I predatori dell'arca perduta (Raiders of the Lost Ark) è un film d'avventura americano del 1981 diretto da Steven Spielberg e scritto da Lawrence Kasdan, basato su una storia di George Lucas e Philip Kaufman, nonché capostipite della tetralogia cinematografica di Indiana Jones.
I predatori dell'arca perduta | |
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Titolo originale | Raiders of the Lost Ark |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 1981 |
Durata | 115 min |
Rapporto | 2,35:1 |
Genere | avventura, azione, fantastico, commedia |
Regia | Steven Spielberg |
Soggetto | George Lucas, Philip Kaufman |
Sceneggiatura | Lawrence Kasdan |
Produttore | Frank Marshall |
Produttore esecutivo | George Lucas, Howard Kazanjian |
Casa di produzione | Lucasfilm |
Distribuzione in italiano | CIC |
Fotografia | Douglas Slocombe |
Montaggio | Michael Kahn |
Effetti speciali | Richard Edlund, Kit West |
Musiche | John Williams |
Scenografia | Norman Reynolds |
Costumi | Deborah Nadoolman |
Trucco | Tom Smith |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
Ridoppiaggio (2009)
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Dal 2000 il film viene commercializzato col titolo Indiana Jones e i predatori dell'arca perduta (Indiana Jones and the Raiders of the Lost Ark), seguendo la denominazione degli altri capitoli della serie.[1]
È stato il film con il maggior incasso del 1981, guadagnando circa 330,5 milioni di dollari in tutto il mondo, e altresì un successo di critica, ricevendo elogi per la sua versione moderna del film seriale, per la sua azione e avventura senza interruzioni, oltreché per il cast, in particolare Ford, Allen e Freeman. Il film è stato nominato per diversi premi e, tra gli altri, ha vinto cinque Premi Oscar, sette Saturn Awards e un Premio BAFTA.
I predatori dell'arca perduta è ora considerato uno dei più grandi film mai realizzati e ha avuto un impatto duraturo sulla cultura popolare, generando una serie di imitatori su diversi media e ispirando altri registi. La Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti lo ha selezionato per la conservazione nel National Film Registry nel 1999.
Perù, 1936. Il professore di archeologia Henry Walton Jones, Jr., più noto come Indiana Jones, è sulle tracce di un antico idolo della fertilità, conservato in un tempio immerso nella giungla. Superati i molti trabocchetti ed ostacoli insieme alla sua guida Satipo, riesce finalmente a impossessarsi della statuetta. Satipo si rivela però indegno della fiducia del professore, poiché ruba l'idolo per tenerselo tutto per sé, ma muore nel tentativo di scappare, trafitto da una delle tante trappole. Indy, appena uscito dalla grotta con l'oggetto tra le mani, viene sorpreso dal rivale René Belloq, un archeologo/mercenario francese, che riesce ad impossessarsene, mentre Jones è costretto alla fuga, inseguito dai pericolosi indios Hovitos, alleati dello stesso Belloq.
Tornato all'Università di Princeton, Indiana, unitamente al collega ed amico Marcus Brody, riceve la visita di due agenti dell'Intelligence, che spiegano loro che i nazisti sono ad un passo dal recuperare la mitica Arca dell'Alleanza, contenente frammenti delle tavole dei dieci comandamenti dettati da Dio a Mosè. I tedeschi sono convinti dell'immenso potere che essa può conferire, ma per raggiungerla devono mettere le mani sull'amuleto di Ra, custodito da Abner Ravenwood, vecchio amico di Jones nonché professore di archeologia ora sparito in Nepal. L'oggetto, posto su una speciale asta (l'Asta di Ra) in un plastico nella città di Tani,[2] scomparsa da secoli sotto una tempesta di sabbia durata un anno, avrebbe riflesso la luce mattutina rivelando l'ubicazione del "Pozzo delle Anime", la sala dove giace l'Arca.
Raggiunto il paese asiatico, Jones incontra Marion, la figlia di Ravenwood (con la quale in passato ha avuto una relazione), che convince a cedergli il medaglione. Interviene però un gruppo di nazisti, capeggiati dal sinistro Arnold Ernst Toth, pezzo grosso della Gestapo, che cerca di rubare il medaglione e incendia la locanda di Marion, la quale decide così di seguire Indiana nella sua ricerca.
Giunti a Il Cairo, scoprono dall'amico Sallah che la città Tanis è stata riportata alla luce da Belloq, ora collega dei nazisti comandati dal sadico Colonnello Herman Dietrich e dal già nominato Toth. Marion viene poi rapita da un gruppo di nazisti, che muoiono dopo l'esplosione del loro camion. Indiana crede che Marion sia morta, ma è stata invece consegnata a Belloq dai nazisti quale ricompensa. Jones nel frattempo s'infiltra negli scavi in corso, riuscendo a scoprire il luogo dove è sepolto il Pozzo delle Anime. Sceso nel pozzo, lo scopre pieno zeppo di serpenti e di cadaveri. Sul punto di recuperare l'Arca, intervengono ancora i nazisti che gliela sottraggono, e Toth getta Marion nel Pozzo delle Anime su richiesta di Dietrich e contro la volontà di Belloq. Jones e Marion non s'arrendono e riescono a scappare prima che l'Arca venga trasportata via con un aereo, distruggendolo e costringendo i nazisti a ricorrere a un trasporto su ruota.
Indy riesce ad eludere di nuovo i soldati nazisti che scortano l'Arca su un camion, e dopo un interminabile inseguimento s'impossessa dell'Arca. Una volta che ne ha preso possesso, Indiana riesce ad imbarcarsi su una nave di pirati comandati dal capitano Simon Katanga, amico di Sallah, che però l'indomani viene abbordata ed ispezionata dall'equipaggio di un U-Boot tedesco. I nazisti riprendono così possesso dell'Arca e consegnano Marion a Belloq. Indiana invece si è nascosto, ma Katanga, per salvarlo, dichiara di averlo ucciso. Indiana riesce così a imbarcarsi sul sommergibile che trasporta l'Arca fino a un'isoletta a nord di Creta, dove Belloq è intenzionato a compiere un rituale ebraico per controllare la veridicità della reliquia, prima di portarla al cospetto di Adolf Hitler. Indiana si camuffa da soldato nazista e minaccia Belloq di far saltare l'arca pur di liberare Marion. Conoscendo la sua curiosità da archeologo, Belloq non cede al bluff.
Catturati e legati a un palo, Jones e Marion assistono all'apertura dell'Arca, che rivela il suo contenuto, ossia della polvere. Improvvisamente l'Arca libera tuttavia una forza ultraterrena che fa esplodere le munizioni delle armi e mette fuori uso le apparecchiature elettriche dei tedeschi. Belloq viene avvolto dal "fuoco divino" che fulmina tutti i soldati e uccide orribilmente Toth, Dietrich e lo stesso Belloq, che si disintegra. Indiana e Marion si salvano chiudendo gli occhi. Il cielo sopra all'isola si spalanca, risucchiando tutti i nazisti e il "fuoco divino" per poi rientrare dentro l'arca che si richiude. Quando il cielo si richiude, Jones e Marion si ritrovano liberi dalle corde che li imprigionavano.
Tornato a Washington con Marion, Jones è furibondo per come l'esercito neghi loro l'Arca e la possibilità di studiarla, in quanto già nelle mani di "qualificati studiosi", mentre in realtà viene rinchiusa in una cassa, marchiata e inserita tra migliaia di altre casse identiche, in uno sconfinato magazzino che raccoglie il materiale top secret.
Indiana Jones prende il nome dal cane di razza alaskan malamute di George Lucas. Nel terzo film si scoprirà che anche il cane del dottor Jones si chiamava Indiana.
Per il personaggio di Indiana Jones originariamente George Lucas propose di chiamarlo "Indiana Smith", tuttavia Steven Spielberg detestava questo nome, pensava suonasse davvero male, allora Lucas disse: «Chiamalo Indiana Jones o come ti pare, il film è tuo ora». Tom Selleck fu il primo attore scelto per il ruolo di Indiana Jones, ma dovette rifiutare poiché aveva firmato un contratto in esclusiva per la serie televisiva Magnum, P.I..
Per il ruolo di Marion erano state inizialmente pensate Amy Irving e Debra Winger. Per il ruolo di Belloq Steven Spielberg avrebbe invece voluto o Giancarlo Giannini o Jacques Dutronc, ma poiché nessuno dei due sapeva parlare in inglese il ruolo fu affidato a Paul Freeman.
Nel cast compaiono, in piccoli cameo, il responsabile degli effetti speciali Dennis Muren (che lavorerà ancora, in futuro, con Spielberg) nei panni della spia nazista che insegue Indy in aereo (sta leggendo la rivista Life) e il produttore Frank Marshall (regista di Alive e di Aracnofobia) come pilota dell'Ala Volante tedesca.
Esce nelle sale cinematografiche statunitensi il 12 giugno 1981 in 1 078 copie, mentre in Italia per il 22 ottobre dello stesso anno. Viene poi rieditato nei cinema italiani nel 1984, poco prima dell'uscita nelle sale del secondo capitolo della saga, Indiana Jones e il tempio maledetto.
Il primo doppiaggio italiano del film fu eseguito presso la International Recording con la partecipazione della C.D. e diretto da Renato Izzo su dialoghi di Alberto Piferi e Letizia Ciotti Miller. Il 2 ottobre 2009 il film fu trasmesso su Sky Cinema 1 con un nuovo doppiaggio eseguito dalla Cast Doppiaggio e diretto da Massimiliano Alto sugli stessi dialoghi del primo. Il ridoppiaggio, effettuato per la creazione di una traccia audio surround 5.1, ha sostituito nella commercializzazione e trasmissione televisiva del film il primo doppiaggio, il quale è stato comunque incluso nelle edizioni home video come traccia alternativa. In entrambi i doppiaggi sono stati rimossi i vari accenti dei personaggi.
Il film è stato il maggior incasso stagionale negli Stati Uniti, con $ 209.562.121[3] (a fronte di un costo di produzione di $ 18.000.000[4]), eguagliando il miglior incasso dell'anno precedente, L'Impero colpisce ancora.[5] Distribuito nuovamente nelle sale il 16 luglio 1982, in una stagione dominata dal successivo film di Spielberg, E.T. l'extra-terrestre, ha incassato altri $ 21.437.879[6], ha avuto un'ulteriore uscita il 25 marzo 1983, per altri $ 11.374.454,[7] e un'ultima nel luglio del 2012 con $ 3.125.613, raggiungendo un incasso totale in patria di $ 248.159.971.[8]
Ha incassato $ 141.766.000 in altri territori, arrivando ad un totale mondiale di $ 389.925.971,[9] divenendo il film col maggiore incasso del 1981.
È diventato uno dei quattro film con il maggior incasso del periodo, una lista dominata da Lucas e Spielberg con L'impero colpisce ancora, Lo squalo e Guerre stellari.
I predatori dell'arca perduta è stato rilasciato con il plauso generale della critica e del pubblico.
Su Rotten Tomatoes ha un indice di gradimento del 96% sulla base di 85 recensioni, con una valutazione media di 9,5/10; il consenso critico del sito recita: "Con scene di bravura, umorismo sornione e azione da brivido, I predatori dell'arca perduta è uno dei film di avventura più consumati di tutti i tempi."[10] Su Metacritic ha una media ponderata di 85/100 sulla base di 16 recensioni, che indicano "acclamazione universale".[11]
Il National Board of Review l'ha inserito fra i migliori dieci film del 1981. Il New York Times lo ha inserito nella sua lista dei 1000 migliori film di sempre.[12]
Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al sessantesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi,[13] mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è sceso al sessantaseiesimo posto.[14] Nel 2001 l'ha inserito al 10º posto nella sua lista dei cento migliori film thriller statunitensi di tutti i tempi (che comprende film d'azione, noir, horror e di fantascienza). Il personaggio Indiana Jones occupa il 2º posto nella classifica dei cento migliori eroi cinematografici.[15]
Nel 1999 è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.[16]
Il critico Vincent Canby ha definito il film un "classico istantaneo" e uno dei film americani più divertenti ed eleganti mai realizzati. Lo ha descritto come aver perfezionato i vecchi film seriali nella loro forma più perfetta per un pubblico moderno.[17] Roger Ebert lo ha definito una serie di avventure "senza fiato e incredibili" ispirate e celebrative delle storie dell'infanzia raccontate nei fumetti e nei film. Ha concluso che il film ha avuto successo nel suo singolare obiettivo di intrattenere, creando un'avventura epica sulla scia di Guerre stellari, dei film di James Bond e di Superman.[18] Gene Siskel ha detto che era divertente come potrebbe essere un "film commerciale", il tipo di film che rende i bambini entusiasti del cinema.[19] Il critico Richard Schickel ha definito il film un ritorno in forma per Spielberg, dimostrando una competenza che non si vedeva dai tempi de Lo squalo.[20]
Il cast principale (Harrison Ford, Karen Allen e Paul Freeman) è stato generalmente ben accolto,[21][22][23][24][25][26][27] e diversi critici hanno citato l'apertura dell'Arca come uno dei migliori effetti speciali del film.[22][23][24]
Altri progetti
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