennero utilizzati dei pupazzi e dei manichini.[7] Per facilitare il lavoro di post produzione furono utilizzati anche dei bracci robotici che eseguivano le azioni basilari su cui poi gli animatori avrebbero costruito i personaggi animati.[7] In moltissime scene dove i cartoni spostano o possiedono nelle loro mani degli oggetti reali, questi ultimi vengono mossi tramite l'utilizzo di fili, similmente a marionette.[7] Le riprese della pellicola iniziarono il 2 dicembre 1986, e durarono circa 7 mesi e mezzo agli Elstree Studios, con l'aggiunta di altre quattro settimane di ripresa a Los Angeles qualche tempo dopo. Le riprese furono concluse ufficialmente il 27 agosto 1987.
Nel corso della post-produzione del film, durata circa un anno[7], gli animatori realizzarono a mano circa 82 000 fotogrammi per dare vita ai personaggi del film. Ogni fotogramma fu fotografato e impresso sulla pellicola[7][10]. Infine l'Industrial Light & Magic ultimò la pellicola dando ai personaggi un tocco di realismo in più[10], aggiungendo dettagli realizzati in CGI come i luccichii e le ombre del vestito di Jessica Rabbit[5].
Alan Silvestri, collaboratore del regista Robert Zemeckis in molte occasioni, compose la colonna sonora della pellicola. Silvestri venne influenzato dal lavoro di Carl Stalling per la musica da dare al film.[7][10] La colonna sonora di Silvestri uscì il 22 giugno 1988 e, in DVD, il 16 aprile 2002,[13] ma è anche disponibile su iTunes Store.[14]
Michael Eisner sentiva che il film aveva troppe allusioni sessuali e tentò di convincere Zemeckis a tagliare alcune scene della pellicola.[15] Zemeckis, tuttavia, si trovò in disaccordo con Eisner e si rifiutò di apportare modifiche alla pellicola.[10] Perciò su decisione dei produttori, il film, invece di essere distribuito con il simbolo della Disney, fu distribuito sotto il logo della Touchstone Pictures.[15]
Il film venne distribuito su VHS il 12 ottobre 1989, mentre la versione in DVD il 28 settembre 1999.
L'edizione italiana del film è a cura della Royfilm e il doppiaggio fu eseguito dalla C.D.C. presso la International Recording e diretto da Manlio De Angelis su dialoghi di Alberto Piferi.[16]
Chi ha incastrato Roger Rabbit ha ricevuto consensi quasi universali dalla critica, venendo aggiunto nella lista dei "100 migliori film comici di tutti i tempi, secondo i critici" da Business Insider.[17]
L'aggregatore di recensioni Rotten Tomatoes ha dato al film un punteggio di approvazione del 97% basato su 65 recensioni e una valutazione media di 8,4/10, con il consenso critico che recita: "Chi ha incastrato Roger Rabbit è un film innovativo e divertente che presenta un mix rivoluzionario di azione dal vivo e animazione, con una storia toccante e originale per l'avvio".[18] L'aggregatore Metacritic ha calcolato un punteggio medio ponderato di 83 su 100 sulla base di 15 recensioni, indicando "plauso universale”.[19]
Il Dizionario dei film “Il Mereghetti”, curato da Paolo Mereghetti, assegna al film 4 stelle su 4, cioè il voto massimo possibile. Invece i dizionari “Morandini” e “Farinotti” gli danno rispettivamente 3 stelle e mezzo su 5 e 3 stelle, sempre su 5.
Roger Ebert del Chicago Sun-Times ha dato al film il voto massimo (4 stelle), prevedendo che avrebbe portato "il tipo di passaparola che il denaro non può comprare. Questo film non è solo un grande intrattenimento, ma [anche] una svolta nell'artigianato."[20] Gene Siskel del Chicago Tribune ha dato al film 3,5 stelle su 4, elogiando la sequenza di apertura come abbagliante e sbalorditiva, pur avendo osservato che tale sequenza richiese quasi 9 mesi di lavorazione.[21] Janet Maslin del New York Times ha commentato che questo è "un film i cui momenti migliori sono così nuovi, così deliranti e così pazzamente inaspettati che devono davvero essere visti per crederci".[22] Desson Thomson del Washington Post considera il film "una collaborazione definitiva di puro talento. Zemeckis ha avuto il sostegno entusiasta della Walt Disney Pictures, l'attrazione del produttore Steven Spielberg, la benedizione della Warner Bros., l'inchiostro e la vernice dell'animatore Richard Williams, le voci di Mel Blanc, la sceneggiatura spiritosa e frenetica di Jeffrey Price e Peter S. Seaman, l'Industrial Light and Magic di George Lucas e la comica performance di Bob Hoskins nei panni dell'investigatore privato più corpulento e ispido".[23]
Il film è uscito negli Stati Uniti il 22 giugno 1988, incassando $ 11.226.239 in 1.045 sale durante il suo weekend di apertura, classificandosi al primo posto al botteghino degli Stati Uniti.[24]
Alla fine, ha incassato $ 156.452.370 negli Stati Uniti e in Canada e $ 173.351.588 a livello internazionale, arrivando a un totale mondiale di $ 329.803.958.
Al momento dell'uscita, era il 20° film con il maggior incasso di tutti i tempi.[25] È stato anche il secondo film con il maggior incasso del 1988, dietro solo a Rain Man.[26]
L'enorme successo del film generò tre cortometraggi che vennero distribuiti nelle sale come "training" di altri film:
Successivamente furono ideati alcuni prequel per sviluppare un nuovo lungometraggio:
Il primo progetto non venne sviluppato. Il secondo, ideato nel 1997 e di cui vennero realizzati pure delle scene test per vedere come la nuova computer grafica potesse rendere più credibile l'interazione attori umani-cartoni, fu abbandonato prima dell'inizio della fase della pre-produzione (uscita prevista nel 2000). Le motivazioni, mai confermate, sarebbero risiedute allora nell'elevato budget preventivato (100 milioni di dollari nel 1998) che fu ritenuto troppo rischioso per un sequel che sarebbe uscito ormai a distanza di dodici anni dal primo film.[29]
Nel 1996, uscì in VHS Ecco Roger Rabbit, un cofanetto con 2 videocassette: nella prima ci sono i 3 cortometraggi di Roger Rabbit, e nella seconda c'è il film Chi ha incastrato Roger Rabbit.
Considerando pure l'esistenza della seconda storia dell'ideatore Gary Wolf con gli stessi personaggi (Who P-P-P-Plugged Roger Rabbit? pubblicato nel 1991) e l'incremento di produzioni delle case cinematografiche statunitensi di sequel, prequel e remake, l'assenza di progetti al riguardo è da molti considerato un fatto inconsueto; sono tuttavia in molti a credere che il principale ostacolo alla realizzazione di un secondo film venga principalmente dalle troppe condizioni poste e interessi richiesti dalle troppe major necessariamente coinvolte (tra cui alcune storicamente rivali come la Warner Bros. e la Disney).
A distanza di alcuni anni si è ricominciato a parlare di un possibile sequel.[30][31] Dopo le prime ammissioni, ora Robert Zemeckis rivela di essere realmente al lavoro insieme a Peter Seaman e Jeffrey Price, già sceneggiatori del primo episodio, che sono nel pieno della scrittura. Nel gennaio 2013 Robert Zemeckis rivela che non ci sarà nessun sequel mentre gli sceneggiatori annunciano che il sequel ci sarà e che stavano aspettando solo di ricevere il via libera della Disney. Nell'aprile 2014 a seguito della morte di Bob Hoskins, la Disney decide di fermare la produzione.[32]
Bonkers, gatto combinaguai, serie animata prodotta dalla Disney nel 1993 e spin-off di Raw Toonage, mostra una premessa e ambientazione simile a quella del film Chi ha incastrato Roger Rabbit, in cui i cartoni sono creature senzienti che convivono assieme agli esseri umani. Protagonista della serie è Bonkers, una lince - cartone animato ex-star di Hollywood poi declassata a poliziotto, molto simile a Roger Rabbit sia fisicamente sia caratterialmente, che indaga su crimini e fatti misteriosi nell'ambiente "cartoonesco" di Los Angeles, affiancato (nella prima stagione) al detective Lucky Piquel, personaggio ricalcato sulla figura di Eddie Valiant e che, come quest'ultimo, detesta i cartoni animati. Le similitudini tra la serie e il film furono notate dal Los Angeles Times, che bocciò il tentativo di ricreare il mondo del film essendo la serie completamente animata.[33] Per diversi anni si è vociferato che la serie venne progettata come show interamente dedicato a Roger Rabbit, ma i cui personaggi furono poi sostituiti a causa di problemi di copyright; tuttavia, nel 2008, Greg Weisman chiarì che Bonkers fu concepito fin dall'inizio come protagonista, benché Roger fosse servito da ispirazione.[34]
Altri prodotti ispirati al film, oltre ai già citati corti animati e romanzo sequel di Gary K. Wolf, furono numerose opere a fumetti, un romanzo, scritto da Martin Noble e che ripercorre fedelmente le vicende del film, e diversi videogiochi. Questi ultimi includono Who Framed Roger Rabbit (1988, computer), Who Framed Roger Rabbit (1989, NES), la versione giapponese di The Bugs Bunny Crazy Castle (1989), Hare Raising Havoc (1991), Who Framed Roger Rabbit (1991, Game Boy).
Altri progetti
Controllo di autorità | VIAF (EN) 227043783 · GND (DE) 1024741664 · BNF (FR) cb142949680 (data) |
---|
Portale Animazione | Portale Cinema | Portale Giallo |