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Biancaneve e i sette nani (Snow White and the Seven Dwarfs) è un film d'animazione statunitense del 1937 diretto da David Hand, prodotto da Walt Disney e distribuito dalla RKO Radio Pictures.

Biancaneve e i sette nani
Logo originale del film
Titolo originaleSnow White and the Seven Dwarfs
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1937
Durata83 min
Rapporto1,37:1
Genereanimazione, fantastico, musicale, sentimentale
RegiaRegista supervisore:David Hand
Registi sequenze: Perce Pearce, William Cottrell, Larry Morey, Wilfred Jackson, Ben Sharpsteen
SoggettoFratelli Grimm
SceneggiaturaDorothy Ann Blank, Richard Creedon, Merrill De Maris, Otto Englander, Earl Hurd, Dick Richard, Ted Sears, Webb Smith
ProduttoreWalt Disney
Casa di produzioneWalt Disney Productions
Distribuzione in italianoRKO Radio Pictures
MusicheFrank Churchill, Leigh Harline, Paul J. Smith
Art directorKen Anderson, Tom Codrick, Hugh Hennesy, Harold Miles, Kendall O'Connor, Charles Philippi, Hazel Sewell, Terrell Stapp, McLaren Stewart, Gustaf Tenggren
Character designAlbert Hurter, Joe Grant
AnimatoriHamilton Luske, Fred Moore, Bill Tytla, Norman Ferguson, Frank Thomas, Les Clark, Dick Lundy, Fred Spencer, Art Babbitt, Bill Roberts, Eric Larson, Bernard Garbutt, Milt Kahl, Grim Natwick, Robert Stokes, Jack Campbell, James Algar, Marvin Woodward, Al Eugster, Shamus Culhane, Cy Young, Stan Quackenbush, Joshua Meador, Ward Kimball, Ugo D'Orsi, Wolfgang Reitherman, George Rowley, Robert Martsch
SfondiSamuel Armstrong, Mique Nelson, Phil Dike, Merle Cox, Ray Lockrem, Claude Coats, Maurice Noble
Doppiatori originali
  • Adriana Caselotti: Biancaneve
  • Lucille La Verne: Regina Cattiva, Strega
  • Harry Stockwell: Principe
  • Roy Atwell: Dotto
  • Pinto Colvig: Pisolo, Brontolo
  • Billy Gilbert: Eolo
  • Otis Harlan: Gongolo
  • Scotty Mattraw: Mammolo
  • Eddie Collins: Cucciolo
  • Moroni Olsen: Specchio Magico
  • Stuart Buchanan: Cacciatore
Doppiatori italiani
  • Rosetta Calavetta: Biancaneve (dialoghi)
  • Lina Pagliughi: Biancaneve (canto)
  • Giulio Panicali: Principe (dialoghi)
  • Giovanni Manurita: Principe (canto)
  • Tina Lattanzi: Regina Cattiva
  • Dina Romano: Strega
  • Olinto Cristina: Dotto
  • Amilcare Pettinelli: Brontolo
  • Giuseppe Mazzanti: Pisolo
  • Gero Zambuto: Eolo
  • Cesare Polacco: Gongolo
  • Lauro Gazzolo: Mammolo
  • Aldo Silvani: Specchio Magico
  • Mario Besesti: Cacciatore

Ridoppiaggio (1972)

  • Melina Martello: Biancaneve (dialoghi)
  • Gianna Spagnuolo: Biancaneve (canto)
  • Romano Malaspina: Principe (dialoghi)
  • Bruno Filippini: Principe (canto)
  • Benita Martini: Regina Cattiva
  • Wanda Tettoni: Strega
  • Roberto Bertea: Dotto
  • Manlio Busoni: Brontolo
  • Giancarlo Maestri: Pisolo
  • Vittorio Di Prima: Eolo, Cacciatore
  • Carlo Baccarini: Gongolo
  • Silvio Spaccesi: Mammolo
  • Mario Feliciani: Specchio Magico
  • Luciano Melani: Voce narrante

Basato sull'omonima fiaba dei fratelli Grimm, è stato il primo lungometraggio in rodovetro della storia del cinema, il primo lungometraggio d'animazione prodotto negli Stati Uniti d'America, il primo a essere girato completamente a colori e il primo lungometraggio prodotto dalla Walt Disney Productions (il che ne fa il primo Classico Disney, secondo il canone ufficiale)[1]. La storia fu adattata dagli storyboard artists Dorothy Ann Blank, Richard Creedon, Merrill De Maris, Otto Englander, Earl Hurd, Dick Rickard, Ted Sears e Webb Smith. David Hand fu il supervisore alla regia, mentre William Cottrell, Wilfred Jackson, Larry Morey, Perce Pearce e Ben Sharpsteen diressero le sequenze individuali del film.

Il film fu proiettato in anteprima al Carthay Circle Theatre il 21 dicembre 1937 e distribuito in tutti gli Stati Uniti il 4 febbraio 1938, mentre in Italia uscì l'8 dicembre dello stesso anno. Fu il film col maggiore incasso del 1937: dopo la sua prima uscita (prima delle riedizioni) il film aveva già incassato un totale di 8 milioni di dollari in tutto il mondo.


Trama


Biancaneve sui letti dei nani in una scena del film
Biancaneve sui letti dei nani in una scena del film

Biancaneve è figlia di una nobile famiglia, ma quando lei è ancora infante, la buona e dolce madre muore e il padre si risposa con una donna di grande bellezza ma crudele chiamata Grimilde ( il suo nome non viene mai pronunciato in tutto il film). Rimasta vedova, la donna diventa regina ed eredita il castello del defunto marito. Temendo che la bellezza della figliastra possa superare la sua, la malvagia regina l'ha costretta a lavorare come sguattera e ogni giorno, rivolgendosi al suo Specchio Magico, pronuncia le parole "Specchio servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?". Crescendo, la bambina diventa sempre più bella e con un animo nobile, e sogna che un giorno il principe che le fa la corte la porti via per vivere per sempre felici.

Dopo che per anni le ha dato soddisfazione rispondendole sempre che è proprio lei la più bella, un giorno lo specchio informa la regina che è ormai l'adulta Biancaneve la più bella del reame (testualmente dice "E' Biancaneve dalla chioma corvina molto più bella della regina"); la donna furiosa dopo avere visto un principe innamorarsi di lei, ordina ad un cacciatore di portare la principessa nel bosco e di ucciderla. Per accertarsi che abbia compiuto il suo dovere, inoltre, ordina che ritorni con il cuore della ragazza contenuto in un cofanetto. Il cacciatore porta Biancaneve nel bosco con il pretesto di una passeggiata e raccogliere fiori selvatici, ma quando è sul punto di ucciderla col suo pugnale, vedendola pura e innocente, non ha il coraggio di compiere il gesto. Egli le rivela che la matrigna la vuole morta e la spinge a fuggire nel bosco e a non tornare più. Per farle credere di aver ucciso la fanciulla, il cacciatore porta alla regina il cuore di un animale (maiale nell'originale, capretto nel primo doppiaggio e cinghiale nel secondo).

Persa e spaventata, la giovane principessa scappa nel bosco, che muta a causa della sua paura, creando diverse allucinazioni, come rami simili a mani artigliate che cercano di afferrarla, alberi con facce minacciose, tronchi di legno che diventano coccodrilli e decine di occhi che la fissano. Dopo essersi ripresa dalla paura, fa amicizia con le creature della foresta, che la portano a una piccola casetta in mezzo al bosco. Trovando sette piccole sedie nella sala da pranzo della casa e un gran disordine, Biancaneve suppone che quella sia la casetta trasandata di sette bambini orfani: decide così di dare una ripulita al posto con l'aiuto degli animali sperando che i proprietari accettassero in cambio di ospitarla. Quella sera, dopo un giorno di lavoro alla miniera, i padroni di casa rincasano, rivelandosi essere dei nani: Dotto, il paronimico leader; Brontolo, arcigno e sempre imbronciato; Gongolo, forte ma gentile; Pisolo, sempre sul punto di crollare dal sonno; Mammolo, dolce e timido; Eolo, allergico a qualsiasi cosa; e Cucciolo, il più giovane e spensierato dei fratelli, nonché unico senza barba. I nani si allarmano trovando l'abitazione pulita e pensano che vi si sia introdotto un intruso. Trovano poi Biancaneve al piano di sopra, mentre dorme su tre dei loro letti. La principessa si sveglia trovando i nani al suo capezzale e si presenta. Questi, dopo qualche dubbio iniziale, le danno il loro benvenuto nella casa, visto che lei ha assicurato di voler pulire e cucinare molto bene per loro. Biancaneve inizia una nuova vita facendo la cuoca, pulendo e badando alla casa dei nani mentre loro lavorano nella miniera e la sera, quando tornano dal lavoro, cantano, suonano e ballano felici tutti insieme.

Un giorno, interrogando di nuovo lo specchio magico su chi sia la più bella del reame, la regina viene a sapere che la sua figliastra Biancaneve è ancora viva e che il cuore che il cacciatore le aveva portato millantando fosse quello della ragazza appartiene in realtà a un cinghiale. Ripromettendosi di vendicarsi più tardi dell'uomo che l'ha tradita, la donna è decisa ad eliminare in prima persona Biancaneve: essendo esperta nelle arti magiche di stregoneria, prepara una pozione che la trasforma in un'orribile e vecchia donna. Prende poi una mela e la avvelena in modo da far cadere Biancaneve nel "Sonno Mortale", una maledizione che causa uno stato di incoscienza simile alla morte a chiunque addenti la mela avvelenata (nel libro originale dei Grimm la mela è sul serio mortale, e non "finta"). Il sortilegio tuttavia può essere annullato dalla potenza del "primo bacio d'amore", ma la regina è convinta che non vi sia alcun pericolo per i suoi piani: secondo lei, una volta addormentata, i nani crederanno che la ragazza sia morta per davvero e la seppelliranno.

La regina si dirige così alla casetta dopo che i nani sono andati a lavorare e, facendo leva sul buon cuore della figliastra, la inganna spacciandosi per una povera mendicante che vende mele, offrendole quella avvelenata. Gli animali lì vicino percepiscono subito che c'è qualcosa di pericoloso nella vecchia e nella mela: tentano perciò di attaccare la regina, poi, non riuscendoci perché rimproverati da Biancaneve stessa che crede di difendere un'innocua vecchietta, corrono ad avvertire i nani, i quali inizialmente non comprendono il loro comportamento. Pisolo capisce per primo che la regina ha trovato Biancaneve; Brontolo, temendo per l'incolumità della principessa, si mette a capo dei compagni, incitandoli a tornare indietro per salvarla.

Montando al galoppo sul dorso di veloci cerbiatti, i sette nani si affrettano a raggiungere Biancaneve per soccorrerla. Quando arrivano però è troppo tardi: la ragazza si è lasciata convincere ad assaggiare la mela avvelenata ed è caduta nel Sonno Mortale. La regina cattiva fugge trionfante dalla casa dei nani per cercare di tornare al castello, ma loro la inseguono fino alla cima di un dirupo e la intrappolano, mentre ha inizio un temporale. La regina, quindi, cerca di uccidere i nani facendo rotolare un masso addosso contro di loro, ma un fulmine colpisce lo spuntone di roccia sul quale ella si regge, facendola precipitare insieme al masso nel burrone sottostante e morire.

I nani tornano alla loro casetta, trovando Biancaneve a terra, credendola morta e piangendo inconsolabilmente la perdita della loro amica assieme agli animali del bosco. Tuttavia, al contrario di come aveva previsto la regina, non sono disposti a seppellirla sotto terra per la sua incantevole bellezza, mettendola invece in una bara di cristallo e oro, al centro di una radura della foresta, continuando a vegliare su di lei con gli animali. Dopo diversi mesi, il principe Florian, che aveva già incontrato Biancaneve e se ne era innamorato, viene a sapere del suo sonno eterno e va a visitare la sua bara. Rattristato dalla morte della bella fanciulla, la bacia teneramente per dirle addio, rompendo in questo modo l'incantesimo e risvegliandola. I sette nani e gli animali sono presi da un tripudio di gioia, mentre il principe fa salire Biancaneve sul suo cavallo bianco e si allontana con lei verso il castello per farne la sua sposa, non prima, però, che la ragazza abbia detto addio ai suoi piccoli amici.


Personaggi


I sette nani in una scena del film
I sette nani in una scena del film

Produzione


Lo sviluppo di Biancaneve e i sette nani cominciò all'inizio del 1934: nel mese di giugno Walt Disney annunciò dalle colonne del New York Times l'avvio della produzione del suo primo lungometraggio animato.[5]

Prima di Biancaneve e i sette nani lo studio Disney era stato impegnato in via quasi esclusiva nella produzione dei cortometraggi animati delle serie Mickey Mouse e Sinfonie allegre. Con la scelta di passare al lungometraggio Disney sperava di espandere il prestigio e i ricavi del suo studio.[6]

L'impresa non era tuttavia agevole: il budget necessario fu stimato in non meno di 250 000 dollari, ovvero circa dieci volte di più rispetto al costo medio di una Sinfonia allegra.[5] Walt dovette fin da subito far fronte allo scetticismo del fratello Roy e della moglie di lui Lillian (suoi soci in affari), i quali tentarono di convincerlo a lasciar perdere[6]; dal canto loro vari altri esponenti di spicco dell'industria cinematografica di Hollywood appellarono beffardamente il progetto del film "Follia Disney".

La produzione si rivelò finanche più dispendiosa delle stime: il costo totale arrivò a 1 488 422,74 dollari e Disney stesso dovette ipotecare la propria casa per contribuire a coprire il fabbisogno di liquidità del film.[7]

Trailer del film, con recensioni, fotogrammi di produzione e la presentazione dei personaggi con le loro caratteristiche

Sceneggiatura


Il 9 agosto 1934 il redattore Richard Creedon compilò ventuno pagine di appunti intitolate "Suggerimenti per Biancaneve": in esse erano codificate varie indicazioni su come configurare i personaggi principali, nonché le situazioni e le 'gag' funzionali alla storia.

Fin da subito Disney puntò a dare massima preminenza ai sette nani, che giudicava i personaggi più in grado di sviluppare situazioni "pazze" e "gag" da inserire nella trama; le tre riunioni preliminari per costruire l'intreccio, tenutesi nel mese di ottobre con la partecipazione di Disney, Creedon, Larry Morey, Albert Hurter, Ted Sears e Pinto Colvig, furono sostanzialmente finalizzate a conseguire tale obiettivo. Disney in particolare prefigurò che la storia dovesse avere inizio nel momento in cui Biancaneve scopre la casetta dei sette nani.[5]

Lo stesso patron sostenne fin dall'inizio che ognuno dei nani dovesse avere una personalità individuale ben definita (mentre nella fiaba originale non sono indicati né i nomi, né le caratteristiche di tali personaggi). Venne dunque stilata una lista di circa 50 potenziali nomi da attribuire ai nani, tra cui Jumpy, Deafy, Dizzey, Hickey, Wheezy, Baldy, Gabby, Nifty, Sniffy, Swift, Lazy, Puffy, Stuffy, Tubby, Shorty e Burpy.[8] Su di essi fu praticato un processo di esclusione finalizzato a correlare al massimo l'antroponimo al tratto caratteriale del personaggio: a titolo d'esempio, essendo il capo dei nani di temperamento pomposo, presuntuoso e maldestro nella sua parvenza di erudizione, gli venne attribuito il nome Doc (in italiano "Dotto").

Al termine delle summenzionate riunioni gli unici nani "nominati" erano Dotto (Doc), Brontolo (Grumpy), Mammolo (Bashful), Pisolo (Sleepy) e Gongolo (Happy): i futuri Eolo (Sneezy) e Cucciolo (Dopey) erano sostituiti transitoriamente dal nome Jumpy e da uno spazio vuoto.[7]

Oltre a mettere a fuoco le caratteristiche e le potenzialità comiche dei nani, le diciotto pagine di contorno della storia, scritte da Creedon per riunioni di ottobre, contenevano un "flusso continuo" di gag ed episodi aggiuntivi da inserire nell'intreccio narrativo, quale il tentativo della regina di uccidere Biancaneve con un pettine avvelenato (un elemento preso dalla storia originale dei Grimm). A tal proposito la trama suggerita prevedeva che la regina, fallito questo tentativo, avrebbe catturato il principe e l'avrebbe rinchiuso in una prigione, dove lei sarebbe andata a trovarlo per vessarlo (ad esempio animando magicamente gli scheletri contenuti nel castello per inscenare una danza macabra) e cercare di convincerlo a sposare lei: Ferdinand Hovarth predispose degli schizzi preliminari per tale storia (sia con protagonista la regina che con la strega)[5]. Il trattamento precisava poi che la regina potesse esercitare il proprio potere magico soltanto nel suo castello.

Vistasi rifiutata dal giovane, la regina avrebbe reagito lasciandolo morire (un altro schizzo mostra infatti il principe rinchiuso in una camera sotterranea che si sta riempiendo d'acqua[9]) per poi ricorrere solo allora alla mela avvelenata. A quel punto gli animali della foresta avrebbero aiutato il principe a scappare e a dirigersi verso la casetta dei nani per salvare Biancaneve: egli avrebbe preso tuttavia la strada sbagliata (nonostante gli avvertimenti degli animali della foresta e del suo cavallo, che egli, a differenza di Biancaneve, non riusciva a capire), non riuscendo a difendere la donna amata dalla regina, salvo poi risuscitarla grazie al primo bacio d'amore.

I Fratelli Grimm, autori della fiaba a cui si ispirò Walt Disney
I Fratelli Grimm, autori della fiaba a cui si ispirò Walt Disney

La proposta originaria della trama abbondava inoltre di elementi comici: i suggerimenti comprendevano proposte di gag sulle verruche della strega, mentre sia la regina (dipinta come grassa, eccentrica e compiaciuta[5]) che il principe (impacciato ed espansivo nelle sue dichiarazioni d'amore a Biancaneve) avrebbero dovuto essere più affini a un personaggio da Sinfonia allegra. Walt Disney incoraggiò tutto il personale dello studio a contribuire ad arricchire il portfolio, offrendo cinque dollari per ogni gag inventata; nacque così la sequenza in cui i nasi dei nani appaiono sopra la testata del letto la prima volta che incontrano Biancaneve.[10]

Presto tuttavia Disney notò che un tale approccio comico avrebbe potuto diminuire la plausibilità dei personaggi: intuendo in particolare che era necessario più tempo per lo sviluppo del personaggio della regina, il 6 novembre istruì lo staff a occuparsi in prima battuta alla messa a punto delle scene in cui appaiono soltanto Biancaneve, i nani e i loro amici animali e uccelli. Come già accennato i nomi e le personalità dei nani non erano ancora stabilmente definiti. Nel corso della riunione del 16 novembre fu stilata un'altra traccia, dal titolo I nani scoprono Biancaneve, nella quale fu delineato il personaggio di Cucciolo (che si rivelò poi essere, fra i nani, la caratterizzazione di maggior successo popolare)[8]. Per il resto del 1934 Disney sviluppò ulteriormente la storia per conto proprio: insoddisfatto dalla caratterizzazione della Regina come 'grassa' ed 'eccentrica', la reimpostò su un 'tipo dalla bellezza signorile' (possibilità già prefigurata in alcune riunioni). A questo punto tuttavia il patron abbandonò momentaneamente il progetto, forse dubitando della propria abilità e di quella del suo studio: un successivo viaggio in Europa nei mesi estivi del 1935 lo rinfrancò, sicché nei mesi autunnali i lavori ripresero. Disney e i suoi sceneggiatori si concentrarono sulle scene in cui Biancaneve e i nani vengono presentati al pubblico e si conoscono tra di loro. In un memorandum del 25 novembre 1935 assegnò i compiti ai propri collaboratori: a quel punto le personalità dei singoli nani erano state definite.[5]

Come già accennato, all'inizio della produzione si pensava che i nani avrebbero dovuto essere il fulcro della storia: molte sequenze furono abbozzate espressamente per i sette personaggi. Ad un certo punto si decise però di rimodulare il motore della storia, focalizzandola sul rapporto tra la regina e Biancaneve[10]: ciò portò al taglio di diverse sequenze con i nani, molte delle quali già animate nella loro interezza, ormai giudicate troppo "pesanti" per il fluido scorrimento della trama. Vennero così espurgati un alterco tra Dotto e Brontolo (intenti a discutere sulla permanenza di Biancaneve nella loro casa), la cena dei nani (intenti a sorbire la zuppa rumorosamente e disordinatamente, con Biancaneve che - senza successo - tenta di insegnare loro a mangiare "come gentiluomini"), la riunione dei nani per scegliere un regalo da fare a Biancaneve, dopo la quale essi, insieme agli animali della foresta, costruiscono e intagliano un letto per la principessa.[10] Il capo animatore Ward Kimball, che si era occupato di animare gran parte di queste sequenze, non prese bene la decisione di tagliarle, giungendo finanche al punto di dimettersi; lo stesso Disney lo dissuase dall'intento, affidandogli l'animazione del Grillo Parlante per il successivo lungometraggio Pinocchio.[11]


Design


Il design del film era essenzialmente nelle mani del concept artist Albert Hurter: tutti i disegni utilizzati nel film, dall'aspetto dei personaggi alle ambientazioni, dovevano passare dalla sua approvazione prima di essere ultimati e impiegati.[9] A lui si affiancavano Ferdinand Hovarth (che si occupò delle animazioni tecnicamente più difficili) e Gustaf Tenggren, il quale, ispirandosi a Arthur Rackham e John Bauer, seppe conferire alle illustrazioni lo stile "europeo" massimamente gradito da Walt Disney. Quest'ultimo assolse soprattutto la funzione di stilista di colore, occupandosi inoltre dell'atmosfera di molte scene, di disegnare le locandine del film e di illustrare il libro di stampa. Di costoro tuttavia il solo Hurter fu accreditato nei titoli di testa del film. Al film collaborò infine Joe Grant, cui venne affidato il compito focale di ideare il design della regina in forma di vecchia strega.[9]

«Don Graham sapeva davvero cosa stava insegnando e lui ti "mostrava" come fare qualcosa - non si limitava a parlare. Egli ci insegnò cose che erano molto importanti per l'animazione. Come semplificare i nostri disegni - come tagliare fuori tutto il superfluo che i dilettanti hanno l'abitudine di usare. Egli ci mostrò come fare un disegno dall'aspetto solido. Ci insegnò dei punti di tensione - come un ginocchio piegato e come la gamba dei pantaloni scende da quel ginocchio e l'importanza delle pieghe che ne derivano per descrivere la forma. Imparai un sacco di cose da lui!»

(Art Babbitt[12])

Vi fu poi Art Babbitt, animatore alle dipendenze dello studio Disney dal 1932: egli invitò sette dei suoi colleghi (che lavoravano nella sua stessa stanza) a frequentare con lui un corso d'arte che egli stesso aveva allestito nella sua casa a Hollywood Hills. Babbitt aveva infatti reclutato un modello che posasse per lui e i suoi compagni animatori mentre loro disegnavano. Queste strane "lezioni" (di fatto una specie di think tank, giacché non vi era alcun "maestro") venivano tenute settimanalmente, incrementando di volta in volta il numero di animatori che vi presenziava. Dopo tre settimane Walt Disney chiamò Babbitt nel suo ufficio e gli propose di trasferire le "lezioni" allo studio, offrendosi di pagare tutte le spese vive e di garantire lo spazio necessario: Babbitt accettò e continuò a gestire il corso per un mese, finché l'animatore Hardie Gramatky suggerì di reclutare il docente Don Graham, che tenne la sua prima lezione allo studio il 15 novembre 1932; poche settimane dopo a lui si unì Phil Dike.[5] Queste lezioni puntavano soprattutto ad approfondire la conoscenza e la padronanza dell'anatomia umana e del movimento corporeo, nonché analisi di azione, anatomia animale e saggi di recitazione.[12]

Le lezioni vennero descritte da chi vi prendeva parte come una "battaglia brutale", giacché istruttori e studenti (i cui ruoli si confondevano) erano poco esperti dei mestieri altrui[5]; tuttavia l'entusiasmo e l'energia dei convenuti contribuirono a rendere le lezioni stimolanti e utili. Graham spesso sceglieva di impostare la lezione con la proiezione iniziale dei cortometraggi Disney, cui poi faceva seguire una critica sui punti di forza e debolezza del girato: il docente, ad esempio, criticò l'animazione di Babbitt sul topo Abner ne Il cugino di campagna, che a suo luogo nell'assumere le azioni tipiche di un ubriaco non "coordinava adeguatamente il resto del corpo"; d'altro canto elogiò lo stile, capace a suo avviso di essere umoristico senza diventare grossolano, mediocre o volgare.[12]

«Il primo dovere del cartone animato non è quello di immaginare o duplicare l'azione reale o le cose come realmente accadono, ma di dare vita e azione a un personaggio; di raffigurare sullo schermo cose che sono scorse attraverso l'immaginazione del pubblico e di portare alla vita sogni e fantasie a cui abbiamo pensato tutti durante la vita o ci siamo raffigurati in varie forme durante la nostra vita... Io sicuramente sento che non possiamo fare le cose fantastiche in base a quelle reali, a meno che prima non conosciamo il reale. Questo punto dovrebbe essere messo in evidenza in modo molto chiaro a tutti gli uomini nuovi e anche agli uomini più anziani.»

(Walt Disney nel 1935[12])

Pochissimi degli animatori impiegati presso lo studio Disney avevano avuto una pregressa formazione artistica in senso lato: la maggior parte di essi svolgeva la professione di fumettisti nei giornali quotidiani. Tra le poche eccezioni c'era Grim Natwick, che si era formato in Europa e aveva riscosso grande successo nella progettazione e animazione di Betty Boop per i Fleischer Studios: dalle sue realizzazioni traspariva un alto livello di comprensione dell'anatomia femminile umana, sicché quando Walt Disney lo assunse gli furono affidati da animare quasi esclusivamente personaggi femminili, primo fra tutti Persefone, il cui livello artistico nel film The Goddess of Spring era stato giudicato insoddisfacente. Natwick pertanto "ri-animò" l'eroina nella "sinfonia allegra" Carnevalesca: giudicando il risultato particolarmente ben riuscito, Disney si risolse ad affidargli il compito di animare Biancaneve.

Il film Dr. Jekyll e Mr Hyde ispirò la scena in cui la Regina Grimilde si trasforma in strega
Il film Dr. Jekyll e Mr Hyde ispirò la scena in cui la Regina Grimilde si trasforma in strega

Al fine di mettere insieme il maggior numero possibile di spunti stilistici, Disney incoraggiava i suoi dipendenti alla visione regolare di una larga varietà di film, sia di grande richiamo (come Giulietta e Romeo della MGM, al quale il patron fece diretto riferimento nel corso di una riunione produttiva volta a studiare la scena in cui Biancaneve si trova nella bara di vetro) che prodotti di nicchia del cinema muto europeo (in special modo le pellicole espressioniste tedesche). A quest'ultimo filone appartenevano Nosferatu il vampiro e Il gabinetto del dottor Caligari, che Disney raccomandò caldamente al suo staff: la loro influenza è chiaramente intuibile in Biancaneve e i sette nani, segnatamente nella scena della fuga di Biancaneve attraverso la foresta e in quella della trasformazione della regina in strega (quest'ultima si ispirò anche a Il dottor Jekyll, film del 1931 a sua volta raccomandato da Disney ai propri collaboratori)[12].


Tecniche di realizzazione


Tutti i personaggi umani del film (eccetto i sette nani) furono stilizzati e animati in larga parte con la tecnica del rotoscopio, col la quale si andava a ricalcare fotogramma per fotogramma una pellicola in cui erano stati precedentemente filmati degli attori in carne ed ossa, intenti a recitare la parte del personaggio da animare. Molti animatori tuttavia disapprovavano la tecnica rotoscopica, considerandola d'ostacolo alla produzione di una caricatura efficace: Babbitt non si servì di esso per nessuna delle animazioni sulla regina a lui affidate[13].

Le live action del rotoscopio non erano pensate per essere utilizzate nella produzione finale, ma piuttosto come spunto per studiare i movimenti, gli equilibri, i pesi e i gesti dei personaggi. Tuttavia, nonostante le obiezioni di Graham e Natwick, alcune scene con Biancaneve e il principe vennero tracciate direttamente dalle suddette riprese in live-action.[12][14]


Biancaneve

Come viene raccontato nel libro allegato alla Diamond Edition del 2009, la figura della protagonista fu realizzata dopo mesi e mesi di lavorazione. Inizialmente la sua immagine richiamava molto quella di Betty Boop, un personaggio dei cartoni allora molto popolare. Grim Natwick, un animatore assunto da Disney nel 1935 e che fu messo a collaborare al cortometraggio delle Sinfonie Allegre Carnevalesca, realizzando il personaggio femminile per delineare il design di Biancaneve, aveva lavorato precedentemente nello studio di Max Fleischer a New York, ove aveva creato Miss Boop. Hamilton Luske aveva già cominciato, su richiesta di Disney stesso, a lavorare sul personaggio femminile del cortometraggio The Goddess of Spring, che, sebbene molto realistico, non era ancora convincente agli occhi di Walt. Non appena fu chiamato a occuparsi di Biancaneve, Luske raccontò di aver cominciato a disegnarle gli occhi e la bocca per renderla più realistica: al ritratto fu poi dato un aspetto più spigoloso, simile all'attrice Ginger Rogers, per poi stabilirsi definitivamente nella figura realistica ma elegante ispirata alle illustrazioni dei libri dei fiabe. La figura di Biancaneve divenne poi un modello per tutte le principesse successive. Le pose per il rotoscopio vennero affidate alla figlia di un maestro di ballo di Los Angeles, Marjorie Belcher (nota successivamente anche come Marge Champion), che in seguito interpretò anche la Fata Turchina in Pinocchio. Particolare cura fu posta nei dettagli: sui disegni venne applicato del blush in corrispondenza delle gote della principessa, onde conferire loro il tipico rossore.


La Regina Cattiva

Per la parte della Regina gli animatori Albert Hunter e Joe Grant si ispirarono alla celebre attrice Joan Crawford[15], modellando la sua immagine su maschere dell'artista contemporaneo Wladislaw T. Benda, come si può evincere da un abbozzo del 1934. Per il suo alter ego da vecchia megera, palese fu l'ispirazione al film del Dottor Jekyll e mister Hyde. Nel racconto dei Grimm infatti la Regina si traveste da mendicante, mentre nel film l'antagonista beve un filtro magico da lei realizzato per ottenere quelle sembianze. L'obiettivo era di rendere il personaggio il più crudele e malvagio possibile, al fine di ottenere un aspetto realistico. Ella doveva essere «fredda, crudele, maliziosa»[16], ma allo stesso tempo anche bella, come le streghe regine che popolano i racconti e le leggende europee da Circe alla Fata Morgana. Per quanto riguarda l'aspetto fisico, che evoca, oltre alla bellezza, un'altera nobiltà germanica, Disney prese ispirazione dalla statua della margravia Uta di Ballenstedt (XI secolo) che si trova all'interno del duomo di Naumburg, in Sassonia. La regina ha un volto dai tratti forti e accentuati in opposizione alla rotondità e alla dolcezza di Biancaneve. Anche lei, come la sua controparte, sarà d'ispirazione per tutte le antagoniste femminili dei lungometraggi successivi, Disney e non, da Malefica de La bella addormentata nel bosco a Crudelia De Mon de La carica dei 101.


I sette nani

I sette nani tornano a casa
I sette nani tornano a casa

Nel racconto dei Grimm i nani non hanno una loro personalità. Una versione teatrale della novella precedente al film aveva però introdotto per la prima volta dei nomi da associare ai personaggi: Blick, Flick, Glick, Snick, Frick, Whick e Quee[17]. Nel 1921 l'illustratore inglese John Hassall inscrisse i nomi dei nani sulle loro culotte, appellandoli con degli oggetti della loro vita quotidiana[18]: Stool (sedia), Plate (piatto), Bread (pane), Spoon (cucchiaio), Fork (forchetta), Knife (coltello) e Wine (vino). La Disney, come già accennato, scelse i nomi collegandosi a umori e stati d'animo.[19].

Tra i primi abbozzi di produzione realizzati dalla Disney, uno elenca i possibili nomi e le caratteristiche dei nani. Molti nomi sono così elencanti come Sleepy, Hoppy-Jumpy, Bashful, Happy, Sneezy-Wheezy, Gaspy, Biggy-Wiggy, Biggo-Ego o Awful[20]. Fra le oltre 50 proposte[19], furono suggeriti nomi come Jumpy (saltante), Deafy (sordo), Baldy (baldo), Gabby (burlone), Nifty (simpatico), Swift (lesto), Lazy (pigrone), Puffy (paffutello), Stuffy (opprimente), Shorty (corto) e Burpy (ruttone)[17]. David Koenig elencò 54 nomi[21]. Per Robin Allan, ogni nome possiede una caratteristica universale, che ci rimanda alle morali del Medio Evo e ai sette vizi capitali e le loro voci appartengono alle tradizioni dei vaudeville.

I sette nani ebbero una lunghissima fase di elaborazione, che portò gradualmente a definire la singola personalità di ognuno. Furono quindi scelti i nomi di Doc (Dotto), Grumpy (Brontolo), Sneezy (Eolo), Bashful (Mammolo), Happy (Gongolo), Sleepy (Pisolo) e Dopey (Cucciolo) e per ogni nanetto furono attentamente studiate tutte le possibili caratteristiche e sfumature per farlo emergere il più possibile dal gruppo. Ogni singolo componente doveva infatti avere una personalità propria, capace di "intrattenere" il pubblico anche con gag singole. Walt chiese a tutta la sua squadra di lavoro di partecipare all'elaborazione delle gag attorno ai nani, offrendo ben cinque dollari (del 1936) a gag.[22] Una paga molto alta se pensiamo che lo stipendio di un dipendente della Disney all'epoca era di 60 dollari al mese. Un esempio di queste gag sono Pisolo che dorme nel cassetto del comò, Dotto che controlla una gemma ascoltandone il suono con un martelletto e Cucciolo che balla con Biancaneve sulle spalle di Eolo (questa scena sarà ripresa per l'animazione in Robin Hood).

Il disegno dei nani fu completato e rifinito fin nei minimi particolari come il colore delle sopracciglia, la forma della barba, la veduta posteriore e addirittura il riflesso degli occhiali di Dotto. Centinaia furono i bozzetti distribuiti affinché ogni artista, animatore, pittore, inchiostratore mantenesse la rappresentazione più coerente del personaggio. Mai si era avuta tanta complessità e precisione nella definizione del carattere di un gruppo di cartoni animati; Walt Disney prese a definire i nani come dei "sette piccoli uomini".


Il castello

Il turrito castello della regina cattiva - il cui profilo esterno, simile a una dimora di fate, compare a distanza fin dalla prima scena del film - è chiaramente ispirato al castello di Neuschwanstein, fatto costruire dal re Ludovico II di Baviera.


Colonna sonora


Le canzoni di Biancaneve e i sette nani furono composte da Frank Churchill e Larry Morey. Paul J. Smith e Leigh Harline composero la musica di scena. Canzoni famose di Biancaneve e i sette nani sono Ehi-Ho!, Il mio amore un dì verrà e Impara a fischiettar. Poiché all'epoca Disney non aveva una propria casa editrice musicale, i diritti di pubblicazione per la musica e le canzoni vennero amministrate attraverso la Bourne & Co., che continua a detenere questi diritti. Negli anni successivi, lo studio fu in grado di acquisire i diritti musicali di molte altre pellicole, ma non di Biancaneve. Biancaneve e i sette nani diventò il primo film americano ad avere un album con la colonna sonora originale pubblicato in concomitanza con l'uscita della pellicola. Prima di Biancaneve e i sette nani, una registrazione della colonna sonora di un film era inaudita e di scarso valore per uno studio cinematografico.


Album


L'album uscì nel gennaio 1938 con il titolo Songs from Walt Disney's Snow White and the Seven Dwarfs (with the Same Characters and Sound Effects as in the Film of That Title) e da allora ha avuto numerose espansioni e ristampe. La prima edizione dell'album comprendeva undici tracce. In occasione dell'uscita della Platinum Edition in DVD del film, avvenuta del 2001, l'album è stato ripubblicato in versione rimasterizzata e in stereo. Qui sotto, le tracce dell'edizione italiana.

Trailer cinematografico contenente la canzone Ehi-Ho!

Tracce

  1. Ouverture - 2:12
  2. Specchio magico - 1:26
  3. Io spero / Non ho che un canto - 3:06
  4. Canzone della regina - 0:45
  5. Nel mezzo del bosco - 2:27
  6. Gli amici animali / Con un canto nel cuor - 3:43
  7. Come una casa di bambole - 2:49
  8. Impara a fischiettar - 3:18
  9. Ehi-Ho! - 2:44
  10. Vediamo cosa c'è di sopra - 1:17
  11. Abbiamo un problema - 4:21
  12. È una ragazza - 4:28
  13. Hurrà! Rimane! - 2:50
  14. Bluddle-Uddle-Um-Dum / Canzone del bagno - 3:29
  15. Mi hanno ingannata - 4:05
  16. La tirolese dei nani / Canzone sciocca - 4:41
  17. Il mio amore un dì verrà - 1:54
  18. Racconta una storia - 2:29
  19. Una morte davvero speciale - 2:03
  20. Perché ti preoccupi, Brontolo? - 2:08
  21. Prepariamo la torta - 3:04
  22. Dagli un morso - 1:28
  23. Coro per Biancaneve - 1:07
  24. Il primo bacio d'amore / Non ho che un canto (ripresa) - 4:22
  25. Il mio amore un dì verrà (Rossana Casale) - 3:35

Distribuzione


Biancaneve e i sette nani debuttò al Carthay Circle Theatre di Los Angeles il 21 dicembre 1937: in platea sedevano molti tra coloro che avevano soprannominato il film "Follia di Disney", nonché svariate celebrità come Charlie Chaplin e Paulette Goddard, Shirley Temple, Mary Pickford, Douglas Fairbanks Jr., Judy Garland, Ginger Rogers, Jack Benny, Fred MacMurray, Clark Gable e Carole Lombard, George Burns, Gracie Allen, Ed Sullivan, Milton Berle, John Barrymore e Marlene Dietrich.[7] Gli astanti furono entusiasmati dalla proiezione, al termine della quale tributarono una standing ovation.

Sei giorni dopo Walt Disney e i sette nani apparvero sulla copertina della rivista TIME, mentre il New York Times titolò in prima pagina "Grazie mille, signor Disney". Ulteriori anteprime si tennero nel gennaio 1938 al Radio City Music Hall di New York City e in un teatro a Miami[7], dopodiché il 4 febbraio il film (distribuito dalla RKO Radio Pictures) uscì nelle sale su tutto il territorio degli USA.

Nel corso dei decenni Biancaneve e i sette nani è stato più volte riproposto nelle sale cinematografiche di vari paesi, sempre con grande successo. A titolo d'esempio, negli USA fu redistribuito già nel 1944, al fine di aumentare le entrate dello studio Disney durante il periodo della seconda guerra mondiale e successivamente negli anni 1952, 1958, 1967, 1975, 1983, 1987 e 1993. Una edizione in 16mm in Technicolor fu realizzata a cura della stessa RKO nell'aprile 1953 e rimase per anni disponibile, anche dopo la chiusura delle agenzie RKO, tramite la San Paolo. Per la riedizione del 1972 il film fu ridoppiato e tale doppiaggio fu utilizzato anche in tutte le riedizioni successive. In concomitanza con la riedizione del cinquantesimo anniversario nel 1987, la Disney pubblicò un romanzo autorizzato della storia, scritto dall'autrice per bambini Suzanne Weyn. Nel 1993 Biancaneve e i sette nani divenne il primo film ad essere interamente scansionato in file digitali, restaurato e registrato nuovamente. Il progetto di restauro è stato realizzato interamente a risoluzione 4K e con una profondità di colore di 10-bit utilizzando il sistema Cineon per rimuovere digitalmente sporco e graffi e ripristinare i colori sbiaditi.[23]


Data di uscita


Le date di uscita internazionali sono state:


Edizione italiana


Il film venne presentato in Italia l'8 agosto 1938 alla 6ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, dove vinse il Grande trofeo d'arte della Biennale, per poi uscire nelle sale il successivo 8 dicembre. La distribuzione fu curata dalla Generalcine, che aveva ottenuto dalla RKO l'esclusiva per tutto il territorio nazionale e le colonie. Il successo fu notevole e già nel 1949 e nel 1962 fu organizzata una redistribuzione.

Il doppiaggio del film in lingua italiana era stato eseguito negli stabilimenti di Cinecittà con la partecipazione della CDC, sotto la direzione di Alberto Carlo Lolli e Luigi Savini e il coordinamento di Cesare Cavagna. I dialoghi vennero adattati da Vittorio Malpassuti e da Alberto Simeoni, mentre i testi delle canzoni vennero trasposti da Mario Panzeri, Nino Rastelli e Umberto Bertini per le Edizioni Suvini Zerboni. A partire dal 1961 Alberto Curci (la cui casa editrice aveva precedentemente acquisito i diritti di pubblicazione in Italia delle partiture delle colonne sonore disneyane) integrò le canzoni del film con alcune strofe adattate e/o aggiunte ex novo, firmandosi con lo pseudonimo Devilli.

Sia l'adattamento dei dialoghi che quello delle canzoni si connotavano per una grande libertà espressiva a discapito della fedeltà agli originali inglesi, facendo inoltre ampio ricorso a battute in rima: lo stile era di netta impronta "melodrammatica", in linea coi gusti del pubblico italiano del tempo. Alcuni esempi:

Nel secondo dopoguerra tale sonoro palesò una precoce obsolescenza: l'eccessiva ricercatezza del linguaggio, la complessità di determinati dialoghi e il lirismo spinto delle arie cantate finivano infatti per appesantire la visione, specie nel pubblico infantile. Nel 1972, anche a seguito di un sollecito diretto da parte della Walt Disney Productions, per la quarta riedizione italiana si decise di procedere a un nuovo doppiaggio eseguito dalla C.V.D. negli stabilimenti Fono Roma e diretto da Fede Arnaud, con dialoghi dal linguaggio più moderno e fedele all'originale inglese, ad opera di Roberto De Leonardis. Questo doppiaggio è stato utilizzato in tutte le riedizioni cinematografiche successive (1972, 1980, 1987, 1992 e 1994) e in tutte le edizioni home video, sostituendosi completamente a quello del 1938.

Un'evoluzione a sé ebbero invece i fotogrammi contenenti parti testuali: la gran parte di essi (i nomi dei nani intagliati sui loro letti, le copertine e i testi dei libri ecc...), per volere di Walt Disney stesso (onde dare l'illusione che il film fosse stato girato nella lingua in cui lo si guardava), venne tradotta in vari idiomi, italiano compreso. Le scritte residue furono invece rimosse (ad esempio l'insegna "Vault" su una porta della miniera dei nani, l'etichetta "Flour" su un contenitore di farina mentre Biancaneve prepara la torta di mirtilli) o sostituite da elementi non testuali (la scritta "Grumpy" sulla torta, che nella versione italiana è sostituita da una semplice decorazione).

Nelle ultime tre riedizioni del film, complice il ridoppiaggio e l'inserimento di un narratore per la scena iniziale dell'apertura del libro, le parti testuali persero la correlazione con le battute dei personaggi. Tale discordanza è stata superata a decorrere dalla prima edizione in VHS, dove sono state adottate le sole scritte in inglese. Le scritte nei lettini in italiano sono però presenti nella prima edizione in DVD del 2001.


Principali redistribuzioni



Accoglienza



Incassi


Il film fu un grande successo al botteghino, incassando quattro volte di più di ogni altro film uscito nel 1938.[24] Nella sua distribuzione originale, Biancaneve e i sette nani incassò 3,5 milioni di dollari nei soli USA e Canada,[25] e nel maggio 1939 il suo totale incasso mondiale di 6,5 milioni lo fece diventare il film sonoro di maggior successo di tutti i tempi, sorpassando Il cantante pazzo con Al Jolson (1928) (il film fu in seguito spodestato da questa posizione da Via col vento nel 1940).[25][26] Alla fine della sua prima uscita, Biancaneve e i sette nani aveva guadagnato oltre 8 milioni di dollari in tutto il mondo.[27] Il film ha avuto un incasso totale di 416 milioni di dollari tra l'edizione originale e le diverse riedizioni.[28] Al netto dell'inflazione e incorporando le riedizioni successive, il film registra ancora uno dei primi dieci incassi della storia del cinema americano.[29]


Critica


Walt Disney vinse un Oscar onorario per il film, riconosciuto come "una significativa innovazione sullo schermo che ha affascinato milioni di persone ed è stato il pioniere in un importante campo dell'intrattenimento". Disney ricevette un Oscar di dimensioni normali e sette statuette in miniatura, presentategli dalla decenne Shirley Temple. Il film ricevette anche una nomination per la migliore colonna sonora. Il mio amore un dì verrà divenne uno standard del jazz eseguito da numerosi artisti, tra cui Buddy Rich, Lee Wiley, Oscar Peterson e Miles Davis.

Registi famosi come Sergej Ėjzenštejn e Charlie Chaplin lodarono Biancaneve e i sette nani come un risultato notevole nel cinema; Ėjzenštejn si spinse fino a definirlo il più grande film mai realizzato.[30] Il film ispirò la Metro-Goldwyn-Mayer a produrre un loro film fantasy, Il mago di Oz, nel 1939. Un altro pioniere dell'animazione, Max Fleischer, decise di produrre il suo lungometraggio d'animazione, I viaggi di Gulliver, al fine di competere con Biancaneve. Il film parodia del 1941 Colpo di fulmine parlava di una cantante di nightclub che comprometteva la vita di sette studiosi (e di Gary Cooper) mentre si nascondeva dalla polizia. Il cortometraggio delle Merrie Melodies del 1943 Coal Black and de Sebben Dwarfs, diretto da Bob Clampett, parodiando Biancaneve e i sette nani, presentava la storia con un cast principalmente di attori neri che canta una colonna sonora jazz.

Sul sito web Rotten Tomatoes, il film ha un indice di gradimento del 98% basato su 54 recensioni e con una valutazione media di 7,8/10; il consenso critico del sito recita: "Con la sua storia e i suoi personaggi coinvolgenti, l'arte vibrante e le canzoni memorabili, Biancaneve e i sette nani stabilirono lo standard dell'animazione per i decenni a venire."[31] Su Metacritic, il film ha ottenuto una media ponderata di 95/100 in base alle recensioni di 15 critici, che indica un "plauso universale".[32]

Il successo di Biancaneve portò la Disney a continuare con più lungometraggi. Walt Disney usò gran parte dei profitti del film per finanziare un nuovo studio da 4,5 milioni di dollari a Burbank - il luogo dove oggi sorgono i Walt Disney Studios.[24] Entro due anni lo studio aveva completato Pinocchio e Fantasia e aveva avviato la produzione di film come Dumbo, Bambi, Cenerentola e Le avventure di Peter Pan.[33]


Riconoscimenti


Il film è stato aggiunto al National Film Registry degli Stati Uniti per essere considerato "culturalmente, storicamente o esteticamente significativo" nel 1989. Era uno dei due film d'animazione a comparire nella lista dei 100 più grandi film americani di tutti i tempi dell'American Film Institute nel 1997 (l'altro era Fantasia, sempre della Disney), al numero 49 della classifica.[34] Ha raggiunto il numero 34 nella revisione del 2007, questa volta come unico film in animazione tradizionale della lista.[35] L'AFI lo ha eletto il miglior film d'animazione americano di tutti i tempi nel 2008.


Edizioni home video



VHS


La prima edizione VHS del film in Italia uscì nel maggio 1994. Un'edizione quasi identica fu distribuita nell'agosto 1997.

La terza e ultima edizione VHS uscì il 17 ottobre 2001, insieme alla prima edizione in DVD, come primo titolo della linea Platinum Editions.


DVD


Il film fu pubblicato per la prima volta in DVD il 17 ottobre 2001, come primo titolo della linea Platinum Editions.

La seconda edizione in DVD è uscita il 2 dicembre 2009, insieme alla prima edizione in BD, come primo titolo della linea Diamond Editions.


Blu-Ray


La prima edizione in Blu-ray è uscita il 2 dicembre 2009, come primo titolo della linea Diamond Editions. L'edizione comprende due dischi BD e un DVD che contiene solo il film. I contenuti speciali sono pressoché gli stessi dell'edizione DVD, con l'aggiunta di tre giochi e un dietro le quinte.


Altri media


Copertina de La fiaba di Biancaneve con le illustrazioni del film Disney, pubblicata da Mondadori nella collana Sinfonie allegre (1948)
Copertina de La fiaba di Biancaneve con le illustrazioni del film Disney, pubblicata da Mondadori nella collana Sinfonie allegre (1948)

Parchi a tema


Snow White's Scary Adventures è una popolare attrazione a Disneyland (l'inaugurazione risale al 1955),[36] al Magic Kingdom di Walt Disney World Resort,[37] a Tokyo Disneyland[38] e a Disneyland Paris.[39] Biancaneve, il suo principe, la regina (sia sotto forma di reggente che di strega) e i sette nani sono presenti anche in parate e apparizioni dei personaggi attraverso i parchi. Fantasyland al Walt Disney World è stato oggetto di un ampliamento portato a termine nel 2013. Snow White's Scary Adventures verrà chiusa e sostituita con Princess Fairytale Hall, in cui Biancaneve e altre principesse saranno disponibili per incontri e saluti. L'espansione di Fantasyland del 2013 ha incluso anche le montagne russe Seven Dwarfs Mine Train.[40]


Videogiochi


Il primo tentativo di creare un videogioco di Biancaneve e i sette nani fu per l'Atari 2600, come parte della linea Atari di giochi per bambini.[41] Non è mai stato pubblicato ufficialmente, anche se una versione "homebrew" è stata resa disponibile su una base limitata.[42]

Un videogioco di Biancaneve e i sette nani fu pubblicato per il Game Boy Color.

Biancaneve fa anche un'apparizione nel gioco per PlayStation 2 Kingdom Hearts, come una delle sette Principesse del Cuore.[43] Un mondo basato sul film, il Bosco dei Nani, appare in Kingdom Hearts Birth by Sleep per PSP e i personaggi del film che appaiono sono Biancaneve, i nani, lo specchio magico, il principe e la regina in entrambe le sue forme. Biancaneve, i sette nani, gli animali della foresta e la strega appaiono anche all'inizio del primo Kingdom Hearts nel mondo Tuffo nel Cuore.


Fumetti


È stata pubblicata anche una versione a fumetti del film durante la sua uscita. Era più fedele alla sceneggiatura originale, dove il principe aveva un ruolo più importante, mentre parte del vestito di Biancaneve era verde. I protagonisti del film, in particolare i nani e la strega, apparvero anche in successivi fumetti e storie Disney non connessi al film.

In Italia a fine anni Trenta vennero prodotte due storie a fumetti che proseguivano idealmente la storia del film, "Biancaneve e il mago Basilisco" e "I sette nani cattivi contro i sette nani buoni", introducendo anche nuovi personaggi: ad esempio, il figlio di Biancaneve e del Principe, il terribile Mago Basilisco e i Sette Nani Cattivi. Queste storie furono pubblicate su Topolino giornale nel 1939 ed in seguito furono ristampate sulla pubblicazione Super Almanacco Paperino (prima serie).

Nel 1953 su Topolino libretto fu pubblicata la storia Biancaneve e Verde Fiamma, su testi di Guido Martina e disegni di Romano Scarpa che riportò in scena la regina Grimilde. Questa storia diede vita a un nuovo, lungo, ciclo di avventure a fumetti, più che altro incentrati sui Sette Nani e sulle loro peripezie per salvare Biancaneve, di volta in volta insediata dalla Regina, che proseguì fino al 1968.

Solo 18 anni dopo Scarpa riportò in scena Biancaneve con la storia "I sette nani e il cristallo di Re Arbor" dove veniva presentato il retroscena in cui la regina si salva alla fine della prima avventura. Le storie ad ampio respiro continueranno ad essere pubblicate fino al 1997.


Musical


Biancaneve e i sette nani debuttò il 18 ottobre 1979, presso il Radio City Music Hall e chiuse il 18 novembre. Fu riaperto l'11 gennaio 1980 e chiuso, dopo 106 spettacoli, il 9 marzo.


Televisione


Biancaneve, i sette nani e la perfida regina Grimilde appaiono nella serie televisiva House of Mouse - Il Topoclub insieme a molti altri personaggi Disney come gli ospiti del ristorante. Invece l'attuale serie televisiva basata sul film intitolata I 7N vede come protagonisti i sette nani, che saranno coinvolti in un insieme di avventure seguenti agli eventi del film.

Il nuovo film televisivo Descendants trasmesso su Disney Channel comprende l'apparizione della regina Grimilde (qui chiamata semplicemente Regina Cattiva) insieme a sua figlia Evie e del nano Cucciolo insieme al suo figlioletto Doug. Biancaneve invece appare solo in un cameo. La figlia Evie, così anche Doug, tornano nel seguito Descendants 2 del 2017. Nel seguito, però, la regina Grimilde è assente.


Remake in live action


Nel marzo 2016 la Disney ha messo in sviluppo Rose Red, uno spin-off revisionista in live action del film d'animazione, che sarebbe stato raccontato dal punto di vista della sorella perduta di Biancaneve, Rosarossa, per poi essere cancellato ufficialmente il 29 Maggio 2021.[44] Nell'ottobre seguente si annuncia inoltre Snow White, il remake in live action del Classico stesso, con la sceneggiatrice Erin Cressida Wilson in trattative per scriverne la sceneggiatura e i compositori Pasek & Paul a scrivere delle nuove canzoni originali.[45] Nel giugno 2021 il regista Marc Webb viene confermato alla regia e Rachel Zegler ottiene il ruolo di Biancaneve, seguenti poi accuse di blackwashing e revisionismo.[46][47] Nel novembre 2021 Gal Gadot ottiene il ruolo della Regina Cattiva[48], mentre nel gennaio 2022 Andrew Burnap quello del protagonista maschile.[49] A seguito delle critiche dell'attore Peter Dinklage sulla "rappresentazione stereotipata dei nani", la Disney ha annunciato che il film sostituirà i personaggi titolari con "creature magiche" e che il casting per le loro voci inizierà a breve.[50] Apparentemente, secondo la seguente reazione negativa generale, Dinklage non avrebbe compreso la differenza tra gli umani della vita reale che soffrono di nanismo e i Nani come creature mitiche e fantastiche del fantasy, del folklore e della mitologia europea. Dinklage è andato persino oltre affermando che i Nani di Biancaneve vivono in una "caverna" invece che in un cottage nella foresta. Questa mossa è stata fortemente criticata da persone e fan che hanno accusato Dinklage (e successivamente la Disney) di ipocrita e "woke" virtue signalling (o farisaismo) e di ignorare il materiale originale, e criticando le sue parole e la conseguente risposta istantanea della Disney per essere fortemente dannose per la "comunità delle persone piccole", compresi i potenziali attori per i ruoli dei nani che lo hanno biasimato e denunciato di avergli fatto perdere prospettive di lavoro.[51][52][53][54][55][56][57][58]


Altri film



Note


  1. Smith, Dave. Disney A to Z, Third Edition, (2006), page 33.
  2. Scan del fumetto in cui è riportato il nome del personaggio (JPG), su outducks.org. URL consultato il 28 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2012).
  3. How Well Do You Know… Snow White?, in blogs.disney.com.
  4. Golden Anniversary: Walt Disney's Snow White and the Seven Dwarfs, Gladstone 1987.
  5. Michael Barrier, Hollywood Cartoons: American Animation in Its Golden Age, New York., Oxford University Press, 1999, pp. 125–126, ISBN 0-19-516729-5.. L'articolo del New York Times è Douglas W. Churchill, "Now Mickey Mouse Enters Art's Temple", The New York Times, June 3, 1934, 12–13
  6. Bob Thomas, Disney's Art of Animation: From Mickey Mouse to Beauty and the Beast, New York., Hyperion, 1991, p. 66, ISBN 1-56282-899-1.
  7. Michael Barrier, Hollywood Cartoons: American Animation in Its Golden Age, New York., Oxford University Press, 1999, p. 229, ISBN 0-19-516729-5.
  8. Bob Thomas, Disney's Art of Animation: From Mickey Mouse to Beauty and the Beast (Hyperion, New York, 1991) ISBN 1-56282-899-1
  9. John Canemaker, "Before the Animation Begins: The Life and Times of Disney inspirational Sketch Artists" (Hyperion, New York, 1999) ISBN 0-7868-6152-5
  10. Frank Thomas and Ollie Johnston, The Illusion of Life: Disney Animation (Disney Editions, Italy, 1981) ISBN 0-7868-6070-7
  11. John Canemaker, "Walt Disney's Nine Old Men and the Art of Animation" (Disney Editions, United States, 2001) ISBN 0-7868-6496-6
  12. Bruno Girveau (editor), Once Upon a Time — Walt Disney: The Sources of inspiration for the Disney Studios (Prestel, London, 2006) ISBN 978-3-7913-3770-8
  13. Robin Allan, Walt Disney and Europe (Indiana University Press, Indiana, 1999) ISBN 0-253-21353-3
  14. J.C. Maçek III, 'American Pop'... Matters: Ron Thompson, the Illustrated Man Unsung, su PopMatters, 2 agosto 2012.
  15. (EN) Robin Allan, Il était une fois Walt Disney : Aux sources de l'art des studios, p. 144.
  16. (EN) Frank Thomas et Ollie Johnston, Disney Animation : The Illusion of Life, p. 418.
  17. (EN) Bob Thomas, Disney's Art of Animation, p. 68.
  18. (EN) Richard Holliss et Brian Sibley, Snow White and the Seven Dwarfs, p. 72.
  19. (EN) David Koenig, Mouse Under Glass - Secrets of Disney Animation and Theme Parks, p. 26.
  20. (EN) Christopher Finch, The Art of Walt Disney, p. 65.
  21. (EN) David Koenig, Mouse Under Glass - Secrets of Disney Animation and Theme Parks, p. 27.
  22. (EN) Frank Thomas et Ollie Johnston, Disney Animation : The Illusion of Life, p. 196.
  23. Aldred, John (Winter 1997). "Disney's Snow White: The Story Behind the Picture Archiviato il 12 gennaio 2001 in Internet Archive.". The Association of Motion Picture Sound. Retrieved April 25, 2009.
  24. Tom Sito, Drawing The Line: The Untold Story of the Animation Unions from Bosko to Bart Simpson, Lexington, KY, University Press of Kentucky, 2007, pp. 111–112, ISBN 0-8131-2407-7.
  25. Neal Gabler, Walt Disney: The Triumph of the American Imagination, New York, Random House, 2007, pp. 276–277, ISBN 0-679-75747-3.
  26. Joel Waldo Finler, The Hollywood Story, Wallflower Press, 2003, p. 47, ISBN 978-1-903364-66-6.
  27. Leonard Maltin, Of Mice and Magic: A History of American Animated Cartoons, New York, Plume, 1980, rev. 1987, p. 57, ISBN 0-452-25993-2.
  28. Box-office
    • Henry Gilmer Wilhelm e Carol Brower, The Permanence and Care of Color Photographs: Traditional and Digital Color Prints, Color Negatives, Slides, and Motion Pictures, Preservation Pub, 1993, p. 359, ISBN 978-0-911515-00-8.
      «In only 2 months after the 1987 re-release, the film grossed another $45 million—giving it a total gross to date of about $375 million! (Online copy at Google Books)»
    • Snow White and the Seven Dwarfs, su The Numbers, Nash Information Services. URL consultato il 5 luglio 2011.
      «1993 release: $41,316,184»
  29. All-Time Box Office: Adjusted for Ticket Price Inflation, su boxofficemojo.com, Box Office Mojo. URL consultato l'8 settembre 2006.
  30. John Culhane, 'Snow White' at 50: undimmed magic., su The New York Times, 12 luglio 1987. URL consultato il 5 marzo 2007.. See also Roger Ebert, Walt and El Grupo, su rogerebert.suntimes.com, Chicago Sun-Times, 21 ottobre 2009. URL consultato il 23 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2011).
    «The great Russian filmmaker Eisenstein, on seeing 'Snow White', called it the greatest film ever made.»
  31. (EN) Snow White and the Seven Dwarfs, su Rotten Tomatoes.
  32. (EN) Snow White and the Seven Dwarfs (1938), su Metacritic.
  33. Michael Barrier, Hollywood Cartoons: American Animation in Its Golden Age, New York., Oxford University Press, 1999, p. 269, ISBN 0-19-516729-5.. Alice e Peter Pan vennero sospesi durante la seconda guerra mondiale e rimasero incompleti fino agli anni cinquanta.
  34. (EN) AFI's 100 Years... 100 Movies, su afi.com, American Film Institute. URL consultato il 12 ottobre 2014.
  35. (EN) AFI's 100 Years... 100 Movies - 10th Anniversary Edition, su afi.com, American Film Institute. URL consultato il 12 ottobre 2014.
  36. Disneyland's Snow White's Scary Adventures Page, su disneyland.disney.go.com. URL consultato il 1º aprile 2010.
  37. Disney World's Snow White's Scary Adventures Page, su disneyworld.disney.go.com. URL consultato il 1º aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2009).
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[en] Snow White and the Seven Dwarfs (1937 film)

Snow White and the Seven Dwarfs is a 1937 American animated musical fantasy film produced by Walt Disney Productions and released by RKO Radio Pictures. Based on the 1812 German fairy tale by the Brothers Grimm, it is the first full-length traditionally animated feature film and the first Disney animated feature film. The story was adapted by storyboard artists Dorothy Ann Blank, Richard Creedon, Merrill De Maris, Otto Englander, Earl Hurd, Dick Rickard, Ted Sears and Webb Smith. David Hand was the supervising director, while William Cottrell, Wilfred Jackson, Larry Morey, Perce Pearce, and Ben Sharpsteen directed the film's individual sequences.

[es] Snow White and the Seven Dwarfs

Snow White and the Seven Dwarfs (conocida como Blanca Nieves y los siete enanos en Hispanoamérica y Blancanieves y los siete enanitos en España) es el primer largometraje de animación producido por Walt Disney y el primero incluido en el canon de Clásicos de Walt Disney.[1] Se estrenó 21 de diciembre de 1937 en el Carthay Circle Theatre de Hollywood. La película es una adaptación del cuento de hadas homónimo que los hermanos Grimm publicaron en 1812, una historia profundamente arraigada en las tradiciones europeas.
- [it] Biancaneve e i sette nani (film 1937)

[ru] Белоснежка и семь гномов (мультфильм)

«Белосне́жка и семь гно́мов» (англ. Snow White and the Seven Dwarfs) — первый полнометражный музыкальный анимационный фильм (и «классическая анимация») от студии Disney, выпущенный 21 декабря 1937 года в Carthay Circle Theatre в Голливуде. Фильм представляет собой экранизацию одноимённой сказки братьев Гримм, опубликованной в 1812 году, — сказки, глубоко укоренившейся в европейских традициях.



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